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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

7° Luglio

VIRTU' CRISTIANE E BEATITUDINI - DOLCEZZA ED UMILTÀ. 

 

Beati i mansueti perchè questi possederanno la terra (S. Matteo, V, 4). I mansueti poi saranno eredi della terra e godranno abbondanza di pace (Salmo XXXVI, 11). 

 

1° Preludio. Signore, voi siete mite ed umile di Cuore, me l'avete detto perchò vi imiti, aiutatemi. 

 

2° Preludio. Prendo il posto al vostro fianco, o Gesù, durante il discorso sulla montagna, insegnatemi, parlate al mio cuore, modellatelo sul vostro. 

 

1° PUNTO: La dolcezza. — Beati quelli che sono dolci, di quella dolcezza attinta nel Cuor di Gesù. A questa sorgente, a questa scuola, si attingono tutte le insinuazioni della dolcezza: la parola consolante per l'anima che soffre, la parola incoraggiante per l'anima abbattuta o turbata, il sorriso del perdono per l'anima colpevole. Il cuore che è dolce fa volentieri l'elemosina di un sorriso, volentieri procura alle anime un po' di gioia e di felicità. Siate come un raggio di sole primaverile fra le contrarietà, le sofferenze, le mille pene della vita che affliggono i fratelli; come un raggio che rischiara, riscalda, dissipa le nubi, che rallegra il povero, l'ammalato, l'abbandonato. L'anima dolce penetra ogni cosa con la sua benefica influenza: è una forza, una potenza e niente le può resistere: essa possiede la terra guadagnando il cuore di quelli che la circondano per portarli a Dio. E' un apostolo, ed in sua compagnia si diventa migliori. Quante anime di sposi, fratelli, padri debbono la salvezza all'inalterabile e paziente dolcezza d'una compagna, d'una sorella, d'una figliuola! Quante anime traviate sono state guadagnate dalla dolcezza d'un'anima sorella ed amica! 

 

2° PUNTO: Gesù e gli apostoli. — O Gesù, che ci avete detto d'imparare dal vostro cuore ad essere umilie dolci, rendete il mio cuore simile al vostro! Quant'è dolce ed umile il divin bambino di Betlemme e di Nazaret! E' questa la caratteristica, il suggello della sua vita. Nella vita pubblica Gesù è dolce e buono per tutti. Isaia ce l'aveva dipinto (XLII, 1), e Gesù si compiaceva di rileggere questo quadro nella sinagoga: «Ecco il mio Figliuolo carissimo che non ama le querele, i gridi, il rumore del foro, che non spezza la canna piegata, e non spegne il lucignolo che fuma...». Geremia ce l'aveva presentato come un agnello pieno di dolcezza (XXXI). Egli doveva essere dolce tanto e più ancora di quelli che lo avevano rappresentato nel simbolismo dell'antica legge: Abele, Isacco, Giacobbe, David. Tutti i giorni, nel tempio, egli si era immolato sotto la figura d'un agnello, e san Giovanni lo chiama l'Agnello sacrificato fin dall'origine del mondo (Apoc.). Quando egli entra in Gerusalemme sulla modesta montatura, è il Re di dolcezza predetto da Isaia e Zaccaria (Matt. XXI). Durante la Passione, la dolcezza si traduce nella pazienza e nel silenzio. La dolcezza, dice san Paolo, è un frutto dello Spirito Santo con le virtù che gli somigliano: la pace, la benignità, la bontà (Gal. V, 22). La carità, è dolce, benevola, amabile, va ripetendo san Paolo a tutte le Chiese: Efesi, Galati, Corinti. E raccomanda a Timoteo di essere dolce con tutti, paziente e modesto come si richiede a un buon servo del Signore (II Tim. II, 24). L'uomo dolce sarà, beato non solo perchè Dio lo benedirà, ma anche perchè guadagnerà facilmente i cuori, e non avrà nemici. 

 

3° PUNTO: La pratica. — La dolcezza si acquista mediante il combattimento e l'esercizio. San Francesco di Sales, malgrado la sua natura viva, è divenuto il più dolce degli uomini. Bisogna farsi violenza per essere dolci verso gli avvenimenti, dolci verso i propri simili, dolci verso coloro il cui cattivo umore, i gusti, le abitudini ci urtano, ci annoiano, ci disgustano, ci impazientano. — Bisogna essere dolci verso se stessi, sopportare le nostre povere miserie, le ineguaglianze, le incostanze d'umore che ci affaticano, le nubi di tristezza e di noia che passano. «Bisogna soffrire e non far soffrire nessuno» diceva santa Sofia Barat. Bisogna domandare la dolcezza nelle preghiere e dire sovente: Gesù, dolce ed umile di Cuore, rendete il mio cuore simile al vostro. Niente è più favorevole all'acquisto della virtù della dolcezza, guanto il meditare i misteri di Betlemme e di Nazareth: bisogna penetrarsi della soavità di Gesù, rivestirsene, come dice san Paolo: «Rigettate ogni amarezza, ogni collera, ogni agitazione, e siate dolci, misericordiosi, pazienti. Imitate il Salvatore nella carità che ci ha manifestata». Riportiamo dall'orazione questa grazia, quest'espressione di dolcezza. Restiamo nel Cuor di Gesù, perchè la sua dolcezza rimanga in noi. 

 

Risoluzioni. — Gesù dolce ed umile di Cuore, vi supplico di nuovo, rendete il mio cuore simile al vostro. Sarò fedele alla visita quotidiana a Nazareth ed al Calvario, ed in questi due luoghi imparerò da voi la dolcezza, l'umiltà, la benignità, la pazienza. Risoluzioni speciali per quest'oggi.

 

FIORETTO: — Di' qualche volta: Signore, quando sarò santo? Tre volte il Veni Creator.

 

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