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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

17° Settembre

LA FUGA IN EGITTO.

 

Atto della presenza di Dio ecc. come il primo giorno.

 

Rappresentati la casetta di Nazaret.

 

Virtù: Disposizione a lasciar tutto.

 

Con il cuor ferito sortirono dal tempio Giuseppe e Maria, dopo l'offerta del loro dilettissimo Figlio e la profezia di Simeone, e intrapresero il loro viaggio a Nazaret. La Madonna teneva Gesù nelle braccia e sedeva sull'asinello. Giuseppe lo conduceva. A questo modo giunsero i poverini dopo alcuni giorni di viaggio, con il freddo invernale di febbraio, a Nazaret, e si installarono nella casetta, ove il Figlio di Dio si era incarnato dieci mesi e mezzo prima. Chi avrebbe mai pensato che Iddio avesse voluto rendere ogni cosa doppiamente difficile e gravosa alle due persone che prediligeva sopra tutte le altre? Quasi fin dai primi giorni della vita di Gesù a Betlemme incominciarono gli affanni per la Sacra Famiglia. Poi a Gerusalemme, la terribile profezia, che non arrivò nuova per loro, ma fece ad essi una dolorosa impressione. Adesso il Signore li lascia finire il loro viaggio di ritorno, come dice S. Luca, per poi ordinar loro di andare in Egitto, quindi rifare tutto il viaggio, e attraversare di nuovo tutto lo stato di Erode. Sebbene la dignità della Vergine fosse tanto superiore a quella di S. Giuseppe, la venerabile Margherita dice che essa non fu avvisata in altro modo di dover andare in Egitto, se non che da S. Giuseppe, tanto profonda e cieca voleva Iddio che fosse radicata in Maria l'ubbidienza, e tanto volle Iddio innalzare l'umilissimo Giuseppe sopra le creature, da sottoporre ad ogni suo cenno il suo Unigenito Figlio, e la sua santissima Madre. Solo a Giuseppe (prosegue la venerabile Margherita) fu dunque dato l'ordine, sebbene ambedue sapessero dalle profezie di Osea che il Figliuolo sarebbe richiamato dall'Egitto, dunque che dovevano fare tale viaggio. Al momento che l'Angelo diede in sogno questa intimazione a Giuseppe, gli levò anche il timore che aveva di Erode, la cui tirannia gli era ben nota, e si sentì rassicurato, che Gesù sarebbe al sicuro in Egitto. Fin qui la venerabile Margherita. Appena S. Giuseppe si destò (prosegue Anna Caterina Emmerich), andò alla porta della celletta di Maria, bussò, e le parlò, ma senza aprire. E poi subito senza perder tempo andò a preparar tutte le provviste per attraversare il deserto, caricandole sull'asinello. Sant'Anna (dice la Emmerich) si trovava al momento in visita da loro. Maria fece sveltamente un mediocre fardello, e tutto si eseguì con mirabile prontezza. Osserva la suddetta estatica, non aver mai visto nelle sue visioni molta passione nelle persone della Sacra Famiglia, ma che tutto si faceva in silenzio, e con intimo fervore, come chi non ha volontà propria, ma eseguisce solo quella dell'Altissimo. — Maria andò quindi alla culletta del Bambino, lo prese fra le sue braccia, e con le lacrime agli occhi, si congedarono da Sant'Anna. La Beata Vergine monto' sull'asinello, Giuseppe al solito lo prese per la briglia, e così partirono nel più cupo della notte, zitti zitti, ma accompagnati da una moltitudine di Angeli. Sin qui la Emmerich. Osserva ora, anima devota, la grande prontezza d'obbedienza di queste santissime persone a un così arduo comando, dato non altrimenti che in sogno, e paragonala con le molte ragioni, sofisticherie e scuse, che cerca la tua propria volontà, quando devi eseguire qualche ordine che non ti aggrada. È vero, presero con riconoscenza l'amorevole avvertimento del Divin Padre, che li metteva al sicuro contro la spaventosa persecuzione d'Erode. Ma perchè in Egitto? avremmo brontolato forse noi? in un paese idolatra, dal quale i nostri padri furono salvati, e che rimase inimicato con i giudei? Perchè non piuttosto da uno dei tre Re Magi, che avrebbero portato Gesù in palmo di mano? Ma i due santi Sposi erano troppo docili, per ragionare a questo modo. L'Angelo aveva esposta la commissione dell' Eterno Padre, senza il minimo indugio, nè raziocinio; essi si affrettarono a compirla, sicuri che cosi e non altrimenti fosse il meglio per Gesù e per loro. Innanzi a simili esempi, forma anche tu, o anima devota, un fermo e ardente proposito di non permettere più a te stessa riflessione alcuna, dopo riconosciuta la volontà di Dio, anche se esigesse da te una costosissima partenza e separazione dalla patria e parenti, come la richiese dalla Sacra Famiglia; e dì pure con animo generoso:

 

MASSIMA. - Se un'anima vuol ascoltare la voce di Dio, e si lascia condurre da quella, il Signore non permetterà che venga ingannata.

 

GIACULATORIA. - Tutto, o mio Signore e mio Dio, io voglio lasciare: ovunque voglio andare, qualunque cosa voglio fare, come tu m'indicherai, o mi farai ordinare dai miei superiori.

 

ORAZIONE. - Che notte dolorosa fu per voi, o Santo Patriarca, quella in cui l'Angelo vi annunziò di prendere il Bambino e la Madre, e fuggire in Egitto! Io entro nel vostro tenerissimo cuore, e ne comprendo e compatisco tutta l'angoscia; ma che gran merito acquistaste allora con la prontezza della vostra ubbidienza! Deh! insegnatemi come devo regolarmi quando si tratta di vincere gli affetti più forti per fare la volontà di Dio. In tali momenti rammentatemi le parole di Gesù Cristo, che chi avrà abbandonato ogni cosa per amor di Dio, riceverà il centuplo e la vita eterna. E fate che l'esempio della prontezza con cui Voi pure abbandonaste patria e parenti, mi faccia dire in ogni incontro al Signore: quel che tu vuoi, lo voglio io pure come e quando tu lo vorrai. Così sia..

 

FIORETTO. - Per amor di San Giuseppe espropriarmi di qualche cosa che mi costi un po' di sacrificio.

 

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