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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

17° Dicembre

SAN GIOVANNI BATTISTA IN PRIGIONE - MODELLO DI PAZIENZA E DI RASSEGNAZIONE 

 

Avendo Giovanni udito nella prigione le opere di Gesù Cristo, mandò due dei suoi discepoli a dirgli: Sei tu quegli che sta per venire, ovvero si ha da aspettare un altro? E Gesù rispose loro: Andate e riferite a Giovanni quel che avete udito (S. Matteo, XI, 2). 

 

1° Preludio. E' un giusto, un profeta, il Precursore del Salvatore, che è stato gettato da Erode in una prigione spaventosa, caricato di catene per la giustizia e per la castità„ in attesa della morte. 

 

2° Preludio. Signore, datemi la grazia di sopportare le sofferenze con pazienza e rassegnazione, come il santo Precursore. 

 

1° PUNTO: I discepoli del Cristo, come il Precursore, devono sopportare le sofferenze con pazienza. — La Chiesa ci invita a meditare durante l'Avvento sulla pazienza e sulla rassegnazione del Precursore. Andiamo in spirito nella prigione del Battista e contempliamo questo spettacolo commovente. Il Precursore non doveva somigliare a nostro Signore e preparargli le vie? Nostro Signore doveva salvarci per mezzo della croce, doveva compiere la missione mediante la sofferenza (S. Luca XXIV), doveva stabilire la religione con la croce e con la sofferenza, conveniva quindi che il Precursore passasse per la stessa strada, e si mostrasse eroico nelle afflizioni e nelle catene. Conveniva che il martire della Sinagoga spirante preparasse le vie al Salvatore, che doveva aprire il cielo con le sofferenze e con il sangue. Il nostro Salvatore voleva partecipare buona parte delle grazie delle sue sofferenze al Precursore. Voleva anche preparare gli spiriti al Vangelo, mostrando loro ciò che i giusti devono attendere; e voleva poi darci un modello per insegnarci a ben soffrire. Il coraggio di questo giusto condanna la debolezza, e ci eccita, poveri peccatori che siamo, a soffrire pazientemente per i peccati e per il suo amore. Noi sappiamo come lui, nostro modello e nostro primogenito, ha segnato con il sangue il cammino del Calvario, e pretenderemo di seguirlo e d'imitarlo cercando una strada seminata di fiori? Non siamo dunque i discepoli d'un Dio crocifisso? Non siamo destinati a divenire conformi a quest'adorabile e doloroso modello? (Ai Rom. VIII, 29). Se noi soffriamo con lui, saremo poi glorificati con lui (Ibid.). Se dunque vogliamo essere i discepoli del Cuor di Gesù imitiamone la pazienza e quella del Precursore. Studiamo ed esaminiamo le disposizioni, e vediamo se sono conformi al modello. Se non facciamo un santo uso delle sofferenze durante questi vita, se non lavoriamo a soddisfare la giustizia di Dio, non dovremo poi farlo con un rigore maggiore nell'altra vita? Finora come abbiamo sofferto? Come dovremo soffrire per l'avvenire, quando le prove giungeranno? 

 

2° PUNTO: Prezzo delle sofferenze. — Non sappiamo che la misericordia di nostro Signore accorda un alto prezzo alle nostre croci degnamente sopportate? Una leggera tribolazione ci prepara un grado immenso di gloria superiore ad ogni misura (II Cor. V, 17). Che cambio vantaggioso! Da parte nostra che cosa vi portiamo? Un niente, un disprezzo, un'umiliazione, una malattia, una privazione, tutto sofferto con pazienza, con confidenza e con fede. E nostro Signore viene invece con la grazia, con la consolazione, con l'amore, con il suo regno. La rassegnazione lo consola e lo attira, egli viene, porta la parte maggiore delle nostre pene, ci aiuta a portare l'altra, asciuga le lagrime, ci santifica, e poi ci coronerà. Non vediamo anche che l'umiliazione è la salute? Ascoltiamo il re David: «È per il mio bene, o Signore, che mi avete umiliato» (Salmo CXVIII). La prosperità ci accecava: noi non conoscevamo la bontà di Dio e la nostra povertà, non sapevamo più di aver bisogno di lui. Se non ci avesse abbandonati alla sofferenza, quante volte la delicatezza, la mollezza e la debolezza avrebbero preso un terribile ascendente sopra l'anima nostra! Le frecce portano la luce (Habacuc III, 11). Esse non penetrano il cuore che per portarvi il rimedio alla pigrizia, all'infedeltà ed al gusto dei piaceri sensuali. 

 

3° PUNTO: Gli uomini apostolici, sacerdoti, religiosi, missionari, che hanno la missione di annunciare il Salvatore devono soffrire dietro l'esempio di san Giovanni Battista. — Gli uomini apostolici non devono assomigliare in modo tutto particolare al Precursore? Come lui devono preparare le vie a nostro Signore, devono contribuire con lui, mediante le espiazioni ed i sacrifici, a salvare i peccatori. Per noi e per le anime che dobbiamo santificare la pazienza è sommamente necessaria; ascoltiamo gli apostoli che ce lo ripetono: «La pazienza vi è necessaria per conquistare la ricompensa promessa» (Agli Ebrei X, 36). «È attraverso alle tribolazioni, che noi entreremo nel regno dei cieli» (Atti XIV). È per mezzo della croce che somiglieremo a nostro Signore, e per i meriti di lui la croce ci deve essere una gioia ed una grazia. «Stimate le prove come una gioia» (S. Giac. 12). «Tutta la mia gloria è nella Croce di Gesù Cristo» (Ai Gal. VI, 14). Se nostro Signore ci prova dopo le colpe, ci dimostra amore, ed è segno che ci vuol correggere e perdonare. I Maccabei espressero molte volte questo pensiero: «Le rapide punizioni di Dio sono il segno d'un grande beneficio» (II Mac. VI, 13). «Se Dio punisce il popolo con l'avversità, è segno che non lo rigetta» (Ibid. VI, 16). 

 

Risoluzioni. - Mio Dio, perdonatemi tutte le colpe che ho commesso con il soffrire senza pazienza e senza rassegnazione. Supplirò a queste mancanze praticando assiduamente la sopratutto interiore, con la modestia e col raccoglimento. Voglio mettermi nella disposizione di soffrire con generosità le prove che Dio vorrà. 

 

FIORETTO: - Recita nove Gloria Patri, sii umile con tutti.

 

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