UN ANNO CON DON BOSCO

 

11° Agosto

 

SPERANZA 

 

238) Che cos'è la speranza? 

 

La speranza è quella virtù soprannaturale per cui  confidiamo in Dio e da Lui aspettiamo la vita eterna e le  grazie necessarie per meritarla quaggiù con le buone  opere.

 

339 - Ezechiele profeta. 

 

Di mezzo ai tanti personaggi che faticarono molto per sostenere  il culto del vero Dio tra gli Ebrei nei settant'anni di schiavitù, fu celebre Ezechiele profeta. Egli profetò per lo spazio di ventidue anni, dei  quali undici col profeta Geremia. Egli era della stirpe sacerdotale, e fu  dei primi menati in Babilonia con Ieconia, re di Giuda. In quella terra  straniera predicò ai suoi compagni d'esilio ed ebbe sublimissime visioni,  le quali per altro sono sempre state assai difficili ad intendersi. Per questo motivo tra i Giudei era proibito leggere il principio e il fine dei suoi  scritti a chi non fosse in età di trent'anni. Tra le visioni di lui vi è la  seguente: « Lo spirito di Dio condusse questo profeta in una vasta e  spaziosa pianura, coperta d'ossa spolpate e secche. Fattogli fare un giro  per quella campagna, gli disse comandasse a quelle ossa che si riunissero, collocandosi ciascuna nel suo posto. Il profeta intimò il comando a  nome di quel Dio, cui tutte le cose sono soggette, ed alla potenza del quale nessuno resiste, e se ne vide subito l'esecuzione con pauroso strepito.  Tutte quelle ossa si riunirono; i nervi, i muscoli, la carne e la pelle le ricoprirono. Così si formarono corpi perfetti, ai quali mancava solamente  la vita. Allora il profeta, per nuovo ordine ricevuto da Dio, avendo chiamato sopra quei corpi lo spirito che altra volta diede all'uomo la vita,  quando egli fu formato di terra, tutti in un tratto si levarono in piedi ed  apparvero vivi ».  Volle con ciò Iddio porgere un'idea di quello che succederà nel memorabile giorno del finale ed universale giudizio; perché la fede ci  assicura, che alla fine del mondo tutti gli uomini per divina virtù risusciteranno ripigliando i corpi che prima avevano.  (Bosco, Storia Sacra). 

 

340 - Confidenza in Dio. 

 

La casa di Vallecrosia aveva subito ingenti danni e la sua chiusura  ridondava a vantaggio dei Protestanti. Don Bosco perciò era grandemente preoccupato. Buzzetti, da lui inviato sul posto, dopo diligente  esame scrisse che per rendere l'edificio provvisoriamente abitabile, occorrevano circa lire 6000, mentre ne occorrevano assai di più per eseguire altri lavori indispensabili. Don Bosco, letta la lettera prima del  pranzo, disse: « Il Signore ci penserà, stiamo tranquilli ». Sul finire del  pranzo entrò il Conte Eugenio De Maistre che, fatti i convenevoli, chiese:  — Caro Don Bosco, ha bisogno di denaro?  — È domanda da farsi questa a Don Bosco? Pensi un po' che ho  da finire la chiesa del S. Cuore a Roma; ho tanti giovani da mantenere  e tante altre spese a cui fare fronte.  — Bene, ripigliò il Conte; una mia vecchia zia voleva lasciarle  qualche somma in testamento; ma poi, sapendo essere meglio un lume  davanti che due di dietro, mi ha incaricato di portarle questo piego.  Don Bosco passò ciò a Don Bua che vi contò 6 biglietti da lire 1000.  (.M. B., XVIII, 294-295). 

 

341 - Calma imperturbabile. 

 

Il 24 gennaio 1885 Don Bosco stava pranzando quando udì dal cortile un grido: « Il fuoco! il fuoco! ». Tutti uscirono, meno Don Bosco.  Fuori pareva un finimondo. Don Bosco si raccolse in preghiera; domandò se v'era pericolo per i giovani o danni alle persone; e saputo che no:  « Quand'è così — disse — sia fatta la volontà di Dio ». Nello spavento  che aveva invaso gli animi di tutti, solo Don Bosco si mantenne calmo  o rassegnato. Un tratto amoroso della Provvidenza venne tosto a premiare la sua fiducia in Dio e a confortare i pusillanimi. Infatti una lettera proveniente dalla Francia conteneva .1000 lire: era l'ammontare  preciso che occorreva per riattare la legatoria devastata dall'incendio.  (M. B., XVII, 297-298). 

 

342 - Innanzi alla morte. 

 

Terminando una predica Don Bosco diceva: « Ho già veduti tanti morire, ho già letto la morte di tanti, ma non ho mai veduto alcuno  che al punto della morte si lamentasse di aver fatto troppo bene. Al  contrario non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che aveva commesso. Pensate, o miei cari figliuoli; il male  appaga per quel momento breve in cui si commette, ma poi non lascia  più altro che rimorso. Il bene invece appaga il cuore mentre si fa e poi  lascia una contentezza che dura tutta la vita. Al punto poi della morte  quale dei due ci farà più piacere? Al ricordo desolante di aver praticato  il male, sopraggiungerà il timore o almeno il dubbio del castigo tremendo di Dio. Il bene invece ci porterà in quel punto la certa speranza del  premio. Oh, dunque non lasciamoci ingannare dal demonio! ».  (M. B., VII, 673-674). 

 

FRASE BIBLICA. - Quanto sono dolci le tue promesse, Signore. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO: - Chi non è generoso con Dio, ha poca speranza di ricevere da Lui grazie straordinarie. 

 

PREGHIERA DEL MESE. — Venite, Spirito del timor di Dio, e penetrate il mio cuore di un timore salutare affinchè io abbia sempre Voi, mio Dio, innanzi agli occhi e attentamente mi guardi da ogni cosa, che in qualsiasi modo possa offendere la divina Maestà vostra. Così sia. Pater noster... 

 

FIORETTO. — Oggi sopporta tutto con calma per amore di Dio; tre Salve Regina (clicca) a Maria.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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