UN ANNO CON DON BOSCO

 

30° Dicembre

 

427) Come fratelli tra noi che cosa dobbiamo chiedere? 

 

Come fratelli tra noi dobbiamo chiedere il nutrimento  corporale e spirituale, il perdono dei peccati, la difesa  dalle tentazioni e la liberazione dal male: e questo si  chiede, per noi e per tutti gli uomini, nelle ultime quattro domande del Pater noster.

 

a) Il pane quotidiano 

 

(...) 

 

330. Ancora il panettiere. 

 

Nel 1860 un giorno di sabato verso le undici del mattino si presentava a Don Bosco un panettiere dicendogli, che se non era pagato  all'istante non avrebbe mandato più pane per la cena di quel giorno.  Non valsero a calmarlo le buone parole e le promesse. Don Bosco,  dopo aver pranzato, avvicinatosi ai chierici, disse loro:  — Patemi un piacere: andate subito in chiesa a pregare per un  venti minuti dinanzi al SS. Sacramento secondo la mia intenzione.  Poi uscì. All'indomani dopo le orazioni, Don Bosco così disse loro:  — Vi ringrazio che ieri avete pregato. Io dovevo fare un grosso  pagamento al panettiere dell'Oratorio. Mentre voi eravate in chiesa io andavo per la città fantasticando dove potessi rivolgermi, quando  sento un uomo che mi chiama, mi raggiunge e mi dice: — Oh, Don  Bosco, il mio padrone la desidera. — Lo seguii e il servitore mi accompagnò presso un bravo signore che da tempo era obbligato a stare a  letto. Egli mi accolse con grande bontà, e dopo avermi intrattenuto  in alcuni ragionamenti, mi consegnò un plico con dentro il denaro del  quale io abbisognavo. E così abbiamo potuto soddisfare in giornata il panettiere. (M. B. VI, 177-178). 

 

331. Non parto più! 

 

Un giovane dell'Oratorio, trovando la mensa insufficiente al  suo sostentamento, aveva scritto alla mamma di venirlo a prendere.  Prima di partire volle andare a confessarsi da Don Bosco. Mentre  aspettava il suo turno, venne l'incaricato del refettorio a dire al Santo  che fra breve sarebbero usciti i ragazzi per la colazione, ma che non  c'era più pane in casa. Don Bosco fece raccogliere il pane che c'era, lo fece portare davanti alla porta da cui dovevano uscire i ragazzi. Il giovane uscì e fuori trovò la sua mamma che lo aspettava. Egli,  che aveva preveduto di assistere a qualche cosa di straordinario, le  disse di aspettare un momento. Andò tra i primi a prendere la pagnotta e vide che ve n'erano solamente una quindicina; poi si mise  dietro a Don Bosco che distribuiva il pane. Passarono 400 giovani e  tutti ne ricevettero. Finita la distribuzione, osservò che vi era lo stesso  numero di pagnotte che all'inizio. Ritornato dalla mamma:  — Non vengo più — le disse — non voglio più andare via; resto qui.  Quindi le raccontò quello che aveva veduto, dicendole che non  era possibile abbandonare una casa così benedetta da Dio e un santo  uomo come Don Bosco. Si fermò con Don Bosco e divenne un valoroso salesiano. (M. B. VI, 777-779). 

 

b) Rimetti a noi i nostri debiti 

 

332. Perdono delle offese. 

 

Mamma Margherita doveva ricorrere a tutte le astuzie per rabbonire Antonio, allorché, imbronciato come un temporale in un angolo  della casa, si trattava di fargli dire le orazioni cogli altri fratelli. Con  qualche arguzia riusciva a farlo sorridere ed allora Margherita incominciava la preghiera. Dopo l'atto di dolore si recitava il Pater. Alle  parole: « Rimetti a noi i nostri debiti », sospendeva le preghiere e  diceva ad Antonio che nutriva rancore verso i fratelli:  — Lascia le parole: rimetti a noi i nostri debiti...  — Ma come? se sono nel Pater.  — Tu non devi dirle.  — Che cosa devo dire?  — Ciò che vuoi, ma queste parole no.  — Oh, bella, perchè?  — Perchè? Con qual coraggio le pronunci, mentre tu non vuoi  perdonare? Non temi che il Signore ti castighi mentre pronunci simili parole che in bocca tua suonano menzogna? E come vuoi che  Dio ti perdoni?  Alla fine Antonio vinto, diceva:  — Mamma, ho torto, perdonatemi.  E il perdono era subito concesso. (M. B. I, 62-63). 

 

333. Lei non è a posto. 

 

Nel 1883 si presentò a Don Bosco in Nizza una signora che da tre  anni portava il broncio alla suocera a motivo di torti da quella fatti  al proprio marito. Diversamente da altre volte, il Santo la ricevette  con fredda sostenutezza e alla fine le disse:  — Figliuola, lei non è a posto.  Se già il contegno l'aveva allarmata, queste parole la sconvolsero,  tanto più che Don Bosco gliela ripeteva di tratto in tratto. Chiestane  spiegazione, Don Bosco le disse di andare davanti a Gesù Sacramentato e pregarlo che la illuminasse. La mattina seguente dopo la Messa  ascoltò una predica. L'argomento era: carità e perdono delle offese.  Tosto si fece in lei la luce e la prese un senso di sgomento per essere  stata tre anni senza mai esaminare a fondo la propria coscienza. Si  gettò ai piedi di un confessore e tornata di lì a poco da Don Bosco,  questi, appena la vide, senza lasciarla aprir bocca:  — Oh figliuola — esclamò — oggi lei è a posto. Ha perdonato  generosamente e nella sua lettera ha versato tutto il suo cuore.  Infatti subito dopo essersi confessata aveva scritto con effusione  d'affetto alla sua suocera. (M. B. XVI, 42-43). 

 

c) Liberazione dal male 

 

334. Protezione di Domenico Savio. 

 

Mentre Don Bosco rivedeva le sue bozze che trattavano delle più  umili e tranquille virtù, quasi contrapposto alle violente passioni che  nel regno agitavano gli animi, era grandemente confortato dalle prove  di cara protezione, che Domenico Savio assicurava dal cielo all'Oratorio e ai suoi antichi compagni. Una sera d'aprile si leggeva alla comunità radunata una lettera di un giovane ex-allievo con la quale faceva testimonianza come egli sul principio del mese, aggravato da un  atroce mal di capo e da un acuto dolore di denti, dopo due giorni di  sofferenze si fosse deciso di ricorrere al buon Domenico. Recitato in  suo onore un Pater Noster, alle parole sed libera nos a malo istantaneamente aveva sentito svanire quelle doglie e scomparire la gonfiezza.  (M. B. VI, 225-226). 

 

335. Guai a Torino! 

 

Tra i giovani ricoverati a Valdocco ve n'era uno di circa 13 anni,  di nome Gabriele Passio, di aurei costumi e di esimia bontà. Don Bosco aveva predetto che sarebbe morto presto e ne aveva una grande  stima. Orbene: questo giovanetto, un anno prima dello scoppio fatale  della polveriera, cadde malato e fu ridotto agli estremi. Aveva già  ricevuto i conforti di nostra santa Religione, quando un giorno, come  indettato dall'alto, si pose a ripetere:  — Guai a Torino! guai a Torino!  Alcuni compagni che gli stavano ai fianchi gli domandarono:  — E perchè guai?  — Perchè è minacciata da un grave disastro.  — E quale?  — Un terribile terremoto.  — Quando sarà?  — Un altr'anno. Oh! guai a Torino il 26 aprile!  — Che cosa dobbiamo fare?  — Pregare San Luigi che protegga l'Oratorio e quelli che vi abitano.  Poco dopo egli moriva santamente all'ospedale del Cottolengo.  Fu allora che si aggiunse mattino e sera nello comuni preghiere un  Pater, Ave e Gloria a San Luigi, con la invocazione: Ab omni malo, libera nos, Domine. (M. B. IV, 400-401). 

 

336. Per vincere. 

 

Soleva dire ai suoi giovani Don Bosco:  « Nelle tentazioni ricorrete ad un mezzo che io nella mia lunga  esperienza ho trovato potentissimo per vincere il demonio: baciare  la medaglia della Madonna. Se vi trovaste in luoghi dove non fosse  conveniente baciar la medaglia, dite la giaculatoria: « Gesù, Giuseppe,  Maria, vi dono il mio cuore e l'anima mia ». Se la tentazione poi non  cessa si replichi il bacio, oppure la giaculatoria; e la tentazione sarà  vinta». (M. B. VII, 795). 

 

FRASE BIBLICA. — Il canto degli angeli allieta la notte. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Prega, prega bene e certamente ti salverai.  

 

PREGHIERA DEL MESE. — Onnipotente ed eterno Iddio, usate misericordia al vostro servo, nostro sommo Pontefice (Nome), e secondo la vostra misericordia guidatelo sulla via dell'eterna salute, affinchè per la grazia vostra desideri con ardore e compia con fortezza quanto vi piace. O Signore, conservatelo, fortificatelo e rendetelo felice sulla terra, e non permettete mai che egli cada nelle mani dei suoi nemici. Fate che ei si adoperi a promuovere con apostolico zelo il bene delle anime, ad estendere il vostro regno nel cuore di tutti gli uomini; difenda con fortezza i diritti della vostra Chiesa, e da esperto nocchiero nel procelloso mare di questo mondo guidi al porto della salute la navicella di Pietro. Concedete che egli possa vedere giorni felici per la Chiesa, distrutti gli errori, cessati gli scandali, umiliati, convertiti i suoi nemici e a capo di numerosissimo gregge giungere al cielo, e ricevere da voi, supremo Pastore, l'eterno premio. Per Gesù Cristo nostro Salvatore. Così sia. (Don Bosco)

 

FIORETTO: Tre atti di contrizione (clicca).; Gesù mio, misericordia.

 

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