
UN ANNO CON DON BOSCO
6° Dicembre
371) Siamo obbligati a fuggire le occasioni dei peccati?
Siamo obbligati a fuggire le occasioni dei peccati, perchè siamo obbligati a fuggire il peccato: chi non le fugge, finisce per cadere, poiché «chi ama il pericolo perirà in esso».
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164. Temete!
Don Bosco nella prefazione a un fascicolo delle Letture Cattoliche dell'ottobre 1862, scrive: « Finché non temete e non schivate le cattive compagnie, non solo dovete credervi in pericolo, e pericolo grande, ma temete di essere cattivi voi pure! ». (M. B. VII, 292).
165. Due « F » e un « S ».
Ricordi dati da Don Bosco nell'aprile 1860 alla fine degli esercizi spirituali dei giovani. « Due F, e un S.: 1) F = Frequenza ai Santi Sacramenti della Confessione e della Comunione. 2) F = Fuga dei cattivi compagni e frequenza dei buoni, che possono insegnarvi la strada della virtù e lo spirito della pietà. 3) S = Schiettezza e sincerità nella confessione. E terminava dicendo: « Oh, miei cari figlioli, se voi metterete in pratica queste raccomandazioni, io vi assicuro che il demonio farà bancarotta! ». (M. B. VI, 513).
166. L'assassino convertito.
Una sera Don Bosco soletto soletto, dalla borgata dei Becchi si recava a Buttigliera, o, come altri raccontano, da Capriglio a Castelnuovo. Giunto alla metà del cammino sulla strada pubblica, fiancheggiata da un bosco che rendeva scura e deserta, a un tratto scopre un govinotto seduto sopra una ripa, il quale vedendo il prete che gli si avvicinava scese e gli venne incontro chiedendo soccorso. La sua voce però minacciosa faceva intendere come la sua preghiera equivalesse a un'intimazione. Don Bosco senza turbarsi si fermò e gli disse: — Abbi pazienza un momento. — Che pazienza! datemi subito i denari, o che io vi uccido. — Denari per te io non ne ho; quanto alla vita me l'ha data Iddio ed Egli solo me la può riprendere. — In quel luogo senza testimoni, un colpo era presto fatto. Ma Don Bosco, benché il giovane avesse il cappello sugli occhi, lo aveva riconosciuto per il figliuolo di un proprietario dei dintorni; tanto più che lo aveva catechizzato e confessato nelle carceri di Torino, dalle quali era uscito da pochi giorni e per sua raccomandazione al Procuratore del Re. Il giovane in quel momento e per la notte che era molto oscura e per il turbamento naturale che lo agitava nel commettere il defitto, non ravvisava chi fosse l'aggredito. Per ciò Don Bosco, alzando il capo, continuò sottovoce: — Come! e tu Antonio, fai questo brutto mestiere? Così mantieni le tante promesse che mi hai fatte, sono pochi giorni... in quel luogo... la... presso S. Agostino, di non più rubare? Il disgraziato, che da queste parole aveva riconosciuto Don Bosco, rimase avvilito e, abbassata la testa: — Ha ragione, rispondeva, ma... vede bene... la necessità... ho rossore a ritornare al mio paese. Del resto io non sapevo che fosse Lei. Se l'avessi riconosciuto, non le avrei mai fatto simile affronto... Le chiedo perdono. — Ciò non basta, mio caro Antonio, bisogna mutar vita. Tu stanchi la misericordia di Dio, e se non fai presto a convertirti, temo che ti manchi il tempo. — Certo che desidero mutar vita: glielo prometto. — Non basta ancora; bisogna incominciar subito e confessarti, perchè se morissi adesso, saresti perduto per sempre. — Ebbene mi confesserò. — E quando? — Anche subito se vuole: ma non sono preparato. — Ti preparerò io. E tu prometti al Signore di non offenderlo più. Don Bosco, preso quel poveretto per mano, salì con esso per quella ripa, s'inoltrò alquanto in mezzo agli alberi, sedette sopra un rialto erboso e gli disse: — Inginocchiati qui. — Il giovanotto s'inginocchiò a lui vicino, e commosso fino alle lacrime, si confessò, dando tutti i segni di un vero dolore. Ciò fatto, Don Bosco gli donò una medaglia di Maria Immacolata e quel po' di denaro che aveva con sé, e lo condusse con sé a Torino. Questo giovane era stato imprigionato per il furto di un orologio, e il padre lo aveva scacciato di casa per il disonore che aveva recato alla famiglia. Don Bosco, dopo averlo indotto a vivere onestamente, gli procurò un impiego, ed egli visse poi da uomo dabbene, buon cristiano e virtuoso padre di famiglia. (M. B. III, 555-556).
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FRASE BIBLICA. — Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Fuggite l’ozio e gli oziosi, lavorate secondo il vostro stato; quando siete disoccupati siete in gravissimo pericolo di cadere in peccato. L’oziosità insegna ogni sorta di vizi.
PREGHIERA DEL MESE. — Onnipotente ed eterno Iddio, usate misericordia al vostro servo, nostro sommo Pontefice (Nome), e secondo la vostra misericordia guidatelo sulla via dell'eterna salute, affinchè per la grazia vostra desideri con ardore e compia con fortezza quanto vi piace. O Signore, conservatelo, fortificatelo e rendetelo felice sulla terra, e non permettete mai che egli cada nelle mani dei suoi nemici. Fate che ei si adoperi a promuovere con apostolico zelo il bene delle anime, ad estendere il vostro regno nel cuore di tutti gli uomini; difenda con fortezza i diritti della vostra Chiesa, e da esperto nocchiero nel procelloso mare di questo mondo guidi al porto della salute la navicella di Pietro. Concedete che egli possa vedere giorni felici per la Chiesa, distrutti gli errori, cessati gli scandali, umiliati, convertiti i suoi nemici e a capo di numerosissimo gregge giungere al cielo, e ricevere da voi, supremo Pastore, l'eterno premio. Per Gesù Cristo nostro Salvatore. Così sia. (Don Bosco)
FIORETTO: Recita tre Ave Maria; pratica la purità.
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