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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

7° Luglio

S. GIUSEPPE CAPO DELLA SACRA FAMIGLIA.

 

Iddio aveva scelto una nazione per farne un suo popolo prediletto, e in mezzo a lei volle avere una famiglia privilegiata dove si compisse l'opera sovrana che la sua infinita Sapienza aveva deciso da tutta l'eternità, e la potenza del suo braccio doveva eseguire nella pienezza dei tempi, e dove la misericordia e la giustizia dovevano egualmente mostrarsi in tutto il suo splendore. Ma chi dovrà formare questa famiglia privilegiata dall'Altissimo ? Una madre-vergine, sposa del Santo Spirito; un Dio umanato, e un uomo Capo di essa, che fu Giuseppe: a sui s'indirizzano i messaggeri del cielo, a lui si dà l'ordine in sogno di salvare Gesù dal furore di Erode, a lui viene palesato il nome da imporsi al divin Figliuolo. Maria, Regina del cielo e della terra, gli rende in ogni cosa gli omaggi di una perfetta sommissione, e adempie perfettamente i suoi voleri. Non basta: il Verbo incarnato, la Sapienza dell' Eterno Padre, gli ubbidisce con una umiltà senza esempio. Quindi la dignità di S. Giuseppe è senza pari. Questo fortunato Patriarca, per compiere degnamente un ministero così sublime, dovette accogliere in sè tutti i privilegi e i favori concessi agli altri Santi: avere i lumi dei Profeti per conoscere i secreti dell'incarnazione del Figlio di Dio: le cure amorose dei Patriarchi per allevare e nutrire un Uomo-Dio: la purità dei Vergini per vivere con la più santa di tutte le creature, divenuta la Madre di Dio: la fede degli Apostoli per conoscere in mezzo a tante umiliazioni, le grandezze d'un Dio annichilato per gli uomini: lo zelo dei Confessori e il coraggio dei Martiri per difendere e salvare tra gravissimi pericoli la vita d'un Dio. Non è però meraviglia se per l'oracolo divino sia egli chiamato il giusto per eccellenza: Joseph vir eius erat iustus. Giustizia e santità che forma il carattere particolare di questo gran Santo; per la quale meritò d' essere il Padre adottivo del Figlio di Dio, lo Sposo e Protettore della Ss. Vergine: vantaggi tutti singolarissimi, ma che disgiunti dalla sua giustizia sarebbero stati inutili. Ma qual progresso non avrà fatto in ogni virtù con il vivere così lungamente, e con così intima famigliarità con il Verbo incarnato? Una sola parola di Gesù Cristo bastava per tirarsi dietro gli Apostoli ed eccitare lo stupore nelle turbe, che meravigliate gridarono: nessuno ha mai parlato come lui. Quali impressioni dunque non avranno fatto nell'animo di Giuseppe: quali sentimenti tutto celesti non avranno eccitato nel suo cuore! Voi beato se apprenderete a trattare spesso con Gesù: oh ! quanti lumi ne riceverete! quante grazie! pregate il vostro Santo a farvi provare la dolcezza della conversazione con Gesù e con Maria.

 

Ah! si, voi siete, o Giuseppe, il servo giusto, prudente e saggio a cui Dio ha commesso la cura della sua casa. Voi ha scelto fra tutti gli uomini per essere il Padre di Gesù, il protettore della sua infanzia, il consolatore e il degno sposo della sua santissima madre, e il cooperatore fedele della grande opera della Redenzione del mondo. Ammirato di tante prerogative io ricorro a voi con gran confidenza, e vi supplico ad impetrarmi amore tale per Gesù, che mi faccia pensare solo ed operare per la gloria sua, sicchè i miei pensieri e i miei affetti siano rivolti solo all'amabilissimo mio Redentore in cui sono riposte tutte le mie speranze nel tempo e nell'eternità.

 

FIORETTO. Cercate oggi di fuggire le vane distrazioni di piaceri anche onesti.

 

Devozione alla S. Famiglia ricompensata.
Un pio mercante di Valenza, in Spagna, aveva ogni anno la bella pratica di onorare Gesù, Maria e Giuseppe, ricevendo nel giorno del santo Natale alla sua mensa tre poveri, cioè un vecchio, una donna ed un bambino. La sua viva fede gli faceva credere infallibilmente vere quelle parole del divin Redentore, che tutto quello che si farà ad un povero per amor suo, egli lo terrà come fatto a sè stesso. Perciò trattando questi tre poveri, credeva fermamente di nutrire e servire Gesù, Maria e Giuseppe in persona. Questo caritatevole mercante apparve dopo la sua morte ad alcune devote persone le quali pregavano per lui e disse loro che al momento del suo passaggio all'altra vita, Gesù Maria e Giuseppe lo avevano visitato facendogli l'invito seguente: «siccome durante la tua vita tu ci ricevevi in casa tua, cosi ora siamo venuti tutti tre ad accoglierti nella nostra. Poi aggiunse ch'essi avevano tosto accompagnata l'anima sua all'eterno banchetto del paradiso. Felice mercante! che seppe fare si vantaggioso traffico e mettere in tal modo il proprio capitale nelle mani di Gesù, Giuseppe e Maria.

 

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