UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

16° Giugno

 

SULLA TENEREZZA CHE NOSTRO SIGNORE CI DIMOSTRA NEL SANTISSIMO SACRAMENTO

 

E preso il pane rendè grazie, e lo spezzò, e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me. Similmente anche il calice, finita che fu la cena, dicendo: Questo è il calice, il nuovo testamento nel sangue mio, il quale per voi si spargerà (San Luca, XXII, 19-20) 

 

1° Preludio. Il Sacramento dell'Eucaristia è per eccellenza il dono dell'amore. 

 

2° Preludio. Insegnatemi, o Signore, a venire a voi con amicizia, con confidenza e con abbandono. 

 

1° PUNTO: Il sacramento dell'Eucaristia è, per eccellenza, il mistero dell'amore. — Nostro Signore è qui per amarci e per essere amato da noi, ma non riceve in questo Sacramento le consolazioni che il suo divin Cuore vorrebbe trovarvi. Non intendiamo parlare ora dei sacrilegi che l'oltraggiano, vogliamo parlare dei sacerdoti e dei fedeli che lo ricevono con le disposizioni sufficenti, ma senza amore. Ricevendo questo sacramento come si ricevono gli altri, si pensa a se stessi e molto raramente a nostro Signore. Questo avverrà, è vero, per debolezza umana, ma in parte dipende anche dalla formazione che si dà ai chierici ed ai fedeli. I sacramenti mettono a disposizione di tutti i meriti di nostro Signore ed i frutti della Redenzione. I buoni sono attenti a raccogliere questi frutti preziosi, ma come sono pochi quelli che pensano di ringraziare nostro Signore per questi tratti d'amore che egli ci ha prodigati! La sua presenza nel sacramento dell'altare è un'abitazione costante in mezzo a noi, suoi fratelli. Egli è corporalmente in mezzo a noi, com'era corporalmente in mezzo agli amici durante la vita mortale: non ci si pensa abbastanza, e lo si lascia troppo sovente tutto solo nei tabernacoli. Eppure egli vi dimora come un amico; un vero amico pieno di tenerezza: Ed attende che vi si venga ad aprirgli il nostro cuore, a discorrere un po' con lui, a confidargli ogni nostra pena tutte le gioia nostre. E pensare che noi apriamo tante volte, e tanto facilmente, il cuore ad amici che non lo meritano, e poi non pensiamo ad aprirlo a lui! Bisognerebbe che i fedeli fossero da fanciulli educati ad andare a lui con semplicità; che s'insegnasse loro che il Dio del Tabernacolo non è qui sul trono di giustizia, ma che vi rimane come un amico il quale non desidera che d'ascoltare le confidenze degli uomini suoi fratelli e specialmente dei bambini, per i quali ha una tenerezza tutta particolare. 

 

2° PUNTO: Indifferenza generale per Gesù Ostia. — Si passa troppo indifferenti vicino alle chiese dov'è nostro Signore, e se si visita una Chiesa, si fa, è vero, una genuflessione davanti al tabernacolo, si mormora anche con la bocca qualche preghiera, ma si fa tutto questo assai macchinalmente. Non si sa che una visita cordiale, nella quale il nostro cuore avrebbe campo di spandersi nel Cuore di Gesù, ci rallegrerebbe, e ci consolerebbe. Noi onoriamo nostro Signore come si onorerebbe una statua di marmo fredda ed insensibile. L'omaggio distratto che gli viene reso, gli fa sentire quanto egli è lontano dal cuore stesso dei servi. Tuttavia egli è un amico, il migliore degli amici, e vorrebbe che tutti i sacerdoti che sanno questo, lo consolassero di tale abbandono. Vorrebbe più ancora; vorrebbe che essi parlassero più sovente e con più cuore della sua amicizia per gli uomini suoi fratelli. Abituando i fanciulli a queste relazioni d'amicizia con nostro Signore, si preparerebbe una generazione di cristiani meno freddi e meno indifferenti; si seminerebbero germi d'affezione verso di lui. Questi germi porterebbero poi un giorno i loro frutti; ed i sacerdoti i quali comprendono questo cose e le mettono in pratica producono infatti dei grandi frutti. 

 

3° PUNTO: Ciò che nostro Signore domanda agli uomini è il dono del cuore. Gli uomini si dedicano l'uno all'altro mediante il cuore, ed è mediante il cuore che essi si guidano. In nostro Signore è stato il Cuore l'ispiratore di tutti i sacrifici che ha fatto per i fratelli; e nell'affetto si deve riconoscere ciò che il suo cuore ha fatto per gli uomini. Tutto quello che si compie senza il cuore, non può interessare il Cuor di Gesù. Bisogna dirigere verso nostro Signore i sentimenti del cuore e dar loro per oggetto principale e dominante un'affettuosa riconoscenza per i suoi benefici, una confidenza illimitata nella sua tenerezza, un'affezione dolce per la persona e per l'umanità di Gesù. I cristiani devono sapere che lui, il più delicato di tutti gli uomini, il più affettuoso, il più amante, il più tenero di tutti, niente ama di più del dono dei cuori, e che ha fame e sete del cuore dei fratelli. Pensiamo dunque sovente, sopratutto se siamo sacerdoti, al prigioniero del tabernacolo. Egli abita vicino a noi e con noi, visitiamolo quindi sovente. Andiamo a consolarlo delle offese che gli vengono fatte; andiamo a domandargli consigli per poter lavorare pel trionfo del suo regno, del regno del suo amore; andiamo a ringraziarlo di una buona riuscita, ad offrirgli una prova che ci capita, a raccomandargli un affare, un bisogno della nostra anima o dei nostri fratelli. Trattiamolo, infine, come il primo amico, come un amico che merita confidenza e che ha acquistato, con mille benefizi, il diritto di non venir più dimenticato. Andiamo a lui con riconoscenza; andiamo a lui con confidenza; andiamo a lui per amicizia, com'egli pure viene per amicizia verso di noi che lo meritiamo così poco. 

 

Risoluzioni. — Signore, voi siete il migliore degli amici, il più fedele, il più indulgente, il più generoso, il più misericordioso. Come non verrò a voi? Ma perchè, ahimè, sono stato fin'ora così duro e così ingrato verso di voi? Vi prometto un pensiero più abituale alla vostra presenza eucaristica e visite più frequenti e sopratutto più cordiali.

 

FIORETTO. — Bacia tre volte la Croce, e considerala un prezioso gioiello.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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