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09 LUGLIO

 

SANTA VERONICA GIULIANI

 

Mercatello, Urbino, 27 dicembre 1660 - Città di Castello, 9 luglio 1727

Nacque a Mercatello, nel Ducato di Urbino, ultima figlia di Francesco Giuliani e Benedetta Mancini. La coppia aveva avuto sette figlie femmine, tra le quali Orsola e due sue sorelle intrapresero la vita monastica. La madre morì quando lei aveva solo sette anni. Entrò nell'ordine delle Clarisse cappuccine nel 1677 a 17 anni, cambiando il nome da Orsola a Veronica per ricordare la Passione di Gesù. Nel 1716 diventò badessa del monastero di Città di Castello. Scrisse diario, Il tesoro nascosto, pubblicato postumo (l'edizione più nota è quella a cura di Pietro Pizzicaria del 1895), nel quale racconta la propria esperienza mistica. È considerata fra le più importanti contemplative-penitenti che il mondo occidentale abbia avuto.

PREGHIERA A SANTA VERONICA GIULIANI

 

Dal trono di gloria ove per la pianezza dei meriti foste sublimata, nostra amabile Santa Veronica, degnatevi ascoltare la umile e fervente preghiera che, stretti dalla tribolazione, vi rivolgiamo.
Lo Sposo divino che tanto amaste e per il quale tanto soffriste ascolterà un solo palpito del vostro cuore che tante volte avvicinò al Suo e un semplice gesto della vostra mano, come la Sua, ferita dalle stimmate della passione.
Dite voi al Signore le grandi necessità dell'anima nostra, tanto spesso arida, tentata e indolente. Dite quello che ci angustia in questo momento... Ditegli come un giorno: "Signore, con le vostre stesse ferite v'invoco; con il vostro stesso amore; se le grazie chieste verranno ad accrescere questo Vostro amore in chi lo aspetta, ascoltatemi, o Signore, esauditemi, o Signore".
O cara Santa, vera immagine del Crocefisso, la vostra preghiera non sarà delusa, e noi, ancora una volta, potremo benedire il vostro nome ed il vostro patire che vi dette tanta luce di gloria e tanta potenza d'intercessione.

 

3 Pater, Ave, Gloria.

 

 

NOVENA A SANTA VERONICA GIULIANI

I. Per quelle speciali benedizioni con cui il cielo vi contraddistinse nella vostra più tenera età, allorquando fra le braccia ancora della madre convertiste coi consigli i più maturi chi stava per perdersi eternamente, e poi sul punto di restar orfana, foste dalla madre medesima depositata, come nel luogo a voi più conveniente, nella piaga misteriosa del divino Costato: per quell'ardore vivissimo onde si trovò avvampante il vostro petto allorquando di sol nove anni foste ammessa alla partecipazione dell'Eucaristico Sacramento, ottenete a noi tutti, o gloriosa santa Veronica, di consacrarci almeno adesso interamente al Signore, e di corrispondere fedelmente a tutte quante le sue grazie, onde emendare la tiepidezza e l'incostanza nostra passata, e meritarci sempre più elette le sue sovrane benedizioni. 

Gloria al Padre… 

 

II. Per quel mirabile distacco da tutti i mondani piaceri con cui voi, o gloriosa santa Veronica, distinta per nascita, per ricchezza, per avvenenza, per doti, e cercata in matrimonio dai primi nobili, non voleste mai altro sposo che il Crocifisso, e consacrandovi a Lui interamente nel rigido Ordine delle Cappuccine, con gran festa, celebraste fino alla morte l'anniversario della solenne professione da voi fatta nel diciassettesimo anno di vostra vita, e per quella edificante esattezza con cui disimpegnaste i vari ufficii a voi affidati, di dispensiera, di cuoca, di infermiera, di maestra e di abbadessa, conciliando sempre col più profondo raccoglimento l'umore sempre giocondo e il tratto sempre cortese, facendovi così tutta a tutti per tutti condurre alla perfezione, che formava l'unico scopo dei vostri alletti, ottenete a noi tutti la grazia di viver sempre staccati dai beni miserabili di questa terra, e di metter tutta la nostra gloria nell'adempir fedelmente tutti gli obblighi del nostro stato. Gloria al Padre… 

 

III. Per quella perfetta somiglianza che voi, o glo­riosa santa Veronica, aveste con Gesù Crocifisso allorquando, dopo la visione di un calice ripieno di ignoto liquore, comparvero nella vostra testa le tracce sanguinose di una corona di spine e dopo un digiuno di tre anni in pane ed acqua, dal Salvatore medesimo a voi apparso sensibilmente, per mezzo di cinque raggi infiammati che sortivano dalle sue piaghe, furono aperte altrettante cicatrici nel vostro corpo; e quasi ciò fosse poco, sentiste impressi nel vostro corpo i tormentosi strumenti della divina passione, ma in modo così chiaro e sensibile da poterne fare di vostra bocca la descrizione e delinearne di vostra mano l'effigie, impetrate a noi tutti la grazia di gloriarci sempre, come San Paolo, di portare nella nostra carne i patimenti di Gesù Cristo con una continua mortificazione, onde assicurarci il diritto ai gaudi eterni del cielo, 

Gloria al Padre… 

 

IV. Per quella mirabile pazienza con cui voi, o gloriosa santa Veronica, sopportaste i dolori. delle stimmate nelle mani, nei predi e nel costato, le aspre punture nel capo, le trafitture nel cuore, indi i bottoni di fuoco, gli aghi arroventati ed i setoni, con cui venne dai medici lacerata la vostra carne onde tentare la guarigione delle vostre sconosciute infermità, finalmente, gli asprissimi trattamenti delle vostre sorelle religiose, che, riputandovi ipocrita, maliarda e scomunicata, vi spogliarono di ogni carica, della facoltà di scrivere anche una lettera, di votare in capitolo, di mostrarvi anche per poco al parlatorio, di assistere nei dì non festivi ai santi misteri e ai soliti uffici, impetrate a noi tutti la grazia di non farci vanto giammai per qualunque più distinto favor del cielo, e di soffrir sempre con inalterabile rassegnazione quanto di afflittivo e di umiliante ci avvenisse di soffrir nel mondo. 

Gloria al Padre… 

 

V. Per quella gloria particolare che ridondò al vostro merito, allorquando i vostri nemici storditi allo spettacolo della vostra eroica pazienza e di tutte le altre vostre virtù, lungi dal più perseguitarvi, vi affidarono di nuovo gli ufficii i più onorevoli, e videro poi coi loro occhi avverarsi, come tante altre predizioni, così anche quella del momento di vostra morte, la quale se vi abbattè all'improvviso per mezzo di colpo apoplettico nel cinquantesimo anno della vostra professione religiosa, appena comunicata all'altare, vi lasciò però il tempo indispensabile di partecipare con merito a tutti gli estremi conforti; per quella venerazione affatto nuova che si professò al vostro cadavere, allorquando esaminato attentamente dai periti nell’arte il vostro cuore, si trovò tutto solcato dai tormentosi strumenti della passione, e in perfettissima conformità al modello da voi delineato molt'anni prima; finalmente, per quei tanti prodigi che operaste all' invocazione del vostro nome appena passata all'eternità, per cui nell'anno medesimo di vostra morte si diede principio ai processi della vostra solenne canonizzazione, ottenete a noi tutti, o gloriosa santa Veronica, di essere prima della nostra morte confortati dai santi Sacramenti, e intanto di vivere in modo da essere sempre disposti al passo estremo onde volar con prontezza al godimento del ciclo, e tramandare ai posteri in benedizione la nostra memoria sopra la terra. 

Gloria al Padre... 

 

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