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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

29° Maggio

LA GLORIA DI SAN GIUSEPPE: PREMIO DELLA SUA PAZIENZA 

 

Come nostro Signor Gesù Cristo disse di se stesso ai discepoli di Emmaus: Era necessario, che Cristo tali cose patisse, e così entrasse nella sua gloria (Luc. 24, 26), nello stesso modo i grandi patimenti che travagliarono la vita di S. Giuseppe furono la strada erta e spinosa per cui salì alla gloria. S. Paolo, che tanto sofferse per amor di Gesù Cristo, scriveva ai Romani (8, 17-18): Patiamo con lui, per essere con lui glorificati; io tengo per certo, che i patimenti del tempo presente non possano essere paragonati alla gloria futura che si rivelerà in noi. E questa gloria, che corrisponde ai patimenti sofferti per Gesù, sarà tale, che dinanzi ad essa a nulla si ridurranno i più atroci tormenti e i martirii più raccapriccianti, così che San Paolo ancora scriveva ai Corinti: Quella, che è di presente momentanea e leggera tribolazione nostra, opera in noi un eterno, sopra ogni misura, smisurato peso di gloria (2, 4, 17). Questo enorme peso di gloria spetterà a tutti i Beati ed anche al minimo di essi; che dovrà dirsi adunque della gloria di San Giuseppe, se il Signore, come cantò Davide, proporziona il premio al merito e le consolazioni alle pene sofferte? Gesù ha insegnato che la via della gloria è quella della croce; egli che tutti precedette nel portare la croce fu anche il primo ad entrare nella gloria: dietro a lui, i suoi più fedeli seguaci, e i più vicini a lui nel godere sono quelli che furono a lui più vicini nel patire: così nessuno, dopo Maria, può vantarsi di gloria maggiore di quella che gode San Giuseppe. Gesù, che conobbe da vicino i lunghi ed aspri patimenti di S. Giuseppe, ebbe poi a cominciare la sua predicazione con il proclamare beati quelli che piangono, quelli che soffrono persecuzioni per amore della giustizia, e disse: Beati siete voi, quando gli uomini vi malediranno e vi perseguiteranno... Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Matt. 5, 1-12). E poiché tutte le beatitudini, che si riducono al disprezzo delle ricchezze, degli onori, dei piaceri, delle comodità terrene ed all'amore della giustizia a costo di qualunque patimento, si riscontrano quasi in compendio in S. Giuseppe, in lui parimente devono accumularsi tutti i premi da Gesù Cristo promessi, e cioè le consolazioni, l'appagamento della volontà, la vista di Dio, la figliuolanza di Dio, e infine il possesso sicuro e stabile del trono celeste al disopra di tutti gli altri, e Santi e Angeli, perché più d'ogni altro egli fu perfetto nell'adempimento delle beatitudini evangeliche. La sovraeminenza di quel trono ricorda quella di Giuseppe, figlio di Giacobbe, elevato ai primi onori d'Egitto dopo quelli di Faraone. Egli vi fu portato dalle tribolazioni e fu merito della sua pazienza il gaudio successivo; merito dell'oscurità del carcere, lo splendore del potere; merito dello oblio in cui giacque, la celebrità, a cui salì per tutta la terra di Egitto e per tutti i secoli. La gloria terrena del primo Giuseppe fu figura e profezia della gloria immensamente maggiore del secondo Giuseppe in cielo. 

 

PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO

 

San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che soffrono persecuzione per il nome di Cristo.

 

FIORETTO: - Ripeti sovente il Gloria Patri con attenzione.

 

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