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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

1° Settembre

INTRODUZIONE ALLA VITA DI SAN GIUSEPPE.

 

Mettiti alla presenza di Dio dicendo a te stesso: Iddio mi guarda. — Rappresentati San Giuseppe in Cielo che rompe e condivide con te il pane dei suoi esempi. — E chiedi la grazia di poterti applicare a questa piccola lettura affinchè ne ricavi profitto.

 

Virtù da chiedersi: la devozione a S. Giuseppe.

 

Quando N. S. Gesù Cristo ebbe digiunato per quaranta giorni e gli si accostò il diavolo per farlo mangiare, Egli rispose: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di qualunque parola che proceda dalla bocca di Dio». Con queste parole divine venne il Signore rassomigliando le prediche, letture, e conferenze spirituali, per l'anima, a ciò che è il cibo per il corpo. Come dunque il corpo senza cibo langue e muore, così l'anima senza il suo pane di vita eterna. Or la Sacra Scrittura (le cui parole non sono mai vane, ma racchiudono tutte un senso profondo e profetico), ci dice, andate da Giuseppe. Queste parole le pronunziò il re d'Egitto Faraone per acquietare il suo popolo, che durante la grave carestia prevista da Giuseppe, gridava per il pane. Giuseppe, allora aprendo i granai con le provvigioni che aveva radunate, vendeva a buon prezzo il frumento, e la gente accorreva anche dai più lontani paesi per averne. Ora è ben saputo che questo Giuseppe era l'immagine di San Giuseppe, figlio esso pure di un Giacobbe e vero custode del pane di vita che si distribuisce alle anime nostre. Perciò molti Sacri Scrittori di S. Giuseppe ci dicono nei nostri bisogni, e penurie: andate da Giuseppe, il quale (mentre quello d'Egitto non poteva provvedere che ai bisogni del corpo) provvede altresì in ogni guisa a quelli delle anime nostre. Non posso quindi abbastanza pregarvi, o devoti di S. Giuseppe, di voler leggere questo libretto, non tanto per discutere se le cose che vi si contengono e che, come dissi, furono bensi raccolte da scritti di anime sante, ma non sono cose di sede, quanto con l'intenzione di meglio conoscere la vita di S. Giuseppe ed i suoi pregi, mentre Iddio stesso che vuol essere da noi amato ci ordina prima di tutto di studiarci a conoscerlo, perchè dalla cognizione ne viene l'amore ed il culto. Non bisogna dunque immaginarsi S. Giuseppe solo come un vecchio cadente, quale ce lo dipingono specialmente gli antichi pittori, ma un uomo perfetto, nell'anima e nel corpo, e altresì come un leggiadro e bellissimo bambino, quale lo vide Anna Caterina Emmerich in una sua visione che mi piace qui di riferire come a introduzione alla sua vita. Trovandosi questa sant'anima una quaresima la vigilia della festa di San Giuseppe quasi esausta di forze (per il gran patire che aveva fatto, assistendo in spirito alla Passione di N. S. Gesù Cristo, fino al punto della flagellazione), fu improvvisamente distolta dal mirare Gesù flagellato, da un vispo e stupendo fanciulletto a capigliatura bionda, che, messosi sulle ginocchia, le voltava altrove la testa, e turava le orecchie. Anna Caterina dubitando fosse una tentazione, si sforzava di resistergli. Finalmente chiese al bambino: «Ma tu chi sei?» E quegli: «Non mi conosci? sono Giuseppe» e presala in visione per mano, la condusse al suo Castello di Davide a Betlemme, ove le fece vedere ogni cosa, perfino la stalla, ove nacque Gesù, e così distraendola soavemente dalla contemplazione della Passione, la ristorò nelle sue grandi sofferenze, disponendola nel miglior modo a celebrare con gaudio spirituale la festa di San Giuseppe. Se dunque questo dolcissimo ed amabilissimo Santo tanta cura ha che anime buone non passino inosservata la sua festa, non parrå nemmeno a noi troppa distrazione durante il tempo quaresimale, dedicare (forse la sera) dieci minuti, per occuparci dei Misteri Gaudiosi, a cui tanta parte ebbe il caro Santo, mentre la mattina potremo con meditazioni e in altri modi applicarci a considerare la Passione del Divin Redentore.. Ma siccome dopo queste letture propongo sempre un fioretto da praticarsi, voglio metter qui un fatterello che spiega l'origine probabile della parola fioretto, che si dà ai piccoli atti di virtù, come ne propongo uno per ogni giorno di questo mese, in onore di San Giuseppe. Quando la Venerabile Anna di Sant'Agostino, compagna di Santa Teresa, e priora delle Carmelitane Scalze a Villanueva de la Xara, era ancora bambina, trovandosi a coglier fiori in un giardino, le apparve il Bambin Gesù, e le chiese un fiore. Essa glielo diede, e sentendosi ardere per lui d'amore, gli domandò: «Sei tu forse il mio Dio?» Il Bambino le rispose di si; allora essa gli offrì tutti i suoi fiori, ma Egli facendole comprendere che i più bei fiori che potesse mai offrirgli, erano le virtù, si dileguò dalla sua presenza.

 

MASSIMA. - Non ci pentiremo mai di essere stati gran devoti di San Giuseppe.

 

GIACULATORIA. - Fatemi, o caro San Giuseppe, la grazia di offrire fedelmente il tributo di questa piccola devozione per tutto il mese, ripagandomelo poi con l'assistermi nell'ora della mia morte. Così sia.

 

ORAZIONE. - Oh gran San Giuseppe Padre Putativo di Gesù, Protettore supremo della Chiesa, e specialissimo mio Avvocato, eccomi ai vostri piedi, per offrirvi come tributo della mia riconoscenza, per tanti insigni favori, che avete elargiti a me, e a tutta la mia famiglia, questa devozione che intraprendo in vostro onore, propongo ai vostri piedi di studiare le vostre virtù, per imitarle ; e di cercare in questo mese di meritarmi la vostra protezione, con una fuga diligente dalle occasioni del peccato, e un maggior silenzio e unione con Dio.

 

FIORETTO. - Incominciate questo mese, con dare un'elemosina a un vecchio, a una donna, e a un ragazzo, in memoria della Sacra Famiglia, e se non li trovate, date una offerta in Chiesa in onore di S. Giuseppe.

 

( Le meditazioni per il mese di Settembre sono tratte da: UN MESETTO A SCUOLA DA SAN GIUSEPPE ossia piccole letture per il mese di marzo sulla vita del santo - Venezia tipografia emiliana 1875)

 

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