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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

8° Gennaio

Infanzia e gioventù di S. Giuseppe. 

 

Giuseppe fu educato secondo ì costumi della nazione ebrea. I suoi genitori conoscendo quanto la prima educazione influisca sull'avvenire dei figliuoli, si adoperarono di fargli amare e praticare la virtù, dal momento in cui la sua giovine intelligenza fu capace di apprezzarla; ed Egli cresceva fornito d'un esimio pudore, d'una modestia, d'una prudenza somma, eccellente per la pietà verso Dio, e splendeva d'una meravigliosa bellezza di corpo. Appena le forze glielo permisero, Giuseppe aiutò il padre nei suoi lavori. Egli apprese il mestiere del falegname, il quale, secondo la tradizione, era altresì il mestiere del genitore. Quanta applicazione, quanta docilità dovette Egli usare in tutte le lezioni che riceveva dal padre ! Pensare che era nipote di Salomone, il quale aveva palazzi sterminati come città , alle mense del quale s'apprestava ogni dì tanto cibo da satollare paesi ; ed ora egli, suo discendente, ha meschina la casa e parco l'alimento. Quelle mani che dovevano stringere lo scettro erano incallite dai ferri del mestiere. Egli nato a vestire la porpora, si cingeva del grembiale dell' artigiano e con esso si asciugava il sudor di quella fronte che doveva portar la corona d'Israele ! Ma nella sua bottega, Giuseppe sfolgoreggiava agli occhi di Dio, più che non Salomone nel suo trono gemmato. Oh si, piacque tanto a Gesù la povertà e umiltà di Giuseppe, che volle entrare a parte e dividere con Lui il pane del sudore. L'umiltà che non vuole apparire nulla per sé, invece è tutto. Essa è verità, è rassegnazione, é obbedienza, é abnegazione, è fortezza, è carità, è splendore, è gloria ; é la nuvola d'oro che mena al cielo, e ravvolge i celesti ; l'umiltà è il fondamento d'ogni virtù e d'ogni grandezza. Questa virtù S. Giuseppe la possedette in modo eccellentissimo, e questa virtù è quella che d'un povero artigiano ne ha fatto il padre putativo di Dio. E noi, imitiamolo. Non tanto affanno a primeggiare sulla terra : umiltà ! So bene che i tristi ci molesteranno, ci derideranno i superbi, ma noi rispondiamo a loro con un sorriso di compassione, con fermezza e sempre con umiltà. Cosi ci faremo santi, ed i cattivi colpiti dalla nostra costanza si convertiranno. Se caso mai ci ravvolgesse il velo dell'oscurità agli occhi del mondo, consoliamoci perciò siamo aperti agli occhi di Dio. Abbiamo per padre Giuseppe, per fratello Gesù, e quale più nobile parentado, e quale gloria più grande ? 

 

PROPOSITO. 

Ad onore di S. Giuseppe sopporterò rassegnato e contento le piccole umiliazioni a cui dovessi andar soggetto.

 

ESEMPIO. 
Un'amputazione fatta da S. Giuseppe. Nell'anno 1864 un sacerdote torinese, per causa di un'escrescenza nel meato dell'orecchio sinistro, stava per perdere l'udito. I medici avevano giudicato necessario un taglio che riusciva pericoloso per molti motivi. Prima di esporsi a quel pericolo, quel buon sacerdote volle provare un altro rimedio. Fece una novena a S. Giuseppe e non so qual voto, se otteneva la guarigione di quel malanno. Durante la novena quel sacerdote raccontava in pubblica scuola che al mattino precedente svegliandosi s'era accorto di sentir più del solito, e che mandato per il medico, questi trovò scomparsa totalmente l'escrescenza. L' amputazione l'aveva fatta S. Giuseppe colla sua potente intercessione e la fece meglio di qualunque medico, poiché, mentre simili amputazioni generalmente non tolgono il male nella radice, per quel sacerdote la cura fu radicale, e non ebbe mai più a soffrire per quel motivo. Quando ci troviamo ammalati, ricorriamo pure ai medici ed ai medicinali ; ma non dimentichiamo che tutte le cose sono nelle mani di Dio, e che Iddio vuol glorificare S. Giuseppe, soccorrendo per mezzo di Lui gli ammalati che a Lui fanno ricorso : perciò non manchiamo di metterci anche noi nelle mani del nostro Santo. 

 

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