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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

4° Novembre

SAN CARLO BORROMEO

 

Perché non cerco le cose vostre, ma voi, atteso che non debbono i figli far roba per i genitori, ma i genitori per i figli. Io però volentieri spenderò il mio, e spenderò di più me stesso per le anime vostre, quantunque amandovi più sia amato di meno (2 ai Cor., XII, 14). 

 

1° Preludio. Queste parole di S. Paolo si applicano mirabilmente a S. Carlo. Egli si è dato interamente, e non ha trovato riconoscenza. 

 

2° Preludio. Grande santo, domandate per me a nostro Signore lo spirito di pietà, di zelo e di riparazione. 

 

1° PUNTO: La pietà. — Fin dalla infanzia mostrò una pietà tale, che gli si riconobbe subito la vocazione ecclesiastica tanto che gli diedero la tonsura all'età di dieci anni. Divenuto vescovo di Milano a ventitrè anni, comincia a regolare la casa come un monastero. Gli esercizi di pietà vi si fanno in ore determinate, ed il santo comincia quella vita d'orazione, di carità pastorale, e di austerità che continuerà fino alla morte. Manifestava l'amore per nostro Signore confessandosi tutti i giorni prima della santa messa e recitando il breviario in ginocchio; come tutti gli amici del Sacro Cuore, aveva una devozione ardente per la passione di nostro Signore; faceva ogni giorno qualche esercizio di tenera devozione verso la Madonna ed i Santi. L'esempio della sua pietà edificava, e trasformava la diocesi. Intanto avanzava incessantemente nell'amore di Dio, e ad un'età poco avanzata, a quarantotto anni, era già maturo per la ricompensa. Presentendo la fine, si portò, con il confessore che aveva sempre con sè, al pellegrinaggio mariano del sacro Monte di Varano. Vi fece una confessione straordinaria, poi, qualche giorno dopo, andò a morire santamente a Milano. 

 

2° PUNTO: Lo zelo. — Lo zelo per le anime è la conseguenza dell'amore per nostro Signore. San Carlo che ardeva d'amore per il Salvatore voleva assolutamente guadagnargli un'infinità di anime. Non si dedicò meno agl'interessi generali della Chiesa che a quelli della diocesi; contribuì potentemente a condurre a buon fine gli ultimi lavori del Concilio di Trento, che si trascinava da più di diciotto anni. Prima d'entrare nella diocesi, vi inviò i religiosi della Compagnia di Gesù perché rianimassero la pietà mediante le missioni. Poi cominciò a dare in casa l'esempio della riforma prescritta dal Concilio di Trento, vendendo i suoi equipaggi e i mobili preziosi. Rinunciò a molti benefici, ed impiegò le rendite a fondare seminari e collegi, a sovvenire i poveri e gli ammalati negli ospedali. Per sovvenire alle opere; vendette il vasellame d'argento, i mobili preziosi e tutto quanto vi fosse in casa di costoso e di ricco. Il trionfo dello zelo di san Carlo fu la dedizione che mostrò durante la peste. Andava a visitare gli ammalati, gli appestati, e portava loro i soccorsi della religione; presiedeva le processioni di penitenza onde soddisfare la divina giustizia. Rimasto il modello dei vescovi, la sua vita è per loro un esempio, le opere sono il loro manuale di pastore, e negli atti sinodali essi vi trovano una direttiva per l'apostolato, come pure la trovano nelle prediche e nelle lettere. S. Carlo fece redigere il catechismo di Trento che è ancora per tutti i sacerdoti il miglior manuale di predicazione. 

 

3° PUNTO: Spirito di riparazione. — Il pensiero principale di san Carlo era: riforma e riparazione. Egli soffriva per quella rilassatezza che lo scisma d'occidente e il rinascimento avevano introdotto nella Chiesa. Perciò non esitò a riformare la casa ed a sopprimerne ogni lusso vendendo le argenterie, i mobili preziosi, per sovvenire così le opere; facendo sparire dal palazzo le tappezzerie, le decorazioni e tutte le altre ricercatezze del lusso, della vanità, e della sensualità. L'oggetto favorito delle meditazioni fu la Passione di nostro Signore; il digiuno era continuo, eccettuati i giorni di festa, ed osservava il digiuno non mangiando che qualche legume e pane e non bevendo che acqua. Sapeva bene quanto ci fosse da riparare! Come san Paolo, incontrò nemici; sovente la sua condotta venne disapprovata; si biasimarono le elemosine, lo si accusò di severità. Gli Umiliati che egli voleva riformare tentarono due volte di farlo assassinare, e non scampò che per miracolo dal pericolo. Sofferse queste persecuzioni senza lamentarsi, e finì con il guadagnare i nemici con la dolcezza. Durante la peste si offerse vittima per il gregge: vinse il contagio; andò in processione a piedi nudi e con la corda al collo; assistette gli appestati nel lazzaretto. Raggiunse così, in grado eminente, lo spirito di riparazione e d'immolazione. 

 

Risoluzioni. — Amore per nostro Signore, zelo, riparazione, ecco il vero spirito degli amici del Sacro Cuore, e queste sono le disposizioni in cui mi devo mettere costantemente. E lo farò secondo la regola al principio d'ogni azione, e negli esami e nelle preghiere. 

 

FIORETTO: — Recita tre Pater e Ave per l'Anima che è l'ultima ad uscire dal Purgatorio.

 

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