UN ANNO
CON DON BOSCO
6° Luglio

204)
Cosa ci ordina il settimo comandamento?
Il settimo comandamento ci ordina di restituire la roba degli altri, di riparare i danni colpevolmente
arrecati, di pagare i debiti e la giusta mercede agli operai.
235 - Roba d'altri.
Un bel giorno il conte Camillo Cavour mandò in regalo all'Oratorio due carri grossi, carichi di biancheria confiscata nel convento dei Domenicani. Benché Don Bosco si trovasse allora in grandi strettezze, pure comandò che i carri rimanessero in cortile e che nessuno toccasse quella roba. Quindi spedì un dispaccio al superiore dei Domenicani, chiedendo il da farsi. Ebbe per risposta: « Consegnate
quella biancheria a chi manderò per ritirarla ». Venne l'incaricato e Don Bosco, fatto
riattaccare i muli ai due carri, li mandò dove il Padre Superiore aveva
indicato. Altra volta giunse un carretto di libri tolti ai frati Cappuccini. Don Bosco ne avvertì subito i proprietari e
li restituì appena richiesto. (M. B., V, 344-345).
236 - Beni incamerati.
In una delle udienze per la questione dei Vescovi e delle sedi vacanti, il ministro Lanza proponeva a Don Bosco di aprir una casa di correzione per giovani
discoli e abbandonati, in questa o quella casa religiosa. — Ma bisogna scacciare i frati o le monache, osservò Don Bosco. — Ma lei può facilmente accomodarsi
con la Santa Sede! — Ma perchè, Eccedenza, non mi dice che per fondare questo
stabilimento vi è la caserma tale, in via tale, numero tale, oppure la tal altra
sulla piazza?... Il ministro dette in una grande risata, esclamando che per i suoi meriti
gli avrebbe dato volentieri una croce da cavaliere; ed egli: —
Eccellenza, la ringrazio della gentile proposta, ma di croci Don Bosco ne ha già troppe e poi
colle croci sul petto non sarebbe più il
povero Don Bosco e non oserebbe più andare a chiedere l'elemosina per i suoi ragazzi! (M. B.,
X, 436).
237 - Piccoli vandali.
In fondo al cortile Mamma Margherita coltivava un orticello per ricavarne insalata,
cipolle, fagioli e mille specie di verdura; vicino, un piccolo prato dava erba
per i conigli. In un giorno di festa, il Bersagliere (così era chiamato Brosio Giuseppe tornato dalla guerra) volle divertire i numerosi spettatori con una finta
battaglia. Quanto all'orticello e al prato chiari erano gli ordini: non si dovevano toccare. La
battaglia incominciò: mosse finte, spari di fucili (di legno), evoluzioni a destra ed a sinistra facevano applaudire gli spettatori con dei « bravi, bene ». Ma la
battaglia andò tant'oltre che fu portata nell'orto di Mamma Margherita.
Inutili le grida, gli squilli, i segnali del
Bersagliere: i battimani, le risa della gente non lasciarono udire più nulla. Quando i drappelli si riordinarono, non rimanevano dell'orto che poche vestigia. A tal vista Mamma Margherita addolorata disse al figlio: —
Varda, varda Giuanin,
l'on ca l'a fait 'l bersagliè; a la guastame tut l'ort! Vale a dire: Guarda, guarda, Giovanni, quello che ha fatto il bersagliere: mi ha guastato tutto l'orto. E Don Bosco col sorriso sulle labbra: — Mare, cosa veuli
feie? A sun giuvu: Mamma, che cosa volete
farci? Sono giovani. Al bersagliere poi che se ne stava umiliato, Don Bosco diede con parole graziose un cartoccio di caramelle per i soldati vincitori e
vinti. (M. B., III, 439-440).
238 - L'usignolo e il cucco.
Giovanni Bosco aveva scoperto una bella nidiata di usignoli: quel nido formava davvero la sua
delizia. Un giorno, essendo l'usignolo madre nel nido, ecco un cucco volare sopra di un albero vicino, e, vista la preda, piombare sul nido stesso, coprirlo
colle sue ali e ficcarvi dentro il becco, farvi strage orribile e divorarsi tutto, quindi adagiarsi vicino al nido e più non muoversi. All'indomani ecco il
cucco risalire dal
terreno ove era disceso e in quel nido da lui devastato porre un uovo suo. Ma pochi istanti dopo un gatto, che stava in agguato, preso lo slancio, gli fu sopra, e, con una zampata, afferratolo per la testa, lo strappò di là, e l'uccise. Un usignolo, forse il maschio dell'ucciso, visto sgombro il nido, vi ritornò e si pose a covare l'uovo trovatovi, finché ne venne fuori un piccolo mostro, che, senza piume, con quegli occhi grifagni, con quel becco grosso era orribile a vedersi. Tuttavia l'usignolo gli portava da mangiare, come se fosse suo proprio figlio, e Giovanni ogni giorno si
recava a godere quella scena. Quando il cucco ebbe le piume se lo tolse, e lo chiuse in una gabbia, ma un giorno lo trovò strangolato: « Vedi, disse
allora la madre, il prepotente ingiusto a sua volta è vinto da un altro più potente di lui e non può lungamente godere delle cose male acquistate. Il
figlio del cucco ebbe una grama eredità con l'essere posto nel nido altrui; di qui vennero le sue sventure. Finiscono sempre miseramente quei figli i cui padri lasciano un patrimonio accumulato col
furto.» (M. B.,I, 113-115).
FRASE BIBLICA.
- Sei lento all'ira e ricco nell'amore.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO.
- Le abitudini cattive si possono vincere da chi si mette alla prova con buona volontà.
PREGHIERA
DEL MESE. - Venite, Spirito di pietà, infondete nel mio cuore la vera devozione e il santo amor di Dio, affinchè Lui solo io cerchi in tutte le mie pratiche di pietà, e amandoLo lo conservi. Così sia. Pater noster...
FIORETTO: — Di' spesso: Vieni, o Santo Spirito: riempi i cuori dei tuoi fedeli, e accendi in essi il fuoco del tuo Amore (300 g. o. v.).