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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

9° Settembre

TEMPO DI MEZZO FINO ALLA NASCITA DI GESU' CRISTO

 

Atto della presenza di Dio ecc. come il primo giorno.

 

Virtù: santa vita.

 

Sebbene Giuseppe fosse anche prima un uomo perfetto, pure, dopo che gli fu rivelato il mistero dell'Incarnazione compiutosi in Maria, crebbe in santità incomparabilmente. Incominciò dal trattar la sua Sposa con la maggior riverenza. I primi giorni quando era solo con lei, e le passava dinanzi, piegava sempre un ginocchio a terra. Ma la Madonna lo pregò a smettere questo ossequio, e Giuseppe dovette arrendersi. Riguardo ai bassi ufficii della casa, siccome non avevano servi, si sollevò fra i due santi sposi una disputa d'umiltà, ma vinse Maria. Finalmente l'Angelo Custode ammoni' S. Giuseppe a non resistere più alle umili brame di quella ch'era già innalzata al disopra di tutte le creature che sono sulla terra e nel cielo. Allora sacrificò il suo parere alla volontà di Dio, sebbene con rossore. Prima che S. Giuseppe conoscesse la dignità della B. V., la visitava di rado, e stava assiduo al suo lavoro: ma dopo lo interrompeva spesso, per vederla, e chiederle se avesse ordini da dargli. L'avvicinarsi a Gesù era per quest'uomo di fede una beatitudine. Alcune volte trovava Maria rapita in estasi, raggiante di luce. Più volte fu anche graziato d’udire armonie celesti, e odorare profumi di paradiso, che lo fortificavano, riempiendolo di delizie spirituali. Del resto dividevano la giornata fra il lavoro e la preghiera, adorando il Verbo incarnato. Talvolta mancava loro il denaro, perchè erano così generosi che non pensavano mai, come fa la gente di mondo, a tenersi un fondo, ma davano tutto ai poveri. Dio però non li dimenticava, inviando loro sempre a tempo opportuno, per mezzo di uomini caritatevoli, o anche d'angeli, e perfino di uccelli, il cibo necessario. Giuseppe lavorava con gran diligenza, e verso il fine della sua gravidanza, Maria preparò i pannicelli di tela e di lana, per fasciare il Santo Bambino, filati, tessuti e cuciti con le sue proprie mani. Fin qui Agreda. Ma questa non è che la corteccia di ciò che si passava in quella santa casa. Il più erano le operazioni della grazia, corrisposte da atti interiori di merito sommo. Che cosa non avrà riconosciuto quel limpidissimo intelletto di S. Giuseppe?! come avrà confrontata la sua felicità con i sospiri dei santi Padri, per ringraziarne Iddio con il cuor palpitante di commozione? quali casti slanci d'amore avrà vibrato il suo cuore, in quello ancor racchiuso nell'arca della nuova alleanza, che gli era dato di custodire? O amorosissimo (ma lascia che te lo dica), povero mio Gesù, così sconosciuto e oltraggiato dai cristiani d'oggi! permetti che in compenso delle indicibili ingiurie e bestemmie, che si vomitano ai nostri tempi contro di Te dagli empi precursori dell'Anticristo, io ti offra tutti gli atti di fede, adorazione, amore e gratitudine, che ti presentarono in tutto quel tempo Giuseppe e Maria, persuaso (come lo afferma pure la Venerabile Margherita) che da indi in poi avranno passata la vita in quella rispettosa e ardente devozione, con cui stanno gli angeli intorno al tabernacolo. Oh lì non si dicevano parole inutili! Che compostezza di moti, che civiltà di modi, e che modestia nel parlare! Vicini al fonte d'ogni bene, nulla, nulla affatto vi era in essi d'imperfetto e che non fosse degno d' essere presentato alla sua divina Maestà. Oh quanto v'è da imparare in questa considerazione! Frattanto uscì l'editto dell'imperatore, che si facesse il censimento di tutto il mondo, e ognuno doveva andare ad iscriversi, e pagare il tributo, nella città della propria famiglia. Quando S. Giuseppe lo rinvenne, dice il P. Cochem, tornò a casa abbattuto, e diede alla sua cara Sposa questa triste notizia. Ma Maria gli rispose di non angustiarsi, perché essa arriverebbe con l'aiuto di Dio felicemente a Betlemme, affinché si adempissero le Scritture, che dicevano: - il Messia dover nascere in Betlemme - Allora Giuseppe si calmò. Maria avrebbe voluto far questo viaggio a piedi, perché il Santo Bambinello non le era nè di peso, né d'incomodo; ma il santo Patriarca non glielo permise, e le cercò un giumento. Siccome poi egli non aveva con che pagare il grosso censo imposto dall'imperatore (e che buon ubbidiente non voleva tardare la partenza), trascino seco un grosso vitello, nella speranza di venderlo a Betlemme. Sant'Ignazio nei suoi esercizi spirituali, che gli dettò Maria, e precisamente nel preludio alla meditazione della Natività di Gesù Bambino, nomina il bue. Così si spiega il perchè un asino e un bue si trovavano nella stalla abbandonata di Betlemme, quando nacque Gesù. Partirono dunque in mezzo all'inverno, camminando per monti e valli, spesso con tempo freddissimo e sotto a intemperie come due miserabili artigianelli (sebbene accompagnati invisibilmente da molte schiere di angeli), e dovettero patire molto nel viaggio. Ma che differenza di disposizioni fra questi due santi sposi e la gente di mondo? Da dove provengono tante inquietudini e lamenti? Da mancanza di fede e di conformità al volere divino. A misura che l'anima va unendosi strettamente con Gesù, vanno diminuendo le pene esterne. Si provano sempre; ma la fede e il pensiero d'adempire il volere di Dio, consolare il cuore di Gesù, e risarcirlo di tutto quello che a lui fanno soffrire gli uomini con le loro ingratitudini, raddolcisce ogni amarezza. I santi, che arrivarono a questo grado di conformità, non volevano più dare le loro pene per tutto l'oro del mondo. Incomparabilmente perfetta, cosa che noi non possiamo intendere, era in Maria e Giuseppe questa calma in ogni evento. Oh studiamoci d'imitarli!

 

MASSIMA. - Il miglior modo per trovar soavi le croci, è il fare una vita interiore. Questa le alleggerisce facendole apprezzare per quello che valgono.

 

GIACULATORIA. - Caro S. Giuseppe, rendete il mio cuore indifferente a tutto, e pronto a qualunque sacrificio.

 

ORAZIONE. - O eccelso Santo, che giornate tutte impiegate in opere meritorie ed atti interni sublimissimi erano le vostre! Ben conosco che, per esser riguardato da Dio quale vostro discepolo, debbo stare attento a cercare in ogni cosa di piacere al mio Signore. Datemi frequenti lumi sulla preziosità del tempo, affinchè lo usi con gran diligenza per farmi santo. Fate che possa giovare alle persone con cui tratto, per allontanarle dai perditempo, e indurle a intraprendere una santa vita. Insomma, o caro Santo, aiutate la mia debolezza, affinchè riesca a far tutto alla maggior gloria di Dio.

 

FIORETTO. - Quand' oggi ti si presenti l'occasione d'una cosa da fare o tralasciare, pensa quale determinazione piacerebbe più a Gesù, e deciditi su questa norma.

 

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