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L'OBBEDIENZA DI DON BOSCO

(INDICE)

 

L’OBBEDIENZA DI DON BOSCO

 

Senza obbedienza non c’è vita religiosa. ≪ Se togliete al sacco le sue cuciture — dice Don Bosco — il sacco lascia fuggire ogni cosa. Così il religioso se non ha la cucitura dell’obbedienza, non può conservare nessuna virtù e cessa di essere religioso≫. (XIII, 210). Mediterò oggi su questa virtù religiosa fondamentale, considerando:

I - come Don Bosco ha obbedito;

II - come vuole che il Superiore esiga l’obbedienza;

III - come vuole che il suddito pratichi l’obbedienza.

Gesù, obbediente fino alla morte di Croce, da’ luce alla mia mente per capire il valore dell’obbedienza, ed energia alla mia volontà nel seguire i Tuoi esempi e quelli del mio Padre e Fondatore.

 

Punto Primo

 

Come Don Bosco ha obbedito

 

Il biografo, parlando della vocazione di Don Bosco, attesta che egli ≪bramava di essere religioso per obbedire: l’idea di essere libero, e molto più di comandare, lo spaventava≫. (I, 511). Colui che fu sempre superiore, amava quindi di essere suddito per obbedire, poiché stimava e amava grandemente questa virtù, che praticò nel modo più esemplare ed eroico.

1. Obbedienza alla mamma. Don Bosco raccomandava ai giovani l’obbedienza ai genitori. Poteva però dire con tutta verità: ≪ Vedete, io stesso che sono il Direttore della casa, obbedisco a mamma Margherita e la rispetto. Fate anche voi altrettanto ≫. (IV, 147). ≪ Senza suo permesso non ho mai fatto niente≫. (I, 225). I suoi compagni d’infanzia asseriscono che egli ≪fu di una obbedienza straordinaria, tanto che le mamme lo additavano come esempio ai loro figli ≫. (I, 95).

2. Obbedienza al Confessore. Don Bosco, che con tanta insistenza inculcò tale obbedienza, fu sempre il primo a darne l’esempio, rimettendosi docilmente alle direttive ed alle decisioni del suo confessore S. Giuseppe Cafasso. Il biografo attesta che a lui Don Bosco ≪ obbedì interamente e senza osservazioni finchè visse, e dipendeva da lui in ogni cosa, sia nel regolare la propria coscienza, sia nelle opere che andava svolgendo≫. (IV, 587).

3. Obbedienza ai Superiori. Don Bosco la esigeva, ma anzitutto la praticava verso i suoi superiori, ossia verso il Vescovo e il Papa.

Verso l ’Arcivescovo di Torino la sua obbedienza e sottomissione riverente e filiale fu sempre incondizionata ed edificantissima, fino a raggiungere le più alte forme di eroismo nei dieci anni di incomprensione e di prove, a tutti ben note.

Nei riguardi del Papa, la sua docilità non solo ai comandi, ma anche ai più piccoli desideri, era proverbiale, e lo sapevano molto bene anche i settari, che lo chiamavano il ≪ Garibaldi del Vaticano ≫.

4. Con l’esempio Don Bosco mi fa giungere il suo richiamo paterno circa il valore e i pregi dell’obbedienza religiosa. ≪ Obbedite ai vostri superiori secondo il comando di Dio ed ogni cosa vi riuscirà bene ≫. (III, 607). ≪ Solo l’obbedienza può condurci per la strada sicura ≫. (III, 615). ≪ La vera obbedienza è il perno di tutta la vita religiosa ≫. (VI, 933). ≪ L’obbedienza è il compendio della perfezione di tutta la vita spirituale≫. (VII, 694). ≪ Senza l’obbedienza viene il disordine, il malcontento e non si fa più nulla che giovi≫. (VII, 602).

O Gesù, convincimi che costa molto di meno obbedire docilmente per amor tuo, che protestare, mormorare, seguire il capriccio e soprattutto persuadimi che solo obbedendo agisco in modo meritorio, fruttuoso, gradito a Te, sublime modello di obbedienza fino alla morte.

 

Punto Secondo

 

Come Don Bosco vuole che il Superiore esiga l’obbedienza

 

Essendo l’obbedienza il fondamento della vita religiosa, Don Bosco non poteva esimersi dall’inculcare ai superiori di formare i sudditi all’obbedienza, con paterna fermezza.

Circa le parti del superiore nell’esigere l’obbedienza, si ricavano dagli insegnamenti e dagli esempi del Santo norme preziose, che vanno meditate e praticate.

1. Fondare l’obbedienza sulle regole. Le Regole tracciano ad ogni superiore l’ambito della propria autorità e potere di governo, e determinano altresì chiaramente i doveri dei sudditi. Ogni superiore quindi che esercita la propria autorità secondo le Regole, è sicuro di assolvere debitamente alle proprie responsabilità e di conservare nella comunità l’ordine e il buono spirito. Quando i sudditi vedono che il superiore esige quanto le Regole prescrivono e che quindi nell'esercizio dell’autorità egli è fedele ed osservante delle Regole, non possono esimersi dall’obbedire.

≪ Il più efficace comando del superiore — osserva Don Bosco — è il buon esempio ed il precedere i sudditi nell’adempimento dei rispettivi doveri≫. (II, B4). ≪Per comandare bisogna saper obbedire ≫. (VIII , 446). Se il superiore obbedisce alla Regola, sarà obbedito dai sudditi. Se invece trasgredisce la Regola o tollera trasgressioni, promuove l’insubordinazione e la disobbedienza nei sudditi.

≪ Tutti quelli che esercitano qualche autorità. — aggiunge Don Bosco — se vogliono essere obbediti e rispettati, facciano essi stessi altrettanto verso i loro rispettivi superiori≫. (XIII, 248).

2. Formare all’obbedienza. Oltre l’esempio di fedeltà alle Regole, il Superiore deve adoperarsi per formare i sudditi all’obbedienza ed alla disciplina religiosa. Afferma Don Bosco: ≪ Il motivo per cui non si pratica rigorosamente l’obbedienza si è perché non si conosce il gran pregio di questa virtù≫. (VII, 694).

Il Superiore deve quindi richiamare frequentemente, sull’esempio di Don Bosco, i grandi principi soprannaturali che reggono la pratica dell’obbedienza e della filiale sottomissione ai legittimi superiori. Don Bosco stesso li enunzia affermando: ≪ Si abbia sempre presente che il superiore è il rappresentante di Dio e chi obbedisce a lui obbedisce a Dio medesimo≫. (IX, 575). ≪L’obbedienza non sia personale, ma religiosa≫. (X, 1112).

≪ Non si obbedisca mai perché è il tale che comanda, ma per motivi di ordine superiore, perché è Dio che comanda; comandi per mezzo di chi vuole≫. (XI, 356). ≪Il voto di obbedienza è appunto diretto ad assicurarci che noi facciamo la santa  volontà di Dio≫. (Costituz. art. 40). ≪La virtù dell’obbedienza è l’atto più grato che noi possiamo fare a Dio≫. (VI, 15). ≪Sii obbediente e sarai santo≫. (VI, 416). ≪Gli obbedienti sono benedetti sulla terra e sono grandemente premiati in cielo≫. (X, 1092).

Posso restare indifferente davanti a queste verità? Perché non le ricordo quando l ’obbedienza mi costa?

Gesù, che è Dio, obbedisce docilmente alle sue creature, ed io che sono un povero peccatore oserò disobbedire ai rappresentanti di Dio? Gesù, rendimi coerente. Vergine Immacolata, insegnami sul tuo esempio, a dire di sì.

 

Punto Terzo

 

Come Don Bosco vuole che i sudditi pratichino l’obbedienza

 

Devo ora considerare alcune caratteristiche dell’obbedienza salesiana.  

1. Don Bosco vuole l’obbedienza cordiale, allegra. ≪ Ognuno obbedisca al proprio superiore, considerandolo in ogni cosa qual padre amantissimo, e obbedendogli senza riserva alcuna, prontamente, con animo ilare e con umiltà≫. (Costituz., art. 44). ≪Nessuno obbedisca resistendo con parole o con atti o col cuore, per non perdere il merito della virtù dell’obbedienza ≫. (art. 45). ≪Sia la vostra obbedienza pronta, rispettosa ed allegra ad ogni comando dei Superiori ≫. (IV, 749).

2. Don Bosco vuole l’obbedienza di giudizio, ossia non si accontenta del legalismo forzato, ma vuole che il suddito accetti anche internamente il comando del superiore, ≪persuaso che nella cosa comandata gli è manifestata la stessa  volontà di Dio ≫ (art. 44), e dando così a Dio l’omaggio della sottomissione completa, esterna e interna. ≪ Sia la vostra  volontà — ammonisce il buon Padre — a volere ciò che vuole il Superiore, il suo giudizio sia il vostro, vostro il suo sentimento≫. (VII, 677). ≪ Non obbedienza che discute ed esamina le cose che le sono imposte, ma vera obbedienza, cioè quella che ci fa abbracciare come buone le cose comandate perché ci vengono imposte dal Signore, Non l’inferiore deve giudicare le cose dell’obbedienza, ma il Superiore che deve rendere conto di tutto e di tutti ≫. (X, 1037). ≪Se farete in tutto la volontà di chi è stabilito per comandare, non la sbaglierete perché il Signore assiste e ispira chi comanda; e chi cerca di fare osservazioni e di far cambiare di parere il Superiore la sbaglia ≫. (X, 1058). La mormorazione o la critica è invece la rovina della vera obbedienza soprannaturale e gradita a Dio. Devo assolutamente evitarla, se non voglio distruggere il merito e il valore dell’obbedienza che ho promessa a Dio.

3. Don Bosco vuole lo spinto di iniziativa proprio della famiglia, e suggerisce ai superiori di ≪ secondare il più possibile l’inclinazione≫ nell’affidare i vari uffici. Lo spirito salesiano di iniziativa non significa però capriccio, insubordinazione, ma invece che ognuno faccia spontaneamente, con impegno e con senso di responsabilità quanto è richiesto dal suo ufficio, secondo le Regole e gli ordini ricevuti, senza aver bisogno che il Superiore intervenga continuamente a comandargli ed a ricordargli il dovere.

≪ Tutti si regolino — insegna Don Bosco — secondo gli avvisi e le norme che il Direttore ha dato, e nelle cose in genere o improvvise da farsi, non si proceda a capriccio, ma si abbia sempre lo sguardo rivolto al centro di unità... Nelle cose ordinarie e giornaliere ciascheduno sa bene quali cose convengono al suo ufficio senza andare dal Superiore... Hanno tutti in mano le Regole e ciascheduno procuri di compiere il proprio dovere, l’ufficio che gli è assegnato, da buon cristiano e da buon religioso≫. (XII, 82).

O Gesù obbediente, è per tuo amore che ho fatto il voto di obbedienza, onde santificarmi nel modo più sicuro e facile e per riparare, con l’obbedienza, i miei peccati che mi hanno reso disobbediente a Dio stesso. Rendimi dunque fedele alle mie promesse, ed accogli la mia decisa  volontà di obbedienza generosa e convinta.

 

 

INDICE DELLE MEDITAZIONI SU DON BOSCO

 

Tratto da: San Giovanni Bosco, meditazioni per la novena, le commemorazioni mensili e la formazione salesiana

Autore: Sac. Domenico Bertetto SDB

 

 

     

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