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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

2° Marzo

La vocazione di Giuseppe 

 

I. — Vocazione sublime. — Iddio, che nell'eternità vedeva e prestabiliva ogni cosa, dovette, nel comporre la figura di Giuseppe, coinvolgerla negli splendori della sua Maestà, profondere i tesori della sua sapienza e della sua potenza, per stampare in lui un'orma assai più vasta del suo spirito. Lo collocò in cima alle gerarchie del creato, immediatamente dopo e accanto alla primogenita fra tutte le creature. La missione da confidargli era tutta divina, e doveva assumere proporzioni immensurabili, per la salvezza del mondo intero. Gli assegnò per questo una pienezza di grazia pari a tanta altezza, e una provvidenza singolare, che ne avrebbe tracciato ogni passo. Anima che mediti, rallegrati profondamente dinanzi a questi sublimi misteri di predestinazione, e renditi conto della tua vocazione al cristianesimo e allo stato, in cui la Provvidenza ti ha posto. 

 

II. — Corrispondenza fedelissima. — Tanta grandezza di santità Giuseppe la racchiuse nel suo cuore, e l'avvolse nelle pieghe del suo ammirabile silenzio. Egli è solo intento a mettere a profitto il ricco tesoro di grazia. È incredibile, dice s. Teresa, il termine a cui giungerebbe un'anima, se corrispondesse a tutte le grazie del Signore. Che dire di Giuseppe? Nessuna grazia scendeva invano nel suo cuore, nessuna ispirazione, nessun impulso al bene rimaneva sterile, portato sulle ali dell'amore, saliva ogni giorno più in alto. Egli è sempre il servo fedelissimo. Un prodigio lo designa sposo della Vergine, ed egli l'accetta; un timore inquieto lo turba al riguardo di lei, egli pensa solo a dimetterla segretamente, e presto si rassegna alle assicurazioni dell'angelo; un editto imperiale lo chiama a Betlem, ed egli va fiducioso in Dio solo, e si rifugia con Maria in una grotta; un messaggio angelico lo conduce in Egitto e poi lo riconduce a Nazaret, ed egli sempre docile si lascia guidare dalle mani di Dio. La sua vita è un incessante Amen, quale armonica risonanza sulla terra delle note segnate da Dio nel cielo. Fu per questo definito per antonomasia il giusto. Qui sta, o anima, l'essenza della perfezione: nell'assicurarsi della divina chiamata e nel corrispondervi fedelmente; nel vivere a ogni passo in conformità con il divino volere, nel rinnegare la volontà propria e lasciarsi condurre dall'adorabile e amabilissima volontà di Dio, anche nelle cose più difficili. È la volontà di un padre buono e onnipotente. 

 

Fioretto: Vivere in questo giorno in fedelissima corrispondenza a tutte le ispirazioni della grazia. 

 

Giaculatoria: Giuseppe fedelissimo, prega per noi. 

 

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