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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

6° Settembre

LE FIGURE DELL'EUCARISTIA - IL FRUTTO DI VITA, LA MANNA, IL PANE D'ELIA, L'AGNELLO PASQUALE 

 

E i suoi parenti andavano ogni anno a Gerusalemme per il giorno solenne di Pasqua. E quand'egli fu arrivato all'età di dodici anni, essendo essi andati a Gerusalemme secondo il solito di quella festa, allorchè passati quei giorni se ne ritornarono, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme, e non se ne accorsero i suoi genitori (S. Luca, II, 41). 

 

1° Preludio. Quale non fu l'impressione del bambino Gesù il quale preparava allora le grazie delle prime comunioni! 

 

2° Preludio. Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. 

 

1° PUNTO: L'albero di vita. — Nell'antico testamento tutto era figura: Dio che aveva in vista il Figlio diletto, faceva tutto per lui e in vista di lui. Il paradiso terrestre figurava la Chiesa ed il cielo; l'albero di vita figurava l'Eucaristia; i quattro fiumi rappresentavano i flutti del sangue e le sorgenti di grazie che escono dalle piaghe di Gesù. L'albero di vita era in mezzo al Paradiso, il frutto avrebbe dato l'immortalità ai nostri progenitori, se essi non avessero imprudentemente mangiato il frutto dell'albero della scienza. L'albero di vita nel centro del Paradiso è Gesù, il frutto di vita è il suo Cuore: le età di fede rappresentano Gesù nel seno della madre e portante in mano un frutto, frutto della vita. Dio, dice Mosè, fece nascere dalla terra tutte le piante gradevoli e utili. In mezzo al paradiso vi era l'albero di vita, ma vi era anche l'albero della scienza del bene e del male (Gen. II, 9). Il libro dei proverbi fa anche una comparazione fra l'albero della vita e la sapienza: la sapienza è dolce e vivificante come l'albero della vita. Ma il vero albero della vita è Gesù, la mistica vigna. Il frutto di vita, nella Chiesa, è l'Eucaristia: in cielo sarà Gesù, sarà il suo Cuore che formerà il nostro alimento e la nostra vita. Gesù sarà il vero pane di vita: la vita consisterà nel contemplarlo, e vivere nel suo amore (Apoc. II, 17; XXII, 14). 

 

2° PUNTO: La manna ed il pane d'Elia — Nostro Signore ha voluto lui stesso mostrarci nella manna una figura dell'Eucaristia; e lo ha fatto chiaramente e lungamente, poichè la manna era ben una figura provvidenziale del pane eucaristico. Tutto il Capitolo VI di san Giovanni ce lo spiega. A Cafarnao, nel gran giorno di Pasqua, al domani della moltiplicazione dei pani. «In verità, disse nostro signore, voi mi cercate, perché siete stati satollati, ma cercate piuttosto un nutrimento che dia vita per sempre. — I nostri padri hanno mangiato la manna caduta dal cielo nel deserto risposero — eppure sono morti! — E nostro Signore riprese: La manna non era che una figura; il vero pane del cielo, mio Padre ve lo dà ora. Sono io il pane di vita. Chi viene, a me, non avrà più nè fame nè sete; io posso soddisfare la fame di un'anima avida di felicità». Poi nostro Signore spiega loro come egli nutra le anime mediante la fede e la grazia, e che le nutrirà con l'Eucaristia. «Io sono il pane della vita, e questo pane è la mia carne, che sarà data per voi. Sì, voi dovrete mangiare la mia carne, e bere il mio sangue per avere la vita eterna. La mia carne sarà un elemento di risurrezione. Io resterò in chi mangerà la mia carne, e berrà il mio sangue, ed egli resterà in me». Ecco dunque, Signore, perchè voi avete data la Manna al popolo nel deserto. Quel pane bianco che aveva tutti i più dolci sapori, e che nutriva il popolo era una splendida figura dell'Eucaristia. La Chiesa ce lo ripete tutti i giorni: Voi ci avete dato un pane celeste che ha per noi tutte le bellezze». Il pane misterioso che fortificò il profeta Elia, era pure una bella figura dell'Eucaristia. Elia fuggiva la collera di Jezabele. Sfinito per la fatica, in mezzo al deserto, invocò la morte; s'addormentò: un angelo gli portò un pane miracoloso, e lo svegliò. Elia mangiò di quel pane, e si trovò tanto forte, da poter camminare quaranta giorni e quaranta notti fino al monte Horeb, ove Dio si manifestò a lui. Il pane Eucaristico sarà pure per noi una grande forza senza limiti. 

 

3° PUNTO: L'agnello pasquale. — L'agnello di Dio è stato immolato fin dall'origine del mondo, dice san Giovanni (Ap. XIII). E questo deve intendersi per le previsioni divine e per i sacrifici figurativi. L'agnello immolato per Abele rappresentava già il Salvatore, come pure tutti gli agnelli immolati dai patriarchi e quelli di cui gli Israeliti hanno segnato la soglia delle case in Egitto. Le migliaia di agnelli sacrificati nelle feste di Pasqua di tutti gli anni, avevano per scopo questo simbolismo. E per questo quanto dovette essere cara al Salvatore questa santa festa! Egli soggiorna nel tempio a dodici anni: contempla tutti questi agnelli colpiti al cuore, ed offre già il sangue, le piaghe, il Cuore per noi e per la nostra salute: pensa all'agnello eucaristico e prepara le grazie per tutte le nostre comunioni. 

 

Risoluzioni. — Signore Gesù, è il vostro amore che io trovo ovunque, l'amore del vostro Cuore, il sacrificio del vostro Cuore. Desidero mangiare anch'io questa pasqua, quest'agnello tutti i giorni immolato. Datemelo perchè io lo offra al vostro Padre come un olocausto a gloria sua come un riscatto per la mia salute. 

 

FIORETTO: — Chiedi la grazia più necessaria per te: insisti nel domandarla con la più illimitata confidenza.

 

 

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