UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

17° Giugno

 

SULLA BONTA' CHE NOSTRO SIGNORE CI DIMOSTRA NELLA SANTA COMUNIONE 

 

Prima della festa di Pasqua, sapendo Gesù che era giunto il tempo per lui di passare da questo mondo al Padre, avendo egli amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (S. Giov., XIII, 1). 

 

1° Preludio. Il sacramento dell'Eucaristia è il prodigio dell'amor di Gesù per gli uomini. 

 

2° Preludio. Signore, fate che io risponda, come devo, alla tenerezza ed all'affetto che voi mi dimostrate nella santa Comunione. 

 

1° PUNTO: In questo Sacramento nostro Signore ci dà l'esempio della più meravigliosa tenerezza. — Il sacramento dell'Eucaristia, la meraviglia di tutta l'onnipotenza divina, è anche il prodigio dell'amore del Cuor di Gesù per gli uomini. E' per questo che l'apostolo san Giovanni ne richiama l'istituzione con queste semplici parole: «Poichè nostro Signore aveva amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine». Questo sacramento mostra che non si deve aver timore d'andare a nostro Signore con gli affetti del cuore, essendo la comunione del corpo e del sangue di nostro Signore un prodigio d'affetto e d'amore tenerissimo. Nel sacramento dell'altare, nostro Signore è vivente; egli è qui come uomo, come uomo in corpo ed anima, e si fonde tutto in una volta nel corpo e nell'anima del comunicando. Non è una follia d'amore, e d'amore tenerissimo? Solo il suo Cuore, il suo Cuore esuberante d'amore ha potuto trovare una simile pazzia, la quale esigeva il concorso di tutta la potenza divina. Egli ha messo l'onnipotenza al servizio di tutte le pazzie della tenerezza infinita. Alla follia della croce, ha aggiunto quella di una comunione così intima che gli uomini stentano a concepirla. Veramente la carne si immedesima con la carne del comunicando, la sua anima con l'anima, il suo Cuore con il cuore del fedele, e quest'effusione ispirata dal Cuor di Gesù ardente d'amore, dura finchè durano le sacre specie eucaristiche. Egli lo ha detto: «Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue, vive in me ed io in lui». San Cirillo dice: Avviene nella santa comunione quello che avviene di due ceri, i quali si fondano insieme. Lo stesso Padre applica all'Eucaristia l'esempio che san Paolo dà del lievito che fermenta tutta la massa della farina. «Così, dice, l'Ostia adombra tutto l'uomo con la sua grazia». 

 

2° PUNTO: Questa tenerezza di nostro Signore domanda una reciproca tenerezza. — Nostro Signore ci dà quindi l'esempio della più incredibile tenerezza. Questa tenerezza vuole il contraccambio da parte del cuore che la riceve. Dunque per lui non è follia questa; essere folli in questo modo vuol dire essere saggi: vuol dire agire con lui, come lui, la sapienza increata, agisce con gli uomini. Vuol dire imitarlo; e imitarlo vuol dire andare a lui, come lui viene ai fratelli mediante l'amore ed il sacrificio. Egli ci ha dato due grandi esempi che riassumono tutto il suo Cuore: la croce, ed il sacramento dell'altare. Amiamolo con la tenerezza che ci dimostra in questo sacramento adorabile e con la fortezza generosa che ha dimostrato sul Calvario, e questa sarà la perfezione nostra. Le anime tenere portano la loro croce con un amore più forte delle altre. Essendo il Cuor di Gesù il più tenero di tutti i cuori, perciò il sacrificio della croce è stato il più generoso di tutti i sacrifici. 

 

3° PUNTO: La tenerezza di nostro Signore verso di noi è simile a quella di una madre. — Per farci un'idea della tenerezza di nostro Signore verso gli uomini pensiamo a quella di una madre per i figliuoli. Nostro Signore l'ha detto per bocca del profeta Isaia: «Può forse una madre dimenticare il bambino, e non aver pietà del frutto del suo seno? Ebbene! se anche essa lo potesse fare, io non vi dimenticherò». Quello che Dio ha detto del popolo d'Israele, s'applica ancora meglio al popolo cristiano. Maria ha avuto per Gesù bambino una tenerezza così grande che nessuna creatura ha potuto mai uguagliare. Questa tenerezza di Maria impallidisce di fronte a quella del Salvatore che ha inventato le meraviglie dell'Eucaristia. Quelli che vengono a nostro Signore amando la tenerezza, sono sempre ricevuti con compiacenza. Ma si comprenda infine che l'amore d'un Dio, non è, nè può essere un amore senza cuore, un amore glaciale, un amore senza amore. Purgare il proprio cuore non significa cacciarne l'amore, significa cacciarne tutto ciò che non amor di Gesù. Amare Gesù, è fare ciò che Gesù domanda; e perchè si vada a lui di vero cuore egli vuol diffondere la devozione al suo Cuore sacratissimo. In questa devozione bisogna distinguere due cose: il culto pubblico ed il culto interiore. Le solennità del culto pubblico glorificano il Sacro Cuore, ed egli vi è assai manifesto: l'Eterno Padre vi si compiace e vi risponde con grazie abbondanti, ma nostro Signore desidera ben più e meglio: vuole degli adoratori in spirito e verità, degli adoratori che gli diano il cuore, che gli offrano tutti i battiti, tutte le aspirazioni, tutti gli affetti. 

 

Risoluzioni. — Signore Gesù, prendete il mio cuore, è vostro. Voglio darvelo con tenerezza pensando abitualmente a voi e conversando intimamente con voi. Voglio offrirvelo con forza consumandovi per voi nei lavori, nell'azione, nelle pene e fino alla morte. 

 

FIORETTO. — Fa un atto di contrizione e un atto di carità, in riparazione dei peccati commessi.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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