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UN ANNO CON DON ALBERIONE

16° Giugno

MORTIFICAZIONE - I 

 

Diceva poi a tutti: se uno vuol tenermi dietro: rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Chi infatti vorrà salvare la sua vita la perderà; e chi avrà perduta la sua vita per me, la salverà (Mt 16,24). 

 

1. E' una la lotta per vincere il peccato e per vivere della vita di Gesù Cristo. E' un sottomettere le passioni e le tendenze sregolate alla ragione ed alla fede. E' uno sforzo per allontanarci dal male e per progredire nella virtù. E' una rinuncia, un distacco, una crocifissione, una morte interiore; e, nello stesso tempo, una conquista, un'elevazione, una vita nuova, una vera santificazione, una risurrezione, un retto governo di noi stessi, un'educazione della volontà, un orientamento dell'anima verso il cielo. L'uomo toglie il male; "declina a malo"; e mette il bene: "fac bonum". La mortificazione ci fa vivere una vita superiore. E' un crocifiggere e far morire le naturali tendenze peccaminose per impiegarle a servizio di Dio e della ragione. 

 

2. La mortificazione è necessaria come penitenza per chi ha peccato. Il peccato è un'ingiustizia verso Dio: la penitenza è una riparazione necessaria. Il peccato è un errore di mente e di cuore; occorre rettificare pensieri e volontà. Dice il Bossuet: «Gesù per essere il salvatore del genere umano, ne volle essere la vittima. Ma l'unità del Suo corpo mistico richiede che, essendosi immolato il capo, tutte le membra siano esse pure ostie viventi». Il peccato lascia nell'anima funeste conseguenze; la penitenza ripara le forze perdute, e corregge le cattive abitudini. Dice il Concilio di Trento: «le penitenze senza dubbio ci allontanano dal peccato e sono come un freno; rendono il cristiano più cauto e più vigilante; correggono i cattivi abiti contratti». D'altra parte la penitenza occorre venga compiuta in questa vita o nell'altra; ed è sempre più saggio compiere il purgatorio in questo mondo. 

 

3. Vi è una penitenza interna e una penitenza esterna. Come al peccato contribuiscono l'anima e il corpo; così duplice sarà la soddisfazione. Il cuore umiliato, lo spirito contrito conta tanto innanzi a Dio. Il salmo Miserere è un esempio classico: «Il cuore contrito e umiliato, o Dio, Tu non lo disprezzerai» (Sal. 50, 19). La penitenza esteriore si compie con preghiere, con elemosine, con mortificazioni di sensi. L'elemosina redime, la preghiera placa Dio, le privazioni rinnovano lo spirito. 

 

ESAME. — Sono persuaso della necessità e del valore delle mortificazioni? Quali mortificazioni ho scelte? Le offro al Signore insieme al sangue prezioso di Gesú Cristo? 

 

PROPOSITO. — Se ogni giorno pecco, ogni giorno soddisferà con qualche mortificazione. 

 

PREGHIERA. - Abbi pietà di me, o Dio, secondo la Tua grande misericordia. Lavami del tutto dalla mia iniquità e purificami dalla mia colpa. Crea in me un cuore puro, o Dio, e rinnova nelle mie viscere, lo spirito retto. 

 

FIORETTO: — Bacia tre volte la Croce, e considerala un prezioso gioiello.

 

 

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