UN ANNO CON DON ALBERIONE
8° Giugno
OBBEDIENZA - II
Io sono il Signore Dio tuo, che t'insegno il tuo bene, che ti guido nella strada per la quale cammini. Oh, se tu avessi avuto a cuore i miei comandamenti! la tua pace sarebbe come un fiume e la tua giustizia come i gorghi del mare (IL 48, 17-18).
1. Per vivere lieti nell'obbedienza e ricavarne frutti dolcissimi e preziosissimi, deve essere soprannaturale, generale, intera. Soprannaturale: occorre la grazia di Dio; perciò la preghiera. Si tratta di una virtù difficile, perchè di ogni giorno, anzi di ogni momento. Diceva S. Pacomio ad un giovane religioso che desiderava il martirio: «E' maggior martirio perseverare tutta la vita nell'obbedienza che morire ad un tratto di spada». E' necessario pregare ogni giorno, per obbedire ogni giorno. Inoltre vedere Dio nei genitori e nei Superiori: poichè essi rappresentano Dio. Non è obbedienza accettare una disposizione perchè il superiore è istruito, perchè minaccia castigo; perchè comanda con dolcezza, per guadagnarsene le simpatie. E' nobile, costante, meritoria invece l'obbedienza quando è fatta come a Gesù Cristo: «Non servendo agli occhi, come per piacere agli uomini (Col. 3, 22), ma come servi di Cristo facendo di cuore la volontà di Dio» (Ef. 6,6). E quanto più si guarda a Dio, tanto più sarà perfetta.
2. Obbedienza generale: cioè a tutti i legittimi superiori; ed in tutte le cose, eccetto nelle illecite. Dice S. Tommaso: «E' obbedienza indiscreta, quella che obbedisce anche nelle cose illecite». Scrive San Francesco di Sales che l'obbedienza: «Amorosamente si assoggetta a fare tutto ciò che è comandato, alla buona, senza mai considerare se il comando è bene o mal dato, purchè colui che comanda abbia il potere di comandare, ed il comando serva all'unione della nostra mente con Dio». Ed altrove, commentando il detto scritturale: «L'uomo obbediente canterà vittoria» (Pro. 21, 28), spiega: «Il vero obbediente sarà vittorioso in tutte le difficoltà in cui verrà a trovarsi per obbedienza; ed uscirà con onore dalle vie che percorrerà per obbedienza, per quanto siano pericolose». Il superiore comandando, può errare; non erra, invece chi obbedisce. Dio vede il cuore; chi ascolta con vero spirito sempre acquista merito.
3. Obbedienza intera. E' tutto l'uomo che deve sottomettersi al Signore: la mente, la volontà, il cuore, il corpo. Il Signore chiede, anzi, maggiormente ciò che è più interno e più prezioso. L'obbedienza sia costante. Poichè e la perseveranza che fa l'uomo virtuoso. San Francesco di Sales scrive: «Far lietamente ciò che è comandato, per una volta sola, finchè piacerà, è cosa che costa poco. Ma quando vi si dice: farete questo sempre e per tutto il tempo della vita, qui sta la virtù; ed è qui il merito», Sia pronta. Dice S. Bernardo: «Il vero obbediente non conosce dilazioni; ha in orrore il domani; ignora i ritardi; previene il comando; tiene gli occhi attenti, le orecchie tese, la lingua pronta a parlare, le mani disposte ad operare, i piedi svelti a muoversi; è tutto intento a raccogliere ed eseguire subito la volontà di chi comanda».
ESAME. — Sono queste le convinzioni che ho dell'obbedienza? Praticamente, la mia obbedienza è soprannaturale, generale, intera? Prego per questo?
PROPOSITO. — Voglio portare, nell'obbedienza, una vera letizia: solo così sarò pronto a correre dove essa mi chiamerà.
PREGHIERA. — Mio Dio, io adoro la Vostra volontà santissima. Voi siete buono, e volete solo e sempre il bene. Da tutta l'eternità avete disposto ogni cosa in sapienza ed amore, anche a mio riguardo. Voi mi avete preparato dei superiori che Vi rappresentano e mi comunicano i Vostri desideri. Adoro il Vostro Unigenito sempre unito a Voi in un unico e perfetto volere. Ogni Vostro desiderio è pur nostro, o Padre Celeste, insieme allo Spirito Santo. Ed io seguendo i Vostri voleri e desideri cammino sicuramente verso l'eterna felicità. Concedetemi che presentandomi a Voi nel giudizio possa dirVi: «Padre, mai ho trasgredito il Vostro comando».
FIORETTO. — Ripetiamo lungo il giorno; O Divin Cuore, mi consacro tutto a voi.
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