UN ANNO CON DON BOSCO

 

31° Dicembre

 

428) Gesù Cristo perchè ci fa invocar Dio come Padre nostro? 

 

Gesù Cristo ci fa invocar Dio come Padre nostro per  ricordarci che Dio è veramente padre di tutti, specialmente di noi cristiani che, nel Battesimo, fummo adottati da Lui come figli suoi ; e per ispirarci verso di Lui  grande amore e fiducia.

 

337. Fiducia in Dio. 

 

Don Bosco aveva una fiducia illimitata nel Signore. Testificò  Don Rua: « Quando mi presentavo a lui infastidito dalla moltitudine  dei debiti da pagarsi, egli senza turbarsi menomamente mi diceva sorridendo: — Ah! uomo di poca fede! Sta' tranquillo; il Signore  ci aiuterà. — E all'economo ripeteva: — Ricordati che la Divina  Provvidenza non ti verrà mai meno. — E quanto otteneva dai benefattori o entrava comunque in cassa, voleva che giornalmente fosse  speso per i bisogni quotidiani e per pagare quella parte che si poteva  dei debiti, dicendo: — Ai bisogni futuri penserà Iddio; noi dobbiamo  pensare al presente ». (M. B. VIII, 902). 

 

429) Se Dio ascolta chi prega bene, perchè invochiamo anche la Madonna, gli Angeli e i Santi? 

 

Invochiamo anche la Madonna, gli Angeli e i Santi  perchè, essendo cari al Signore e pietosi verso di noi,  ci aiutino nelle nostre domande con la loro potente intercessione.

 

(...) 

 

a) Invocazione alla Madonna 

 

340. Ai piedi di Maria. 

 

Giovanni Bosco, quando era studente a Chieri, andava tutte le  mattine e tutte le sere al Duomo, innanzi all'immagine della Madonna  delle Grazie a porgere omaggio alla Vergine e a chiedere i favori necessari alla missione cui Ella lo aveva chiamato. Nel mese di maggio  per onorare Maria SS., raccoglieva i giovani più discoli e li conduceva  nella suddetta chiesa a confessarsi. (M. B. I, 268). 

 

341. Sedes Sapientiae. 

 

La sera del 4 dicembre 1864 Don Bosco diceva ai suoi giovani:  « A proposito di studio, voglio indicarvi un mezzo per ben studiare,  e questo è: — Vincere le difficoltà che s'incontrano nello studio degli autori. — Quando incontrate difficoltà non dovete avvilirvi. Non  fanno bene coloro che, incontrando una difficoltà, la saltano; non bisogna passar oltre finché la difficoltà non si è vinta e superata. E per  ottenere questo, primieramente ricorrete a Gesù ed a Maria con qualche  devota giaculatoria e vedrete che le difficoltà spariranno. Non dimenticatelo mai, miei cari figliuoli; è questo il mezzo più efficace per  vincere ogni difficoltà, perchè solo Dio è il donatore e Padre della  scienza e la dà a chi vuole e come vuole. A Maria SS. voi lo dite ogni  giorno nelle litanie: Sedes sapientiae, ora prò nobis. Essa è la sede  della sapienza. Rivolgetevi poi ai maestri, agli assistenti; essi si faranno  premura di aiutarvi e vi daranno tutte quelle nozioni e spiegazioni  delle quali avrete bisogno. Vi dirò ancora di più. Non solo sforzatevi  e siate costanti nel vincere le difficoltà, ma godetene quando ne incontrate, perchè queste accrescono l'ingegno e fanno provare una  dolce soddisfazione quando riusciamo ad intenderle. Che vanto vi è  nell'imparare ciò che facilmente si capisce? Aggiungete ancora che  ciò che s'impara con stento non si cancella mai più di mente ».  (M. B. VII, 825). 

 

342. Guarita istantaneamente. 

 

Don Bosco, a Caramagna (Torino), dopo aver predicato sulla invenzione della Santa Croce, si trovava a casa di Don Costamagna, il quale  così racconta: « Dopo pranzo la prima persona che si presentò a Don Bosco fu una povera donna alquanto avanzata negli anni, tutta sciancata, che si trascinava su due grucce. Aveva sentito parlare dell'efficacia della benedizione di Don Bosco e sperava. Allora io mi misi  tutt'occhi ad osservare e fui testimonio del seguente dialogo seguito  da un miracolo. Don Bosco incominciò:  — Che cosa volete, mia buona donna?  — Oh, Don Bosco! Abbia compassione anche di me! e mi dia  una sua benedizione!  — Di tutto cuore; ma avete fede nella Madonna?  — Sì, sì, tanta!  — Dunque — continuò Don Bosco — pregatela e vi farà la grazia.  — Ah preghi lei perchè è un santo; io non sono buona a pregar bene!  — Bisogna che preghiamo tutt'e due!  — Bene; farò come dice!  — Dunque inginocchiatevi!  — Ah, Don Bosco! È tanto tempo che non posso più inginocchiarmi; ho le gambe quasi morte!  — Non importa, inginocchiatevi!  E quella donna per obbedire si appoggiava allo due grucce, per  tentare se potesse strisciare su quelle fino a terra: ma Don Bosco,  togliendogliele di sotto le braccia e dalle mani, risolutamente disse:  — Così no, così no... inginocchiatevi bene.  Nella folla regnava un silenzio universale; non si udiva un respiro;  ed erano presenti seicento e più persone. La donna si trovò in ginocchio a terra, come per incanto, e piangendo diceva:  — Ah! Don Bosco e come ho da pregare!  — Dite con me — le rispose Don Bosco — tre Ave Maria alla  Vergine Ausiliatrice!  E dopo aver recitato insieme le tre Ave Maria, senza che nessuno  l'aiutasse quella donna si levò su senza più sentire quei dolori che  da diversi anni l'opprimevano. Don Bosco le mise, sorridendo santamente, le due grucce sulle spalle e le disse:  — Andate, mia buona donna, ed amate sempre Maria Ausiliatrice!  (M. B. VIII, 770-771). 

 

b) Pietà della Madonna per noi 

 

343. Mater Misericordia». 

 

Una ammirabile conversione accadde negli anni in cui Don Bosco  esercitava il suo ministero nelle carceri. Così raccontò lo stesso protagonista: « Fuggito da casa ancor ragazzo, arruolato nell'esercito,  guadagnati i galloni da sergente, mi diedi a ogni vizio e quindi a odiare  la religione. Trovandomi a Nizza, per curiosità, andai a visitare il santuario della Madonna del Laghetto, ove vidi portare una giovane paralitica, quasi moribonda, dall'aspetto cadaverico. Tra le preghiere  ed i singhiozzi dei circostanti vidi rifiorire il colore su quel volto e la  fanciulla, emettendo grida di gioia, alzarsi in piedi perfettamente  guarita. Invece di commuovermi diventai furioso, negai il miracolo  e minacciai la prigione a chi dei soldati presenti avesse osato parlarne.  La mia empietà non rimase impunita e per un grave delitto fui condannato a dieci anni di carcere. La perdita della libertà mi imbestialì  maggiormente, e, visto un quadro dell'Addolorata accesi un fiammifero per incenerirlo: ma quando gli fui vicino una mano mi trattenne: mi volsi: nessuno. Ritentai la prova e nuovamente fui impedito. Compresi! La Madonna aveva toccato il mio cuore e caddi in  ginocchio confessando le mie colpe in un profluvio di lacrime ».  Il Sergente non solo si convertì, ma divenne apostolo tra i carcerati  ed uscito dalla prigione fu esempio di cristiane virtù e benefattore  di Don Bosco. (M. B. II, 275-277). 

 

344. La Madonna scaccia gl'indegni. 

 

Le novene celebrate in onore della Madonna nell'Oratorio erano  fatali ai cattivi. Don Bosco annunciandole era solito dire: « Facciamola bene questa novena, perchè la Madonna stessa vuole purificare  la casa, e ne scaccerà chi è indegno di abitarla ». Infatti quei giorni  erano sempre segnalati per la scoperta di qualche volpe o di qualche  lupo, i quali per quanto sapessero celarsi, per un motivo o per l'altro,  e la maggior parte delle volte spontaneamente, abbandonavano l'Oratorio. È un fatto che si ripetè le centinaia di volte, constatato da  tutta la Comunità. (M. B. V, 156). 

 

(...) 

 

c) Amore alla Madonna 

 

347. I fiori alla Madonna. 

 

Era un giorno del mese di maggio, sacro alla Regina del cielo  e destinato alla distribuzione dei premi ai giovani di Valdocco. Parecchie ragguardevoli persone vi erano state invitate per rendere la  festa più bella e gioconda. I premi erano d'ordinario oggetti pii come  libri, quadri, statuette e simili. Nel numero degli oggetti esposti si  trovavano pure alcuni vasi di fiori naturali, freschi e odorosi, ivi collocati perchè servissero di abbellimento. Quei giovani da premiarsi che  primi sarebbero stati chiamati, avevano il vantaggio di poter scegliere  l'oggetto che più loro aggradiva. Giunse l'ora sospirata; e, tutto essendo preparato, si dà principio alla distribuzione dei premi. Il primo  ad essere chiamato, avanzatosi fra quella rispettabile assemblea,  scelse l'oggetto più prezioso. Ve no rimanevano ancora altri molti  a quello non di gran lunga inferiori, od ecco un secondo giovane, di  virtù specchiata e di costumi angelici, è chiamato a scegliersi il premio. Quegli modestamente s'avanza, s'arresta, considera un momento  sopra quale oggetto debba far cadere la sua scelta, ma pare che non  ne trovi alcuno di suo gusto. Quand'ecco, contro l'aspettazione di  tutti i circostanti, fissa i suoi occhi sopra uno di quei vasi di fiori freschi; va, lo prende e tutto allegro e giulivo lo porta tosto ai piedi della  statua di Maria nella vicina cappella a Lei dedicata, e in quel mese  devotamente festeggiata. Questo atto devoto e ingenuo fu apprezzato come si doveva dall'assemblea. I giovanetti specialmente ne  rimasero commossi e approvarono con replicati applausi la devozione  dell'amico. Questo esempio fu imitato da altri giovanetti, i quali tutti  in quel giorno dimostrarono quale amore nutrissero nei loro teneri  cuori verso la celeste loro Madre Maria SS. (M. B. V, 279-280). 

 

(...) 

 

d) Intercessione della Madonna 

 

349. La medaglia di Maria Ausiliatrice. 

 

A Tolone nel 1877 un signore pregò Don Bosco di dargLI alcune  medaglie di Maria Ausiliatrice, e gLI narrò come a una di queste medaglie egli andasse debitore della vita. Tre anni avanti, caduto dall'altezza di più metri, si sarebbe dovuto sfracellare; ma toccato il  suolo non sentì altro male che lo sbalordimento causato dal capitombolo. Il portentoso fatto lo attribuiva al fatto che aveva indosso la  medaglia di Maria Ausiliatrice. (M. B. XVIII, 57). 

 

350. Il quadro di Maria Ausiliatrice. 

 

Don Bosco spiegava al pittore Lorenzone come doveva essere il  quadro di Maria Ausiliatrice da porsi sull'Altar maggiore del Santuario.  E diceva:  — In alto Maria SS. tra i cori degli angeLI: intorno a Lei, più vicini, gli apostoli, poi i cori dei martiri, dei profeti, delle vergini, dei  confessori. In terra gLI emblemi delle grandi vittorie di Maria e i popoli delle varie parti del mondo in atto di alzare le mani verso Lei  chiedendo aiuto.  Parlava come d'uno spettacolo che avesse già visto, precisandone  tutte le particolarità. Lorenzone lo ascoltava senza fiatare; e come  Don Bosco ebbe finito:  — E questo quadro dove metterlo?...  — Nella nuova chiesa!  — E crede lei che ci starà?  — E perchè no?  — E dove troverà la sala per dipingerlo?  — Ciò sarà pensiero del pittore.  — E dove vuole che io trovi uno spazio adatto a questo quadro?  Ci vorrebbe Piazza Castello. A meno che non voglia una miniatura  da guardarsi col microscopio.  Tutti risero. Il pittore con le misure alla mano, con le regole della  proporzione, dimostrò il suo assunto. Don Bosco fu un po' spiacente,  ma dovette convenire che il pittore aveva ragione. Quindi fu deciso  che il pittore avrebbe compreso solo la Madonna, gli apostoli, gli evangelisti e qualche angelo. Ai piedi del quadro, sotto la gloria della Madonna si sarebbe posta la casa dell'Oratorio. (M. B. VIII, 4). 

 

e) Intercessione degli Angeli 

 

351. Il monito dell'Angelo Custode. 

 

Don Bosco raccontava di un giovanetto che, avendo per rossore  taciuto un peccato grave in confessione, la notte seguente, il suo Angelo Custode con una terribile visione gli aveva fatto conoscere che  se egli non confessava quel peccato, il Paradiso non era più per lui,  e se ne sarebbe andato eternamente perduto. Il giovane, risvegliatosi,  corse tosto confuso ai piedi del confessore, dichiarò quello che prima  aveva taciuto e pochi giorni dopo, una morte repentina gli apriva  le porte dell'Eternità. (M. B. VI, 787). 

 

f) Intercessione dei Santi 

 

352. « Domenico Savio non fa le grazie a metà ».  

 

Il giovane Davìco si trovò gravemente ammalato, per cui si temeva di perderlo da un momento all'altro. Don Bosco si trovava fuori  dell'Oratorio. Appena arrivato in portineria, a Don Alasonatti che manifestava il timore di una vicina morte, Don Bosco rispose:  — Davìco non parte ancora: non gli ho firmato il passaporto.  Salito in infermeria, si avvicinò al letto del giovane e gli parlò  in un orecchio sotto voce. Quindi invitò tutti i presenti a dire un Pater,  Ave e Gloria a Domenico Savio, mentre egli, tenendo le mani sul giovane, lo benedisse. Davìco in quel momento si alzò e si disse guarito.  Don Bosco lo fece subito alzare, vestire da solo e poi scendere nel refettorio dei superiori, «perchè — diceva — Domenico Savio non fa  le grazie a metà». (M. B. VI, 781-782). 

 

353. Il buco turato. 

 

Nel 1884 gli alunni dell'istituto salesiano di Marsiglia andarono  a fare una merenda presso una grande benefattrice. Mentre si divertivano nel giardino, la fantesca accorse tutta affannata dalla signora  dicendo:  — Signora, la pentola dove cuoce la minestra per i giovani, perde  e non riesco in alcun modo a rimediarvi. Dovranno stare senza minestra.  La padrona che aveva gran fede in Don Bosco ebbe un'idea.  Mandò a chiamare tutti i giovani, e:  — Sentite — disse loro — se volete mangiare la minestra, inginocchiatevi qui e recitate un Pater, Ave e Gloria a Don Bosco, perchè  faccia ristagnare la pentola.  Essi obbedirono. La pentola cessò all'istante di perdere. Il fatto  è storico, ma Don Bosco sentendolo raccontare, rise di gusto dicendo:  — D'ora in avanti chiameremo Don Bosco protettore degli stagnin (stagnai)». (M. B. VII, 56). 

 

FRASE BIBLICA. — Pace agli uomini che Dio ama. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo fare noi. Confidate ogni cosa in Gesù Cristo Sacramentato ed in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli.

 

PREGHIERA DEL MESE. — Onnipotente ed eterno Iddio, usate misericordia al vostro servo, nostro sommo Pontefice (Nome), e secondo la vostra misericordia guidatelo sulla via dell'eterna salute, affinchè per la grazia vostra desideri con ardore e compia con fortezza quanto vi piace. O Signore, conservatelo, fortificatelo e rendetelo felice sulla terra, e non permettete mai che egli cada nelle mani dei suoi nemici. Fate che ei si adoperi a promuovere con apostolico zelo il bene delle anime, ad estendere il vostro regno nel cuore di tutti gli uomini; difenda con fortezza i diritti della vostra Chiesa, e da esperto nocchiero nel procelloso mare di questo mondo guidi al porto della salute la navicella di Pietro. Concedete che egli possa vedere giorni felici per la Chiesa, distrutti gli errori, cessati gli scandali, umiliati, convertiti i suoi nemici e a capo di numerosissimo gregge giungere al cielo, e ricevere da voi, supremo Pastore, l'eterno premio. Per Gesù Cristo nostro Salvatore. Così sia. (Don Bosco)

 

FIORETTO: — Recita il Te Deum (clicca) nella giornata ripeti sovente: Ti ringrazio, mio Dio.

 

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