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UN ANNO CON DON BOSCO

31° Maggio

187) Quali opere si dicono servili? 

 

Si dicono opere servili i lavori manuali propri degli artigiani e degli operai. 

 

188) Sono tutte proibite nei giorni di festa le opere servili? 

 

Nei giorni di festa sono proibite tutte le opere servili non necessarie alla vita e al servizio di Dio, e non giustificate dalla pietà o da altro grave motivo. 

 

125 - Rispetto e profanazione della festa. 

 

L'autore della vita di Sant'Ottone, vescovo di Bamberga, racconta fatti meravigliosi che riguardano San Lorenzo. Nella festa di questo santo martire, un sacerdote avendo veduto alcuni contadini a mietere frumento, raccomandò loro di astenersi in tal giorno dal lavoro, e li sgridò dicendo: Miseri, che fate voi? Oggi è festa di San Lorenzo e tutta la Chiesa la celebra con gran pompa; di più tra di noi è festa di precetto, e voi, insensati avete il coraggio di profanarla? Quelli risposero: È vero quanto voi ci dite, ma noi dobbiamo badare ai nostri bisogni. Il ministro di Dio, pieno di zelo per il giorno del Signore, disse: V'ingannate, badate che nessuno può profanare il giorno festivo impunemente, e Dio voglia che una fiamma celeste non venga ad incenerire quanto avete voluto mietere. Terminava appena di parlare, quando un fuoco improvviso cadde dal cielo sopra quelle biade, le incendiò, e tutte le ridusse in cenere. Dopo tal fatto gli abitanti di quel paese cominciarono ad avere grande venerazione verso San Lorenzo, celebrandone la festa con timore e fervore. In altra città vi era un proprietario che mandò i falciatori a tagliare l'erba in un suo prato. Continuando il loro lavoro, giunse la sera della vigilia di San Lorenzo, e le campane cominciarono a suonare a festa invitando il popolo ai vespri. Uno di loro disse ai compagni: Cessiamo dal lavoro in onore di San Lorenzo, ecco i vespri già suonano. Gli altri dissero: Va' pur tu ai vespri di San Lorenzo, noi vogliamo terminare il nostro lavoro. Allora quegli abbandonò il prato e andò ai vespri dicendo: Dio è potente, e se vuole, può ricompensarmi specialmente ad intercessione di San Lorenzo. Il giorno seguente, tornando al lavoro che aveva interrotto, dovette solo fare la parte sua; ed essendo rimasto indietro dagli altri, ne era in molte maniere deriso. Il laborioso contadino sopportò con pazienza gli scherni e le risa di tutti, e si pose tranquillo a lavorare. Ma appena pose la falce in mezzo all'erba, vide una moneta d'oro di meravigliosa ed insolita grossezza. La prende, e ne rende tosto grazie a Dio e a San Lorenzo, benedicendo ad alta voce il suo celeste benefattore. A quelle voci di ammirazione corrono i compagni, e corre pure il padrone del prato: tutti mirano con stupore quella moneta, e ne rendono grazie a Dio. La moglie del padrone del prato comprò quella moneta, dando una grossa somma al povero contadino. Molti furono i testimoni del fatto, e la moneta si conservò lungo tempo. Intorno a quella erano scritte alcune parole, che in lingua italiana esprimono questo sentimento: la mano di Dio mi fece, ed egli stesso mi ha dato in dono ad un povero che santificò il giorno dedicato a San Lorenzo. Un altro contadino, postosi a lavorare e a condurre covoni nella festa del nostro santo, nulla pensava alla santificazione del giorno del Signore. Molti lo consigliarono a desistere dal lavoro, specialmente quando udirono a dare il segno della Santa Messa. Egli non diede ascolto ad alcuno. Caricato il suo carro, voleva condurlo quando gli effetti della potenza di Dio si fecero sentire sopra di lui; poiché il carro rimase immobile, e non fu più possibile di trarlo avanti. Il misero contadino, temendo maggior male, pieno di spavento, lasciò il carro nel campo e andò in chiesa, promettendo di santificare quel giorno ad onore e gloria di San Lorenzo. Il dì seguente aggiogò di nuovo i buoi per condurre a casa le sue biade; ma non gli fu possibile, non potendo smoverlo da quel luogo. Allora egli pensò di andare a far celebrare una Messa a San Lorenzo in compensazione di quella che il giorno innanzi aveva perduto. Udita quella Messa tornò coi buoi al suo campo, e senza difficoltà potè condurre il suo carro al luogo destinato. Assai più terribile fu il castigo di un contadino, che nel giorno festivo a San Lorenzo era andato nel campo a caricar biade. Mentre tutti andavano con gioia alle funzioni di chiesa, egli coi buoi aggiogati conduceva a casa il carro. Ne fu avvisato dagli amici, ma non volle ascoltarli. Giunto innanzi alla chiesa dedicata a San Lorenzo, mentre i fedeli cantavano lodi al Signore, alla vista di tutti cadde dal cielo il fulmine, che andò a percuotere il carro e le biade, e tutto ridusse in fiamme. Il misero contadino spaventato si prostrò a terra, invocando la misericordia di Dio e la protezione di San Lorenzo, e giudicò per lui grande ventura il poter salvare la vita propria e condur vivi i buoi a casa. (Bosco, Storia dei Papi). 

 

126 - Giusto castigo! 

 

All'Oratorio da tutti si lavorava per preparare la festa di Maria Ausiliatrice e le funzioni di chiesa si compivano con entusiasmo ed amore. Ma uno scandalo continuo turbava i teneri cuori dei giovani: il lavoro nei giorni di festa nella manifattura Tensi situata tra l'Oratorio e il Rifugio. Un giorno, prossimo alla festa, il fuoco attacca e distrugge in gran parte la detta manifattura. L'Oratorio di pochi metri discosto è salvo; ma i giovani, che intuiscono la ragione di quel danno, fanno i loro commenti...: « Ecco che cosa vuol dire lavorare sempre di festa! ». — « Sì, va a lavorare di festa, e ti capiterà bella! » — « Lo dicevamo noi che il Signore doveva castigare terribilmente questo scandalo! ». — « Vergogna! in mezzo a due case religiose, dove si osserva la festa, voler persistere così nella trasgressione della legge di Dio! ». — « Ecco lì, giusto castigo a chi volle lavorare di festa! ». — « Paghi lo scotto una volta tanto! ». (M. B., XII, 212-214). 

 

FRASE BIBLICA. - Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - L’attaccamento al gioco vi conduce alle risse, alle bestemmie, al trasgredire i vostri doveri e a profanare i giorni festivi.

 

PREGHIERA DEL MESE. - Venite, o Spirito di fortezza, e date forza al mio cuore, mantenetelo costante nelle tentazioni e traversie, datemi vigore e fortezza a respingere gli assalti dei miei nemici, affinchè non mi lasci mai indurre ad abbandonare Voi, mio unico bene. Così sia. Pater noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)

 

FIORETTO: - Ripetiamo sovente: Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia.

 

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