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UN ANNO CON DON ALBERIONE

25° Maggio

PRUDENZA - I 

 

Or la saggezza della carne è morte; la saggezza dello spirito è vita e pace, perchè la sapienza della carne è nemica di Dio, non essendo soggetta nè potendosi assoggettare alla legge di Dio, quindi quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio (Rm. 8, 6-8). 

 

1. E' una virtù morale e soprannaturale, che inclina la mente a scegliere i mezzi migliori per conseguire l'eterna salvezza, e operare il bene. Vi è l'industriale prudente; il commerciante prudente; il contadino, lo studente, l'operaio prudenti: tutto dispongono e dirigono ai loro interessi terreni; e questa prudenza è umana. Vi è la prudenza dell'uomo carnale, ambizioso, avaro: è la prudenza della carne; nemica di Dio; e conduce alla morte. Invece la prudenza cristiana, conosciuto l'eterno destino dell'uomo, tutto indirizza alla conquista del cielo; tutti i doveri umani, i pensieri, le intenzioni, i sentimenti, sebbene rivolti a tante cose, hanno poi un motivo e fine unico: arrivare al paradiso. «La vera e perfetta prudenza è quella che consiglia, giudica e spinge rettamente verso il fine di tutta la vita», dice San Tommaso. 

 

2. Una luce sicura per conoscere meglio la prudenza, l'abbiamo dalla parabola delle vergini: «Allora si paragonerà il regno dei cieli a dieci vergini, le quali, prese le loro lampade, andarono incontro allo sposo e alla sposa. Or cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le stolte nel prendere le loro lampade non s'erano provviste d'olio: le prudenti, invece, con le lampade presero anche l'olio nei vasetti. Or, tardando lo sposo, s'appisolarono tutte e s'addormentarono. E sulla mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo; uscitegli incontro. Allora tutte quelle vergini s'alzarono ed acconciarono le loro lampade. E le stolte dissero alle prudenti: Dateci dell'olio vostro, perchè le nostre lampade si spengono. Ma le prudenti risposero: Affinchè poi non manchi e a noi e a voi, andate piuttosto dai venditori e compratevene. Or mentre quelle andavano a comprarne, giunse lo sposo: e quelle che erano pronte entrarono con lui alle nozze e fu chiuso l'uscio. Da ultimo arrivarono anche le altre vergini: e cominciarono a dire: Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: In verità vi dico, non vi conosco. Vegliate dunque, perchè ignorate il giorno e l'ora» (Mt. 25, 1-13). 

 

3. La ragione illuminata dalla fede è quella che ci mostra il premio. Fissato bene questo, si dispongono i mezzi: «Propostosi il gaudio sostenne la croce» (Eb. 12, 2). Si ordina il complesso della vita, come pure ogni azione quotidiana ed ogni parola, alla felicità eterna. 

 

ESAME. - Sono bene illuminato, penetrato dei principi soprannaturali? Ho fede viva nei novissimi? Ordino le mie azioni all'eternità? 

 

PROPOSITO. - Ho bisogno di luce: la chiederò sempre a Dio. E' quella che deve illuminare i miei passi ed introdurmi negli eterni tabernacoli. 

 

PREGHIERA. - Signore, mille oscurità, insidie e debolezze mi rendono difficile la salvezza: ma io spero in Voi! «Nel Signor chi confida, nel Signor risorgerà». Ricorrerò alle fonti della vita e della grazia: Voi li avete disposti nei SS. Sacramenti. Fatemi sempre meglio comprendere i beni che sono nella Confessione, nella Comunione, nella Messa, nella Visita Eucaristica. E' là che Vi trovo presente, sempre; ogni giorno posso parlare con Voi e aprirVi l'anima mia; posso sentire la Vostra santa, amabilissima parola; e ricevere ineffabile e giocondo conforto. Con Voi sono sicuro, salirò il mio piccolo calvario, giungerò al cielo. 

 

FIORETTO: - Ad ogni idea di vanità, ripeti a te stesso come faceva S. Luigi: Che serve questo pel Paradiso? - Recita l'Ave, maris stella.

 

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