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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

23° Ottobre

IL SANTO REDENTORE 

 

E aperto che ebbe il libro, i quattro animali e i ventiquattro anziani si prostrarono dinanzi all'Agnello, avendo ognun di loro celere e nappi d'oro pieni di materie odorifere che sono le orazioni dei santi, e cantarono un nuovo cantico dicendo: Degno, sei tu, o Signore, di ricevere il libro e d'aprire i suoi sigilli, perché sei stato scannato, e ci hai ricomperati con il sangue tuo (Apoc.,V, 8).

 

1° Preludio. Sì, il Redentore è degno di ogni onore e lode, perchè ci ha riscattati nel suo sangue. 

 

2° Preludio. Voi siete degno soprattutto, Signore, del più tenero amore, perchè è per nostro amore che avete dato la vita per riscattarci. 

 

1° PUNTO: Ecce homo. — Ecco l'uomo! ecco il Redentore!«I soldati del governatore conducendo Gesù al pretorio, lo spogliarono degli abiti e lo copersero con un mantello di porpora; gli posero una corona di spine sulla testa, una canna nella mano destra; e piegando il ginocchio deridendolo dicevano: Salute re dei Giudei! e sputandogli in volto, gli prendevano la canna, gliela battevano sul capo... Poi Pilato lo presentò al popolo dicendo: Ecce homo!». O buon Maestro, è così che voi m'avete riscattato; la vostra umiliazione ha espiato il mio orgoglio e il mio amor proprio; gli sputi hanno espiato le impazienze e le mie ipocrisie. Abbassando la vostra regalità voi avete preparata la mia. Quanto mi avete amato! E la mia ingratitudine è così profonda! 

 

2° PUNTO: Gesù in croce. — Ecco ancora il Redentore, il Salvatore! «Quando furono arrivati al luogo chiamato Calvario; essi vi crocifissero Gesù, fra i due ladri. Il popolo guardava, e lo scherniva insieme ai principi dicendo: Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo, l'eletto di Dio, come ha detto». Anche i soldati lo insultavano, e gli presentavano aceto dicendogli: «Se sei il re dei Giudei, salva te stesso!». — No, Signore, voi non volete la vostra vita, anzi volete sacrificarla per salvare la mia anima. La vostra croce è la mia salute: le vostre mani ed i vostri piedi trapassati dai chiodi espiano tutte le mie azioni colpevoli; il vostro Cuore aperto e lacerato paga il pegno di tutti i miei affetti sregolati; voi bevete il fiele e l'aceto per riparare alla mia sensualità, soffrite le umiliazioni più crudeli per espiare il mio orgoglio. I vostri dolori superano tutti quelli che la terra ha mai veduto; si può forse applicare alla lettera la lamentazione di Gerusalemme formulata da Geremia: «O voi tutti che passate, considerate ed osservate se vi ha dolore simile al mio, poiché il Signore, nel giorno della collera, mi ha trattata come una vite vendemmiata, nella, quale non s'è lasciato proprio nulla...» (Geremia, Lam. I, 12). Sì, Signore, voi siete stato calpestato come l'uva della vigna, e il sangue delle vostre vene è colato al suolo. Il vostro dolore non ha altro d'uguale che il vostro amore. Ecco dunque come avete considerato il peccato, é ciò che avete voluto fare per espiarlo! O Signore, quanto sono colpevole nel peccare tanto facilmente e nell'espiare così poco le colpe! Prendete dunque tutto il mio cuore, e non lasciatelo più allontanare da voi! 

 

3° PUNTO: La regalità vittoriosa. — Signore, la vostra regalità umiliata dalla corona di spine, dallo scettro derisorio, dalle genuflessioni insolenti, è uscito vittorioso dalla lotta. Queste umiliazioni vi sono titoli di gloria. Le piaghe delle membra e del Cuore sono il vostro trofeo. In cielo gli angeli e i santi, ritti davanti al trono dell'Agnello, cantano continuamente: «Voi siete degno, o Signore, d'ogni onore, d'ogni potenza, d'ogni amore perchè vi siete immolato, ed avete riscattato gli uomini con il vostro sangue». La morte è divenuta il vostro titolo di gloria, voi trionfate, perchè siete stato immolato. Sono la bontà, la misericordia, il vostro amore che vengono cantati e glorificati dagli angeli e dai santi. San Giovanni dice: «Guardai attorno al trono, e intesi la voce di migliaia d'angeli e di santi che dicevano: L'Agnello che è stato messo a morte è degno di ricevere potenza, divinità, forza, sapienza, onore, gloria e benedizione. E intesi tutte le creature che sono in cielo, in terra, sotto la terra, nei mari e negli abissi che rispondevano: A colui che è seduto sul trono ed all'Agnello, benedizione, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli» (Apoc. V, 11). E sarò io solo, o Signore, che non vi renderà lode e gloria? 

 

Risoluzioni. — Gloria e riconoscenza al Redentore! Perdono, Signore, per la freddezza e l'ingratitudine che hanno regnato fin qui nel mio cuore. Voi meritate amore, dedizione, assiduità; prendete il mio povero cuore e fissatelo nel vostro amore affinchè io sia finalmente fedele alle mie pratiche d'unione con voi!

 

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