UN ANNO
CON DON BOSCO
12° Ottobre

297) Chi riceve il Battesimo a che cosa si obbliga?
Chi riceve il Battesimo, diventando cristiano, si obbliga a professar la Fede e ad osservar la Legge di
Gesù Cristo; e perciò rinunzia a quanto vi si oppone.
23. Martirio della Legione Tebea.
Da Roma traversarono l'Italia e valicando le Alpi Pennine, che
ora diconsi Gran San Bernardo, andarono a raggiungere Massimiano
che col resto dell'esercito li attendeva nelle pianure del Vallese presso
una città allora detta Ottoduro, ed ora Martigny. Massimiano accortosi che in quelle parti erano molti cristiani, volle che tutti i suoi
soldati dessero mano a perseguitarli e farne strage, e frattanto prendessero parte ai sacrifici che d'ordine suo si offrivano alle divinità
dell'impero.
Tre cose esigeva dunque sull'istante Massimiano: che tutto
l'esercito facesse un sacrificio agli Dei; giurasse fedeltà all'imperatore
invocando i suoi idoli; promettesse di andar in cerca di cristiani per
metterli a morte come nemici degli Dei e dell'impero. Tutti i soldati
idolatri ubbidirono subito; ma non già i valorosi Tebei. Non
appena Maurizio, loro capo, conobbe questa deliberazione, determinò
insieme con tutti i suoi soldati di resistere a questi ordini perchè ingiusti. Egli
con la legione era a dieci miglia lontano dall'imperatore in
un luogo detto Agauno, ed ora San Maurizio ai piedi del Gran San Bernardo. Massimiano, informato della loro resistenza, diede ordine che
la Legione Tebea fosse la prima ad eseguire i suoi comandi, minacciando
gli effetti del suo sdegno a chi non ubbidiva. I Tebei risposero ad una
voce: « Christiana religione impedìmur: Noi ne siamo proibiti dalla
cristiana religione ». Incollerito per quel rifiuto, l'imperatore comandò
che i Tebei fossero decimati, cioè di ogni dieci fosse fatto morire uno
tirato a sorte. La decimazione fu eseguita; ma la costanza dei Tebei
non venne meno, così che Massimiano comandò che si facesse una
seconda decimazione. Ma quei prodi ben lungi dall'opporsi con la forza,
si sottomisero con gioia alla spietata carneficina, anzi i superstiti
invidiavano la sorte dei compagni uccisi per la fede. Siccome tutti
erano fermi nella fede, così fu finalmente ordinata una strage generale,
in guisa che la intera legione composta di circa 6666 soldati, venne
circondata dall'esercito e tutta passata a fil di spada.
Questo fatto avveniva il 22 settembre del 297 circa.
Sant'Avito, vescovo di Vienna in Francia, facendo l'elogio di questa
legione di soldati martiri, dice che nessuno di essi perì perchè tutti
morirono per Gesù Cristo. (Bosco, Storia Eccl.).
24. Sant'Eusebio.
Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, il primo che in occidente radunò gli ecclesiastici della città a convivere insieme come religiosi,
iniziando in tal modo l'istituzione dei canonici. Egli fu una delle
principali salvaguardie della fede cattolica contro gli ariani. In un concilio
di Milano disputò con tanta sodezza contro questi eretici, che confusi,
nè sapendo più a qual partito appigliarsi, si rivolsero all'imperatore,
perchè lo mandasse in esilio. Il santo seppe approfittare del suo esilio
per consolidare nella fede i cattolici dell'oriente e dell'occidente. Dopo
di aver tollerato fame, sete, battiture ed altre afflizioni, morto
l'imperatore Costanzo, gli si permise di ritornare alla sua diocesi.
All'arrivo del magnanimo prelato tutta l'Italia depose le vesti
di duolo: Lùgubres vestes mutàvit, secondo l'espressione di San
Girolamo, perchè il ritorno di Sant'Eusebio era il trionfo della verità
cattolica. Iddio lo volle condegnamente rimeritare di tanti patimenti e
di tante fatiche, permettendo che esso, dopo governata in pace la
sua diocesi per alcuni anni, ricevesse la corona del martirio, essendo
stato messo a morte da alcuni ariani, che lo uccisero a colpi di sassi
l'anno 370. (Bosco, Storia Eccl.).
FRASE BIBLICA.
— Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO.
— I santi partecipano alla potenza di Dio e reggono con lui; e in tal giusa mostrano alla terra quanto la virtù sia casa al Signore.
PREGHIERA
DEL MESE. - Santissima Vergine, Madre di Dio Maria, io (nome), quantunque peccatore
indegnissimo, prostrato ai vostri piedi, alla presenza dell'onnipotente Iddio e di tutta la Corte celeste, vi presento e vi offro questo mio cuore con tutti gli affetti suoi: a voi lo consacro, e voglio che sia sempre vostro e del vostro caro Gesù. Accettate, o benignissima Madre, da questo vostro povero servo la
devota offerta unita al cuore di tutti i santi, e fate che da questo punto io incominci, e segua a vivere in avvenire
unitamente a Voi, al vostro santissimo Figliuolo e mio Dio. Col suo divino aiuto e
con la vostra amorosa assistenza spero di farlo, e dal canto mio lo prometto. Fra i vostri due cuori Gesù e
Maria, mettete il mio povero cuore, perchè s'infiammi tutto del vostro amore purissimo, onde vivendo del vostro bel fuoco in terra, arda poi di eterno amore per Voi lassù nel cielo, in compagnia degli angeli e dei santi.
FIORETTO: — Recita un atto d'amor di Dio dicendo: "Mio Dio ti
amo!"; sveglia nel tuo cuore un santo fervore.