UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

7° Giugno

 

OBBEDIENZA - I 

 

Ogni persona sia sottomessa alle autorità superiori, perchè non v'è autorità che non venga da Dio, e quelle che esistono sono istituite da Dio; e quindi chi si oppone all'ordine di Dio e chi si ribella si attirerà la condanna. (Rm. 13, 1-2). 

 

1. E' virtù morale e soprannaturale: inclina il cristiano a sottomettere la sua volontà a quella dei legittimi superiori come rappresentanti di Dio. Siamo creati da Dio: dipendenti quindi da Lui. Le creature fanno la Sua volontà: «Tutte le cose ti servono» (Sal. 118, 91). Ma l'uomo deve fare un'obbedienza più perfetta: egli ha ricevuto la libertà; egli è ragionevole: a Dio deve assai di più. Inoltre: siamo, in Gesù Cristo, figli di Dio per adozione. Egli compie in tutto la volontà del Padre. Obbedì a Maria e a Giuseppe; in ogni momento corrispose ai voleri del Padre: «Fatto obbediente fino alla morte» (Fil. 2, 8). Gesù Cristo ci riscattò dalla schiavitù del demonio; siamo perciò Suoi. Gli apparteniamo: «Ormai non siete più di voi, perchè siete stati comprati a gran prezzo» (I Cor. 6, 20). Per conseguenza dobbiamo obbedire al Vangelo ed alla Chiesa. 

 

2. Dio però non viene a darci particolari precetti direttamente: Egli si fa rappresentare dai Superiori. Nella società vi deve essere chi guida: in famiglia, in comunità, nella nazione, nella Chiesa, in ogni organizzazione. «Non vi è potestà che non venga da Dio» (Rm. 13, 1) ed obbedire ai Superiori è obbedire a Dio. Disobbedirli è disobbedire a Dio e meritarsi l'eterna dannazione: «Pertanto chi resiste all'autorità resiste all'ordinamento di Dio e si compra da sè stesso la dannazione» (Rm. 13, 2). I superiori obbediscono a Dio, servendo i sudditi nei loro bisogni; di essi devono rispondere innanzi a Dio. Esercitano per obbedienza il loro potere. E chi obbedisce sa di ascoltare il Signore stesso: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi, disprezza me» (Lc. 10,16). In comunità, poi, senza obbedienza, regnerebbe l'anarchia e tutti ne avrebbero danno. Solo in quello che è peccato, contro la legge naturale o divina, non si è obbligati, anzi, è proibito obbedire. Al Sommo Pontefice, al Vescovo, al parroco, ai superiori religiosi si deve obbedienza amorosa e religiosa. 

 

3. Il Signore disse a S. Caterina da Siena: «Quanto è dolce e gloriosa l'obbedienza in cui sono tutte le altre virtù! Essa nasce dalla carità; in essa è fondata la pietra della santa fede; essa è una regina, e colui che l'ha sposata non sente nessun male, ma sente pace e quiete... Oh! obbedienza che navighi senza fatica, e senza pericolo giungi al porto di salute!... sei grande con lunga perseveranza e così grande che tieni dal cielo alla terra, perchè con essa si disserra il cielo». 

 

ESAME. - Conosco bene la virtú dell'obbedienza? La compio soprannaturalmente? L'amo? 

 

PROPOSITO. - Ricorderò l'esempio di Gesu: «Era soggetto a Maria e a Giuseppe» (Lc. 2, 5). 

 

PREGHIERA. - Signore, fatemi comprendere come io devo obbedire sempre e in tutto. Datemi questo spirito di mortificazione interiore della mia volontà. Fatemi conoscere i meriti dell'obbedienza e la gran pace che essa porta all'anima. Fatemi ancora conoscere come debbo obbedire: non perchè vedo buona e vantaggiosa l'opera comandata, ma perchè è comandata, perchè è di Vostra volontà. Voi sempre ed in tutto potete disporre di me. Io sono Vostro, Vi appartengo totalmente, in ogni mia facoltà ed energia; in ogni momento. Da Voi tutto accetto; disponete di me come Vi piace: in vita ed in morte: sia fatta, non la mia, ma la Vostra volontà. 

 

FIORETTO. — Recitiamo sette Gloria Patri in onore delle sette effusioni del Sangue prezioso.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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