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MEDITAZIONE DEL GIORNO

5° Febbraio

IL PECCATO


1. I mali della terra ce ne dicono la gravità. Che sono mai le disgrazie, le tribolazioni, le malattie, le guerre, le pestilenze, la morte, con tutte le sciagure che opprimono la misera umanità? Sono frutto, conseguenze e castigo di un solo peccato originale!.-. Quante volte Dio per un solo peccato punì e ridusse in stato miserando un uomo. una famiglia, un regno? (Prov. 14, 3)? Sarà, dunque, una cosa da nulla il peccato, se scatenò tutti i mali che ci affliggono?


2. L'inferno ce ne insegna l'enormità. Un castigo enorme suppone un enorme delitto. Iddio stesso accende e alimenta con la sua mano onnipotente il fuoco infernale. Un tormento senza misura, la privazione totale d'ogni bene, un castigo eterno, per punire anche un solo peccato mortale. E condanna i suoi figli, per cui ha dato il sangue... Questa riflessione non t'infonde vivo odio al peccato?


3. La grandezza di Dio ce ne dimostra l'infinità. Il peccato è offesa, recata non a un uomo, non a un angelo, ma al Re dei re, a Dio, Essere infinito, immenso. E l'uomo, vile verme, fango e polvere, misera creatura, ardisce dichiarare guerra a Dio, e dire: Non voglio servirti (3er. n, 20). Ma questo è un atto di ribellione, è stoltezza, è provocare la giustizia infinita... eppure quante volte l'hai commesso! Il peccato ci fa perdere il Ciclo, cioè un bene eterno, infinito, la felicità del Paradiso!


PRATICA. — Recita atto di dolore, soggiungendo: Signore, liberami da ogni peccato.

 

 

Tratto da: Brevi meditazioni per tutti i giorni dell'anno e sopra le solennità della Chiesa proposte alle anime pie (Agostino Berteu)

 

 

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