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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

23° Marzo

Giuseppe conformato alla volontà di Dio 

 

I. — Conformità in ogni passo. — Questa conformità fu la legge di vita del caro Giuseppe, la norma che regolava ogni suo passo. Non poteva essere altrimenti. Egli era il padre di Colui che era venuto sulla terra, precisamente per fare la volontà del Padre suo celeste. Non avrebbe saputo trovare altro movente più nobile e persuasivo, che il santo volere di Dio. Egli conosceva a fondo che il miglior modo di procurare gloria a Dio e di piacergli è quello di fare in tutto ciò che Egli vuole. E, per ottenere un sì gran bene, avrebbe rinunziato a tutto, anche alla vita, e si sarebbe sobbarcato a qualunque sacrificio. È volere di Dio, come la grazia gl'ispira, che conservi interamente la sua verginità; è espresso volere di Dio che egli si sposi a una vergine, per custodirne il virgineo candore, e Giuseppe è pronto ad adempierlo con gioia. È volere di Dio, manifestato attraverso l'editto di Cesare, che egli si allontani da Nazaret e vada insieme a Maria con disagio a Betlem, a dare il nome, e Giuseppe non discute, né si lagna dell'inopportunità del momento. È volere di Dio che si adatti in una stalla per la nascita divina del suo Figliolo, e Giuseppe con inalterata serenità vi si rassegna. Era tanto verosimile che la legge della purificazione non riguardasse né Maria né il bambino; ma quella legge non accenna ad alcuna eccezione, e Giuseppe con Maria non osano permettersi una singolarità, che forse avrebbe richiamato l'ammirazione; e vanno al tempio, nella massa comune dei coniugi, a offrire il bambinello, e Maria a purificarsi. La legge mosaica prescrive di recarsi ogni anno al tempio, nella ricorrenza della Pasqua, e Giuseppe puntualmente si reca con animo ilare a Gerusalemme, insieme a Maria, a offrire al Signore il tributo della preghiera e del sacrificio. Iddio permette la prova dolorosa dello smarrimento di Gesù, e Giuseppe, col cuore straziato ma calmo, lo ricerca con sollecitudine, e lo ritrova nella gioia. Perché stentare da mattina a sera presso il banco del lavoro e fare stentare Colui che sostenta il mondo; perché tante contrarietà e disprezzi dal popolo, perché rinchiudersi nell'oscurità a coprire della sua ombra Colui che è l'aspettato di tutte le genti? Ma Giuseppe non si domanda tutti questi perché. Egli legge in ogni evento, in ciascuna circostanza, una disposizione dell'imperscrutabile volontà di Dio, e, nell'uniformarvisi, trova tutto il suo contento, tutta la sua gioia. Ciò che Dio vuole è disposto da una sapienza infinita, da un amore tenerissimo di padre, ordinato sempre al nostro vero bene. Niente di più giusto, di più santo, di più vantaggioso, che conformarsi a questa adorabile volontà in ogni sua disposizione, anche la più contraria e la più ripugnante. 

 

II. — Uniformità perfetta e gioiosa. — Ecco delineata in questi tratti l'uniformità di Giuseppe al volere divino. Tutto in lui era amore, tutti i suoi atti e movimenti procedevano dall'amore. A ogni ordine e disposizione proveniente da Dio, o per segni sovrannaturali, o per vie ordinarie, corrispondeva in lui una prontezza e una gioia nell'uniformarvisi, senza replica o difficoltà di sorte. Ma siffatta prontezza era l'espressione di quell'intimo slancio di amore, onde si moveva a discrezione del soffio della grazia. Egli non conosceva altra norma, altro ritmo del suo vivere, se non la volontà e il gusto di Dio, secondo che si andava manifestando. I vari tratti della sua vita sotto lo sguardo di Dio erano come le armonie di una musica stupenda, le cui note erano scritte nel libro del santo volere divino, che formava tutto il compiacimento dell'Altissimo. Sollevati in alto, anima che mediti, a considerare come nulla vi è di più vero, di più giusto, di più adorabile, che il beneplacito divino. Nulla può escogitarsi di più conveniente, di più vantaggioso per noi, che ciò che Egli vuole; nulla di più santo e per conseguenza di più giocondo che il suo beneplacito e la virtù di conformarsi ad esso, con perfetta letizia. Cerca di intuirlo con la preghiera, col domandar consiglio; procura di metterlo in atto con la fedeltà alle divine ispirazioni, con l'ubbidienza pronta, con la rassegnazione perfetta in ogni evento. Abbandonati alla sua condotta, e proverai quaggiù le delizie della pace, quale saggio anticipato del cielo. 

 

Fioretto: Fare, con l'aiuto di s. Giuseppe, un atto di accettazione di tutte le disposizioni della divina volontà, presenti e future, specie di quelle che maggiormente costano alla natura e all'amor proprio. Conformità alla volontà divina. 

 

Giaculatoria: O Giuseppe, perfettamente uniformato al divino volere, prega per noi. 

 

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