UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

24° Marzo

 

GESU' DAVANTI AD ERODE

 

Erode fece a lui molte interrogazioni, egli però non rispose mai. Intanto i gran sacerdoti e gli scribi stavan là ad accusarlo con pertinacia. Ma Erode con i suoi soldati si fece beffe, e vestitolo per scherno d'una tunica bianca lo rimandò a Pilato (S. Luca, XXIII, 9). 

 

1° Preludio. Gesù si sottomette a tutto ed accetta tutte le derisioni per espiare le nostre colpe. 

 

2° Preludio, Signore, preservatemi dalla frivolezza mondana, e datomi la pazienza in tutte le prove. 

 

1° PUNTO: Frivolezza e leggerezza d'Erode. — Erode Antipa, figlio di Erode l'infanticida, era l'assassino di san Giovanni Battista. Durante un banchetto aveva sacrificato la vita del Precursore di Cristo per far piacere ad una ballerina. Basta questo a spiegarne la leggerezza e la crudeltà del carattere. Pilato gl'inviò Gesù perchè galileo. Erode, frivolo e curioso, ne gioì credendo di assistere a qualche miracolo; ma inutilmente fece a Gesù molte interrogazioni; nostro Signore non volle prestarsi come passatempo d'un cuore sciocco, e non rispose affatto. Inoltre non aveva di che rispondere ad interrogazioni fatte non nella forma regolare dei tribunali. Gesù sdegna la frivolezza, la leggerezza. Non è questa la spiegazione del silenzio che egli custodisce molte volte di fronte a me? Quali sono le mie conversazioni con lui? Le mie preghiere sono gravi e degne? Nostro Signore potrà prendere sul serio questo miscuglio di preghiere, di distrazioni, di sogni? La frivolezza, la leggerezza, non è il carattere di una grande parte della mia vita? Le mie letture e le mie conversazioni non mi allontanano dalla vita interiore, dal raccoglimento e dalle disposizioni, in cui mi devo mettere perchè nostro Signore si degni di parlarmi? 

 

2° PUNTO: Silenzio e pazienza di nostro Signore. — Nostro Signore non rispose. Il momento era grave. Egli compie il sacrificio per la redenzione del mondo: non ha tempo da dare alle questioni frivole e curiose di Erode. Ecco per noi una grande lezione di vita interiore, di gravità, di dignità. Nostro Signore vive unito al Padre, e non acconsente a conversare con gli uomini, se non quando l'esige qualche dovere di carità o di giustizia. Il silenzio ha le sue preferenze. Dovrebbe essere così anche fra noi. E' proprio quello che esprime san Paolo ai Filippesi: «La vostra modestia sia manifesta a tutti gli uomini». La modestia, in questo caso, è la moderazione delle parole e delle azioni. «Conservate la calma, aggiunge san Paolo, occupate il vostro cuore a lodare Dio, a ringraziarlo, a pregarlo. Se occorre conversare con gli uomini, la conversazione sia su soggetti d'edificazione, di pietà o di necessità» (Ai Filip. IV, 3). Quale contrasto fra questa gravità, questa dignità di nostro Signore e la leggerezza in cui cado tanto sovente! San Paolo raccomandava a tutti i discepoli questa modestia di Cristo: «Rivestitevi della dolcezza, della modestia, della pazienza di Gesù Cristo» (Col. III, 12). La pazienza infinita del buon Maestro si manifestò con splendore anche in casa di Erode. Il principe e la sua coorte trattarono Gesù da pazzo. Lo disprezzarono; lo insultarono; non lo flagellarono come i servi del tempio, ma quanto si beffarono di lui! Fu un'altra prova non meno crudele per il Figlio di Dio. Egli dovette sostenere alquanto la sua potenza infinita per non colpire i colpevoli. Il vostro divin Cuore ha voluto tutto questo, o mio Signore, per espiare tutte le freddezze dell'amor proprio, tutte le vendette, tutte le antipatie. Quante impazienze non ho mai io da rimproverarmi! Perdonatemi, formatemi voi alla vera dolcezza ed alla vita interiore. 

 

3° PUNTO: Burle e derisioni. — Gli insulti a cui nostro Signore venne esposto in casa di Pilato, hanno un carattere particolare. Lo si tratta da insensato; lo si riveste di bianco come un pazzo, e tutto un corpo di guardia gli prodiga, alla presenza di Erode, le più grossolane derisioni. Nostro Signore tace davanti a questi insulti, come ha taciuto nell'interrogatorio. Sa che noi saremo molte volte derisi ed insultati, e vuol sopportare tutte le sofferenze per le quali noi dovremo passare (Isaia LIII); vuol esserci così d'esempio, perchè noi non abbiamo a lamentarci mai. Come spiegare e giustificare allora la nostra sensibilità e le nostre impazienze? «Se il mondo vi odia e vi sprezza, ci ha detto nostro Signore, ricordatevi che egli ha cominciato a farlo con me, e che ha pure detestato e sprezzato me» (S. Giov. XV, 18). In quel giorno, Pilato ed Erode, prima inquieti fra di loro, ridivennero amici. E questo era stato predetto: Adstiterunt reges terrae et Principes convenerunt in unum (Salmo II). Oh! incontreremo anche noi unioni inattese che si formeranno a nostre spese! Ricordiamoci allora le promesse di nostro Signore: «Beati voi se vi si maledice, se vi si perseguita, se vi si accusa facilmente per me. Rallegratevene allora. Ve ne deriverà una grande ricompensa. Ricordatevi che i cattivi hanno perseguitato prima di voi i profeti e il capo dei profeti». 

 

Risoluzioni. — La leggerezza e la frivolezza di Erode mi ricorda molte colpe in cui sono caduto. Ho mancato così frequentemente di austerità, di dignità, di serietà. Ne arrossisco, e ne chiedo perdono al Cuor di Gesù. La pazienza, la dolcezza, il silenzio di nostro Signore m'incoraggiano di nuovo alla vita interiore. Mi ci voglio mettere energicamente. 

 

PRATICA. - Recita, se puoi, i sette dolori della Madonna (clicca); ama di soffrire con Gesù.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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