.

.

Cappellina Home  

 

UN ANNO CON DON BOSCO

19° Ottobre

continuo 2/4

 

c) Il dono del Consiglio. 

 

Ci fa giudicare prontamente e sicuramente ciò che conviene fare,  specialmente nei casi difficili. 

 

34. Il consiglio di Don Gafasso. 

 

Don Cafasso aveva pensato di agevolare a Giovanni Bosco la  via al sacerdozio. Questi si recò da lui a Torino e, manifestandogli la  sua condizione e la sua decisione di farsi religioso, gli chiese consiglio.  Don Cafasso lo dissuase dal proposito di diventare Francescano, dicendogli: «Andate avanti tranquillamente negli studi, entrate in Seminario e secondate ciò che la Divina Provvidenza vi sta preparando ».  Fu un consiglio veramente ispirato dal cielo.  (M. B. I, 305). 

 

d) Il dono della Fortezza. 

 

È un dono che viene in aiuto dell'anima affinchè sappia difendersi  e lottare per vincere gli ostacoli alla sua salvezza. 

 

35. Come fare il bene. 

 

A chi l'interrogava sul come fare il bene, Don Bosco era solito  rispondere: « Per far del bene bisogna avere un po' di coraggio, esser  pronti a soffrire qualunque mortificazione, non mortificare mai nessuno,  esser sempre amorevole. Con questo sistema gli effetti da me ottenuti  furono veramente consolanti. (M. B. III, 52). 

 

36. Zelo e coraggio di Matatia. 

 

Matatia, antico eroe del popolo di Israele, era un sacerdote di vita  esemplarissima. I commissari del re pagano che aveva asservito Israele,  per costringere anche lui a sacrificare agli idoli, gli dicevano:  — Tu sei grande e chiarissimo in questa città: vieni dunque,  ubbidisci al re come fecero tutte le nazioni, e ne avrai in premio oro,  argento e l'amicizia di Antioco.  — No, — rispose Matatia — quando anche tutto Israele abbandonasse la legge dei padri suoi, io ed i miei figliuoli la osserveremo  costantemente.  Proferiva ancora queste parole, quando vide un Giudeo alla presenza di tutti andar a sacrificare agli idoli sopra un altare. Preso da  amaro cordoglio e trasportato dallo zelo per la gloria d'Iddio, gli corse  incontro e sopra l'altare stesso lo trucidò. Uccise anche il commissario, che ne era l'istigatore, distrusse l'altare, indi a piena voce esclamò:  — Chiunque è nell'alleanza del Signore, esca fuori e mi segua!  Quindi egli coi cinque suoi figliuoli, Giovanni, Simone, Giuda,  Eleazaro e Gionata, abbandonando ogni loro stanza, fuggirono sui  monti per non essere spettatori delle abominazioni che contro alle  cose sante si commettevano in Gerusalemme. Molti altri, cui stava a  cuore l'onore della religione seguirono Matatia, il quale si trovò presto capo di un piccolo esercito di valorosi, tutti pronti a dar la vita  per liberare la patria e difendere la religione. Distrutti vari altari,  qua e là dedicati alle false divinità, si adoperarono indefessi per far  rifiorire il culto del vero Dio.  Matatia, dopo aver comandato per un anno i suoi, cadde infermo,  e chiamati i figliuoli raccomandò loro che fossero di animo forte e  generoso per la legge divina; deputò Giuda Maccabeo a capo dell'esercito, indi spirò all'età di anni 146. (Bosco, Storia Sacra). 

 

37. Coraggio di Eleazaro. 

 

In una delle ultime battaglie combattute dal popolo d'Israele per  difendere la sua fede, si segnalò Eleazaro, fratello di Giuda Maccabeo.  Avendo egli veduto un elefante più grosso degli altri, adorno di regia  armatura, e credendo sopra quello stesse il Re, deliberò di dare la vita  per il suo popolo e per la Religione. Perciò con la spada sguainata si  fece strada in mezzo all'esercito nemico, e, di qua e di là abbattendo  quanti gli si paravano davanti, giunse sino all'elefante. Postosi sotto  al ventre di quell'animale, a ripetuti colpi lo ammazzò; ma venutogli  addosso l'enorme peso, ivi rimase schiacciato. (Bosco, Storia Sacra). 

 

38. I martiri di Bagdad. 

 

Quando tra Teofilo imperatore di Costantinopoli e il Califfo  musulmano scoppiò una sanguinosa guerra molti cristiani vennero  fatti prigionieri e condotti a Bagdad, che sorge ove era l'antica Babilonia. Da prima si tentò di farli prevaricare; ma essi mostrandosi ognora  costanti nella fede, furono incatenati e tradotti in oscuro carcere.  Tutto il loro cibo consisteva in poco pane ed acqua; dormivano  sulla nuda terra coperti di orridi cenci. Alcuni seduttori li esortavano  ad abbandonar Gesù Cristo e seguire Maometto. Ma i generosi confessori a quelle proposte gridarono ad una voce: « Anàtema a Maometto  ed alla sua dottrina ». Per il che infuriati, i Musulmani li afferrarono,  legarono loro le mani dietro la schiena e li condussero sulle rive del  Tigri, dove in numero di quarantadue coronarono col martirio sette  anni di penosissima prigionia, nell'854. (Bosco, Storia Eccl.). 

 

FRASE BIBLICA. —  Il Signore ci ha fatti e noi siamo suoi.

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Abbi il coraggio della tua fede e delle tue convinzioni. 

 

PREGHIERA DEL MESE. - Santissima Vergine, Madre di Dio Maria, io (nome), quantunque peccatore indegnissimo, prostrato ai vostri piedi, alla presenza dell'onnipotente Iddio e di tutta la Corte celeste, vi presento e vi offro questo mio cuore con tutti gli affetti suoi: a voi lo consacro, e voglio che sia sempre vostro e del vostro caro Gesù. Accettate, o benignissima Madre, da questo vostro povero servo la devota offerta unita al cuore di tutti i santi, e fate che da questo punto io incominci, e segua a vivere in avvenire unitamente a Voi, al vostro santissimo Figliuolo e mio Dio. Col suo divino aiuto e con la vostra amorosa assistenza spero di farlo, e dal canto mio lo prometto. Fra i vostri due cuori Gesù e Maria, mettete il mio povero cuore, perchè s'infiammi tutto del vostro amore purissimo, onde vivendo del vostro bel fuoco in terra, arda poi di eterno amore per Voi lassù nel cielo, in compagnia degli angeli e dei santi. 

 

FIORETTO: — Fa oggi un'elemosina, o proponi di farla abbondante alla prima occasione.

 

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa a Gesù e Maria SS. CLICCA QUI

 

 

il Chiostro: indice meditazioni