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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

5° Luglio

S. GIUSEPPE PADRE DI GESÙ.

 

All'augusta qualità di sposo di Maria, Giuseppe aggiunge anche quella di padre di Gesù. L'uomo Dio doveva nascere nel seno immacolato d'una vergine, e questo frutto di benedizioni non poteva essere che l'opera della potenza divina; ma l' Eterno volendo nascondere questo mistero alla sapienza del secolo, bisognava che scegliesse un servo fedele, che davanti agli uomini tenesse luogo di padre a questo fanciullo delle promesse, e che servisse di velo ai disegni adorabili della sua Provvidenza; la giustizia di Giuseppe lo rese degno di sì sublime incarico; il Signore divise con lui la gloria che egli si era riserbata comunicandogli la sua autorità e la potenza sopra questo figliuolo prediletto; e Giuseppe divenne l'immagine e l' espressione della sua divinità, e meritò con le sue cure e con la sua tenerezza la qualità di Padre di Gesù che lo Spirito Santo gli dà nelle sacre Scritture. (Mat. 11 ). Ministro della provvidenza e cooperatore della sapienza divina nel più alto dei nostri misteri; la gloria dell'antico Giuseppe non fu che l'ombra della sua; l'esaltazione del primo nella corte di Faraone non era che la figura dell'autorità che il secondo doveva esercitare nella casa di Dio. Uno salvò l' Egitto con la sua previdenza, e seppe coi suoi benefici interessare un popolo nella sua gloria ed affezionarselo con la riconoscenza: l'altro conservando con le sue cure il Figliuolo di Dio, concorse alla redenzione del mondo ed alla salute degli uomini. Nella casa di Giuseppe si forma la religione, in essa comincia la carriera del sole di giustizia, la cui luce deve dissipare tutti quanti gli errori; sotto alla sua mano, bagnata di sudore, cresce quest' albero di vita, i cui rami si spandono su tutta la terra, sotto i suoi auspici i misteri si compiono e le profezie si avverano. L'Agnello senza macchia si sottomette alla legge della circoncisione; la sua volontà sembra che non abbia parte veruna alle primizie del suo sacrificio. Giuseppe tiene la vittima sull'altare, terge le sue lagrime, scorge sotto il velo della cerimonia la figura della sua immolazione sanguinosa, ed illuminato su quanto riguardava questo Re immortale dei secoli, gli dà quel nome divino che solo poteva significare la sua grandezza: Vocatum est nomen ejus Jesus ( Mat. 1). Devoti figli di Maria, ringraziate Giuseppe con tutto il cuore di ciò che fece per Gesù; unitevi alle sante disposizioni di questo beato Patriarca, al fine di pronunciare anche voi con amore e confidenza, questo santo nome che contiene tutte le nostre speranze.

 

O padre del mio Salvatore, ammirabile S. Giuseppe, a cui l'uffizio dal cielo affidato di sostenere e proteggere il figlio dell' Eterno costò tante cure e tanti stenti, assistetemi nelle ansietà e nelle tribolazioni della vita: ottenetemi quello spirito di fede e di amore verso Gesù, che aveste voi: affinché uniformandomi nelle pene e negli affanni al gran modello di tutti i predestinati, meriti di essere riconosciuto qual vero seguace del Redentore.

 

FIORETTO. Fate un'elemosina a qualche povero, in onore di S. Giuseppe.

 

Un ufficiale di marina convertito per mezzo di S. Giuseppe.
Monsignor Luquet vescovo d'Hesebon racconta una avventura del suo viaggio alle Indie. La maggior parte dei capi del bastimento e marinai, sembrava assai poco disposta a volersi accostare ai SS. Sacramenti. La pasqua s'avvicinava, e non si aveva speranza che qualcuno dovesse prevalersene per riconciliarsi con Dio. Noi non cessavamo di pregare per essi. Sacrificavamo la maggior parte delle sere, ed ancora le notti stesse, nel visitar il cassero, onde trattenerci con essi dei loro affari, delle loro famiglie ed affezioni, sperando di guadagnar in tal modo la loro confidenza, e poterli ridurre a conversione. Il Signore si degno di benedire le nostre industrie, e lo ringraziammo particolarmente peri frutti che raccogliemmo, col mezzo della confidenza nostra nel potere di quel Santo, a cui secondo il testimonio di S. Teresa, nulla si è giammai chiesto invano. Il primo ad arrendersi fu un ufficiale; a questo ne seguì un altro; poi molte persone dell'equipaggio. E qui narrerò in qual modo accadde questo, affinché tutti abbiano nuovo motivo d'accrescere la loro confidenza nel gran Santo il cui potere ha tanta forza per far trionfare la grazia di Gesù Cristo. Qualche tempo prima dell'epoca suddetta il sig. Sobier, uno dei nostri confratelli, anima candida e santa, che ispirava a tutti la più tenera affezione, parlando ad un ufficiale del potere di S. Giuseppe gli raccontò quello che scrive S. Teresa a tal proposito, e la pia conversazione portò buon frutto. il giorno dedicato dalla S. Chiesa a celebrare la festa di questo gran Patriarca l'ufficiale suddetto si trovò presso la camera del sig. Sobier mentre esso vi diceva la S. Messa. Gettò uno sguardo sull'altare; benchè continuasse a parlare con altra persona, pure gli sovvenne di domandar a Dio la propria conversione, come gli aveva poco prima insinuato il nostro caro compagno. Erano circa le sette del mattino, e la sera presso a poco alla medesima ora, io me ne stava seduto in un angolo del cassero aspettando al solito un'occasione favorevole per trovar cuori disposti a ricevere parole di eterna salute. Già questo felice momento era giunto per l'ufficiale di cui parlo, il quale si avvicinò a me, ed io gli rivolsi il discorso, che dapprincipio fu di cose indifferenti, e poscia entrò in materie interessanti, cioè sul fine per il quale siamo creati e quello che dobbiamo aspettarci.... A mezzanotte l'ufficiale stava ai miei piedi confessando le sue colpe, e domandando a Gesù grazia di contrizione e penitenza. Mi aveva già raccontata l'ispirazione avuta nella mattina, ed entrambi ci unimmo a ringraziare il Signore, ed il gran Santo per la cui intercessione questo uomo avventurato ottenne si bel favore. Per varie notti continuammo a parlarci; e infine ebbe la bella sorte d'accostarsi, alla santa mensa, con indicibile, consolazione sua e nostra. Fu così commovente questo fatto che per mostrare a Dio la mia riconoscenza, e per animar sempre più la mia fede, feci voto di celebrare una Messa a S. Giuseppe in suo onore ogni volta che qualche persona s'accostasse ai ss. Sacramenti, e ciò finchè non fossimo giunti a Pondichery. Una tal mostra di fiducia non fu vana, giacchè pochi giorni dopo, il luogotenente del bastimento accondiscese della miglior voglia a fare dal canto suo tutto ciò che poteva per rientrare in grazia di Dio; e prima che terminasse il tempo pasquale ebbe anch'egli la felicità d'accostarsi ai sacramenti: nel che fu imitato da molte altre persone.

 

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