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UN ANNO CON DON ALBERIONE

1° Aprile

LA GRAZIA SANTIFICANTE - I 

 

Lo Spirito sostiene la nostra debolezza; perchè noi non sappiamo pregare come si deve; ma lo stesso Spirito chiede per noi con gemiti ineffabili; e Colui che scruta i cuori conosce quel che brami lo Spirito e come egli interceda secondo Dio per i santi. (Rm. 8,26-27). 

 

1. La grazia santificante è quel dono ineffabile e soprannaturale per cui l'uomo è liberato dal peccato; diviene santo come Adamo prima della caduta; ed erede del cielo. E' il dono ineffabile che Gesù Cristo ci acquistò morendo sulla croce. E' frutto dello Spirito Santo che abita in noi. La grazia santificante prende vari nomi, ma tutti indicano, nella sostanza, la stessa cosa. Si chiama giustizia: in quanto mette l'uomo in stato adatto, sufficiente, giusto, rispetto a Dio, fine sopranaturale. Si chiama giustificante o santificante: perché l'uomo partecipa della perfezione e santità di Dio; mentre il peccato è tolto, non solo coperto. Si chiama amicizia di Dio; perchè ci rende intimi di Dio, della SS. Trinità. Si chiama carità: perchè l'anima diventa cara a Dio. Si chiama adozione divina: perchè il cristiano è chiamato e realmente diviene figlio di Dio, non per natura, ma per adozione. Si chiama inabitazione di Dio e dello Spirito Santo perché le Tre Divine Persone vengono ad abitare nell'anima del giusto; e quest'opera di amore è attribuita allo Spirito Santo. 

 

2. La grazia è una rinnovazione dell'uomo, una nascita spirituale; è uno sposalizio dell'anima con Gesù Cristo. E' condizione assolutamente necessaria per conseguire la salvezza eterna. E' un dono della divina misericordia per cui il Padre ci guarda con compiacenza. E' il frutto della morte di Gesù Cristo in croce, avendo Egli soddisfatto per il peccato. E' l'effetto del Battesimo e della Penitenza. Il Battesimo è necessario a tutti; la Penitenza a chi dopo il Battesimo ha peccato. E' la condizione assolutamente, sempre, per tutti necessaria per farsi dei meriti sulla terra, e per entrare in cielo. E' conseguenza delle interiori nostre disposizioni: desiderio di Dio-fine beatificante, detestazione del peccato, uso dei Sacramenti. L'anima viene lavata, mondata, rinnovata, fatta bianca come la neve, sorella dei Santi e degli Angeli, abbellita dal riflesso di una luce divina. E' il regno di Gesù Cristo e di Dio in noi; è la vita eterna incominciata realmente e posseduta. San Paolo perciò chiama santi i cristiani, rigenerati in Cristo. E' la morte dell'uomo vecchio; è un rivestirci di Cristo innanzi a Dio ed agli Angeli: E' una incorporazione a Cristo, divenendo il cristiano un membro del suo corpo mistico. 

 

. «O Signore, che in modo meraviglioso creasti l'uomo, ed in modo ancor più meraviglioso l'hai riformato, concedici di diventare, mediante il mistero dell'acqua e del vino che si offrono nella Santa Messa, consorti della Divina Natura, di Colui che si degnò di farsi partecipe della nostra umanità, Gesù Cristo, Tuo Figlio e Nostro Signore, il quale vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Cosi sia».

 

ESAME. - Ho capito bene la dottrina cattolica della grazia? Possiedo la grazia? Ne gioisco? Ne sono riconoscente a Dio? Comprendo che l'apostolato è essenzialmente portare gli uomini a vivere in grazia e ad aumentare sempre questa grazia con le opere buone? 

 

PROPOSITO. - Mediterò spesso le parole del Divino Maestro: «Sono venuto perchè abbiano la vita e l'abbiano piú abbondante». 

 

PREGHIERA. - Vivete in me, o Signore. Io detesto il peccato, che è l'unico ostacolo a stabilire la Vostra dimora in me; ed è anche la distruzione del tempio Vostro nel mio cuore. Voi avete detto, o Signore: «Può forse una madre dimenticare il figlio suo, ed essere con lui crudele? Che se pure questo succedesse, Io non mi dimenticherò di te». Voi mi amate, dunque, immensamente: ed io Vi debbo e voglio amare per sempre. Venite, o Gesù; stringiamo la più santa, stretta, durevole amicizia. Il mio Diletto è mio; ed io son di Lui. .

 

FIORETTO: — Ripeti lungo il giorno col Centurione: Io credo, o Signore: ma tu accresci la mia fede.

 

 

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