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TRIDUO

A SANTA ELISABETTA D'UNGHERIA

(Inizio: 14 Novembre - Festa: 17 Novembre)

 

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PRIMO GIORNO

. Febbr

 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

O Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.

 

Amore di S. Elisabetta verso Dio. 

 

Consideriamo o cristiani, come l'amore al Sommo Bene ch'è Dio, sia quello per cui principalmente è creato il nostro cuore; che anzi, nè pace o riposo noi potremo avere su questa terra, se in Dio non vengano posti tutti gli affetti nostri. Beato l'uomo che ama il suo Dio sopra tutte le cose! Nè avrà eterna ricompensa dall'infinita giustizia di Dio, ed entrerà a parte dì quella gloria celeste, che Gesù Cristo ci riacquistò con il sacrificio della sua vita. Anime ricomprate dal Figlio di Dio, amate dunque il Signore con tutte le vostre forze; abbiate sempre desiderio di Lui, ed in Lui solo riponete ogni vostra delizia; perchè il conversare con esso non reca nè amarezza, nè tedio ma letizia e gaudio! Anche in mezzo alle prove più dure, alle più ostinate persecuzioni avrete tenacia a resistere, forza a trionfare. Persuasa la nostra Sant'Elisabetta dei mirabili effetti dell'amore di Dio, consacrò le primizie della sua vita allo Sposo Celeste, cercando di seguire gl'impulsi della grazia e stringere con sè amoroso legame. Perciò si nascondeva spesso a pregare nella casa di Dio, e tanta sete aveva delle cose celesti, che perfino gl'innocenti giochi puerili dirigeva al suo Dio, comportandosi in modo che l'intera sua vita doveva essere un esempio parlante dell'osservanza dei cristiani doveri. Sempre amante dell'umiltà, sebbene giovine principessa, abbandonate le ricche e le splendide vesti la si vedeva andare in processione scalza e cinta di ruvidi panni. Il corpo affliggeva con lunghe vigilie e frequenti digiuni; si compiaceva delle discipline e sotto i regali ornamenti vestiva doloroso cilizio. Fedele ai doveri coniugali amava teneramente lo sposo terreno, ma il suo cuore era sempre con Dio. Con eroica pazienza ne sostenne la morte immatura; e cacciata senza pietà dalla reggia e ridotta con i piccoli figli a vita mendica, priva di tutto e da tutti abbandonata, non si sgomenta o smarrisce, ma con fronte serena e con rassegnazione benedice il suo Dio, esulta d'un gaudio sconosciuto ai mondani e reputa somma ventura la propria miseria, perché così libera da ogni laccio terreno, può volare senza ostacolo all'amore dello Sposo celeste. O mirabile forza del santo amore! O meraviglie dell'amore verso Dio! Anche noi chiamò il Signore al suo Cuore o cristiani, con le potenti attrattive dell'amor suo; ma qual'è stata la nostra corrispondenza? Quali le dolcezze che abbiamo provato nel nostro cuore, sempre attaccato alla terra? E quale rassegnazione nei travagli e nelle contraddizioni di questa vita? Ah! confondiamoci dinanzi a Dio, e noi stessi accusiamo dei mali che giustamente ci affliggono e ricorriamo pentiti al Signore pregandolo umilmente per la salute delle anime nostre. 

 

PREGHIERA 
O Dio d'amore! O meta dolce e soave del cuore umano! Per i meriti e l'intercessione di S. Elisabetta mutate il nostro povero cuore, infiammatelo dell'amor vostro e risanate le piaghe che vi aperse la colpa. Fate, o dolcissimo Gesù, che solo di Voi abbiamo ardentissimo desiderio, in Voi solo tutte riponiamo le nostre dolcezze e speranze, e solo a Voi desideriamo piacere: così che distaccati da tutte le cose terrene, per amore vostro patiremo ogni male, eccettuato il peccato, e poi morti nel vostro casto amplesso, saremo portati sulle ali del vostro santo amore nel regno dei cieli per amarvi in eterno. Così sia. 

 

Tre Pate, Ave e Gloria. 

 

 

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SECONDO GIORNO

.

 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

O Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.

 

Amore di S. Elisabetta verso il prossimo. 

 

Consideriamo, o cristiani, come secondo il pensiero di S. Agostino uno solo sia l'amore con cui si ama Iddio e il nostro prossimo; e non è possibile che si ami veramente Dio, se non si ami in pari tempo il fratello. Questi sono due amori che vanno sempre uniti, e che formano un solo comandamento dettatoci dallo stesso Figlio di Dio. Morta è l'anima che non ama; omicida è colui che porta odio al suo prossimo. Amiamo dunque il nostro prossimo come noi stessi, perchè siamo tutti figli di uno stesso Padre, redenti tutti con il Sangue dell'Uomo Dio. E neppure i nostri nemici devono essere esclusi dal nostro amore, perchè c'è scritto: — Amate i vostri nemici e fate del bene coloro che vi hanno in odio. — Si ponga ora mente a come questa evangelica dottrina rifulgesse di tutta la sua luce nella nostra Elisabetta. Altamente compresa dell'opera di redenzione compiuta da Gesù Cristo a beneficio di tutta l'umanità, la nostra Santa tutti chiamava fratelli e li amava quanto se stessa, facendo suoi i loro dolori ed i loro bisogni. E porgere il pane al famelico, visitare l'infermo, asciugare le lacrime dell'afflitto, e spargere su tutti il balsamo delle divine consolazioni, era il continuo pensiero della sua mente, il sospiro del suo cuore, la delizia della sua vita. Madre agli orfanelli, sostegno delle vedove; agli erranti maestra di verità; nulla curante di sè, tutta sollecita dell'altrui bene, non ricusava per la salute dei suoi simili nè fatiche, nè noie, nè pericoli. Alla sua inesauribile carità si devono ospedali e ricoveri ad accogliervi l'umanità sofferente; sempre in mezzo agli infelici, anche di notte vegliava vicino ai loro letti, e ne fasciava le piaghe e ne addolciva le pene con la sua parola d'amore e di compassione. Caduta nella più squallida miseria per opera dei tristi, pure non cessò di lavorare, infermiccia com'era, per gli altrui bisogni, quasi dimenticando se stessa e lo stato penoso in cui si trovava. E chi potrebbe ridire l'eroismo della sua carità, quando potendo punire l'audacia dei suoi nemici, generosamente perdona e rinuncia a tutti i suoi legittimi beni per abbracciare la povertà del Patriarca d'Assisi? Oh, virtù della paterna dilezione! Oh, forza dell'evangelica povertà! Questa legge santissima parla pure soavemente al nostro cuore o cristiani, ed insegna anche a noi quei divini precetti che levarono Elisabetta ad un grado così eminente di santità. Ma quale pensiero ci diamo noi nell'amare il nostro prossimo, nel soccorrere le altrui miserie e perdonare le offese? Non è forse vero che tutto sacrifichiamo all'idolo esecrando dell'amor proprio, senza punto curarci di osservare il grande comandamento del vicendevole amore, che pur ci assicura l'eterna nostra salute? Pensiamo, dunque, o cristiani, che nella pratica dell'amore di Dio e del nostro prossimo, è tutta racchiusa l'osservanza della legge divina, secondo la quale un giorno dovremo essere giudicati. 

 

PREGHIERA. 

O amabilissimo Gesù, che per amore degli uomini deste il Sangue e la vita, e morendo ci lasciaste l'esempio, sino allora sconosciuto, di pregare per i nostri nemici, di benedire chi ci maledice e perseguita, e di rendere benefici per ingiurie; deh! per i meriti della nostra avvocata S. Elisabetta, dateci ferma volontà di fare del bene al nostro prossimo, e non permettete che il vincolo della pace venga turbato in mezzo ai vostri figli, per i quali tanto avete sofferto, ed ai quali avete generosamente perdonato. Dateci dunque forza di perdonare a chi ci offese e di amare tanto chi ci ama, quanto chi ci odia. Accoglieteci tutti sotto il vessillo della santa unione, e fate di noi un popolo solo, avente per capo Voi, o dolcissimo Gesù, per insegna la vostra Croce, per armatura la fede che ci avete insegnato, e per veste la carità con cui ci avete amato. 

 

Tre Pate, Ave e Gloria. 

 

 

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TERZO GIORNO

.

 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

O Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.

 

Amore di Dio verso S. Elisabetta. 

 

Consideriamo o cristiani, come alle anime che amano veramente Iddio, anche qui sulla terra non può venire meno quell'abbondanza di gaudio e di santa allegrezza, ch'è preludio di quella che loro è preparata nel cielo. Nasce tra l'anima amante e l'amato Signore un legame tale, che il cuore tutto si trasforma in Dio e Dio a lui si dona per cui giustamente, si può dire che Dio vive nell'anima santa e questa in Dio. A così bella trasformazione accennava il Divin Redentore, quando diceva: — Se qualcuno mi ama ed osserva la mia parola, il Padre mio lo amerà; e noi a lui verremo e presso di lui faremo dimora.— Fortunata Elisabetta! Infiammata di celeste carità, piena di Dio nella mente e nel cuore, non più somiglia a cosa terrena, ma si mostra quale angelo in carne umana. E quel Dio che tante prove ebbe dell'amor suo e della sua mortificazione e pietà; quel Dio che la vide sempre rassegnata nell'accettare dalle sue mani tante prove così dolorose, quali la morte dello sposo, l'allontanamento dal proprio castello, l'abbandono crudele dei congiunti ed amici, l'ingratitudine dei popoli beneficati, udì il gemito della sua serva e accorse pietoso a mutarne le amarezze del cuore in consolazioni ineffabili. Quindi il dono delle estasi soavissime, i colloqui amorosi con Lui ed il mutuo patto d'amore, stretto con quelle solenni parole: — Elisabetta se tu vuoi esser mia, io pure voglio esser tuo, e non partirmi mai da te!— E per testimonianza di questo amore, alla preghiera di Elisabetta, riacquistano la vista i ciechi, l'udito i sordi, la salute gl'infermi. Così amata da Dio e benedetta dagli uomini, chiudeva la sua breve ma operosa carriera, per volarsene alle nozze dell'Agnello immacolato. Oh, noi fortunati, se una scintilla di questo amore divino prendesse ad infiammare i nostri cuori, e li distaccasse dalle false e seducenti bellezze della terra! Sentiremmo allora quanto buono e soave è il Signore a coloro che lo amano, e come il patire di questo mondo non è proporzionato alla futura gloria, che in noi sarà rivelata. Cerchiamo dunque Iddio come lo cercò la nostra Santa, e come Lei lo troveremo, e spargerà nei nostri cuori quell'ardente carità, che a grande profusione sparse nel suo. Anche noi in questa vita avremo da Dio manifeste prove del suo amore e della sua infinita bontà. 

 

PREGHIERA. 

O Celeste Datore di grazie, o Sommo Bene! Io non merito tanto amore verso di me, creatura così indegna, macchiata di mille colpe, ingrata sempre alle vostre amorose cure! Voi o Signore dell'universo, vita della mia vita non chiedete che amore, ed io non ho ascoltato la vostra parola, non ho corrisposto al vostro amore! Per questo gli amori terreni mi hanno continuamente in dominio e mi rubano la pace del cuore. Non permettete dunque o mio Dio, ch'io segua ancora i fallaci beni della terra, che come ombra spariscono; ma fate per l'intercessione della nostra Santa avvocata che la mia vita sia un continuo esercizio d'amore per Voi e per i beni eterni del Cielo e un sospiro d'amore la mia morte, per amarvi eternamente in unione ai Santi e gli Angeli tutti del Cielo e così sia. 

 

Tre Pate, Ave e Gloria. 

 

 

 

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