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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

11° Novembre

SAN MARTINO 

 

Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato, e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti demmo da bere? Quando ti abbiamo veduto pellegrino, e ti abbiamo accolto, nudo, e ti abbiamo rivestito?... E il re risponderà: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno dei più' piccoli di questi miei fratelli l'avete fatta a me (S. Matteo, XXV, 37). 

 

1° Preludio. S. Martino nella sua carità ha vestito nostro Signore rivestendo un povero. 

 

2° Preludio. Grande santo, fatemi partecipare al vostro grande amore per nostro Signore. 

 

1° PUNTO: Sua pietà. — Fin dall'infanzia san Martino si attaccò ardentemente a nostro Signore. A dieci anni fuggì dalla casa paterna per andare alla Chiesa ad ascoltare la spiegazione del Vangelo e farsi iscrivere fra i catecumeni. Diventò soldato, a quindici anni fu un modello di vita cristiana e a diciotto ricevette il battesimo. Abbandonato il servizio militare si recò presso sant'Ilario di Poitiers, attirato dalla santità del grande vescovo. Da allora fu definitivamente preso d'ammirazione e d'entusiasmo per la vita monastica: voleva santificarsi nella preghiera e nell'amore per nostro Signore, per cui si ritirò prima in un monastero a Milano, poi ne fondò uno nelle vicinanze di Poitiers a Ligugé. Divenuto suo malgrado vescovo di Tours, organizzò un monastero anche a Marmoutiers per vivervi con il suo clero. Predicò molto nelle Gallie, ove converti un'infinità di pagani, ma il principio della sua predicazione fu sempre la conoscenza e l'amore di nostro Signore. Un piccolo fatto ne fa risaltare la pietà e lo spirito soprannaturale: invitato ad un pranzo presso l'Imperatore Massimo a Treviri egli presentò il vino ad un sacerdote prima di presentarlo all'imperatore; e l'imperatore ebbe il buon senso di non offendersi. Durante la sua ultima malattia alzava incessantemente le mani e gli occhi al cielo, dove l'attendeva il diletto del suo cuore, e siccome avrebbero voluto piegarlo per sollevarlo alquanto disse: «Lasciatemi vedere il cielo, ove la mia anima sta per volare». 

 

2° PUNTO: il suo zelo per la perfezione e per la riparazione. — San Martino non vuole che la vita monastica per formarsi a perfezione. La cerca a Milano, a Poitiers, a Tours. La sua umiltà è estrema; rifiuta per molto tempo il sacerdozio; a Poitiers non è che un esorcista, e devono far violenza perchè accetti l'episcopato. Divenuto vescovo, custodisce la stessa umiltà, la povertà degli abiti e dei mobili e l'austerità monacale. Prima di fondare Marmoutiers, abita a Tours in una povera cella presso la Chiesa: a Marmoutiers fa rivivere tutta l'austerità degli anacoreti: è lui che introduce la vita monacale in Francia, e gli si deve dunque una parte di tutto il bene che si è fatto nelle innumerevoli abbazie francesi in tutti i secoli di fede. La sua vita è stata così santa, così staccata dalle creature e dal mondo che al momento della morte non aveva nulla da rimpiangere. Il demonio gli si presentò, ma egli ha potuto dirgli: «Ritirati, bestia immonda, perchè non hai alcun diritto sopra di me». Ecco la strada del cielo: il distacco dalle creature, la purità, la preghiera, l'amore per nostro Signore. 

 

3° PUNTO: La sua carità, per il prossimo. — È proprio questa la caratteristica di san Martino: lo si rappresenta ordinariamente nell'atto di dare la metà del mantello ad un povero. Fu appunto questo atto di carità che valse a guadagnargli il Cuore di nostro Signore, e che gli ha preparato tutte le sue grazie. Egli è stato un apostolo infaticabile; ha percorso la Gallia, convertendo i pagani con le predicazioni e con i miracoli; ha distrutto i templi pagani e fatto costruire le chiese che li sostituissero. Nella sua bontà sollecitava, presso i principi a Treviri, il perdono ai delinquenti, la libertà ai prigionieri, il ritorno agli esiliati, o il sollievo ai poveri e agli infelici. Sapeva anche persuadere l'imperatore che tutte queste opere servirebbero per la sua gloria. Caduto malato, era pronto a ritardare la gioia della sua ricompensa, se nostro Signore avesse voluto utilizzarlo sulla terra. Quando i discepoli lo supplicavano piangendo di non abbandonarli egli rivolse a nostro Signore questa preghiera assai conosciuta: «Signore, se sono ancora necessario al vostro popolo, non rinuncio il lavoro; sia fatta la vostra volontà!» Questo appunto era il segreto dei suoi successi apostolici e dei suoi progressi incessanti nella virtù: nella conformità alla volontà divina in ogni cosa. Quest'ammirabile vita ci invita alla lode di Dio, alla riconoscenza e all'imitazione delle virtù di quest'amabile santo. 

 

Risoluzioni. - Pietà, amore per nostro Signore, zelo per la perfezione, carità verso il prossimo, ecco un bel regolamento di vita. Tutte queste virtù si danno la mano: il distacco e l'austerità ne sono la condizione, ma è l'amore per nostro Signore che dà le ali all'anima per avanzare rapidamente nella via della santità. 

 

FIORETTO: — Tre Pater e Ave per la conversione degli infedeli. Associati a qualche Istituzione per la propagazione della fede.

 

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