UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

11° Dicembre

 

IL MAGNIFICAT, ESPRESSIONE DELLA RICONOSCENZA DI MARIA

 

L'anima mia esalta la grandezza del Signore. Ed esulta il mio spirito in Dio mio salvatore; perché ha rivolto lo sguardo alla bassezza della sua serva: ecco che da questo punto beata mi chiameranno tutte le età (S. Luca, I, 46). 

 

1° Preludio. Ascolterò la splendida manifestazione della riconoscenza di Maria, mentre portava Gesù nel seno, il Magnificat, divenuto l'inno di riconoscenza usato dalla Chiesa. 

 

2° Preludio. O Gesù, non permettete che io contristi ancora il vostro Cuore con la ingratitudine. 

 

1° PUNTO: L'esempio di Maria e dei santi. — Oggi meditiamo l'inno di ringraziamento della Vergine santa; questo cantico ne esprime le disposizioni abituali. Elisabetta, sentendo la grazia che si è sparsa sulle labbra di Maria, ed avvertita dal trasalire di san Giovanni Battista, ha esclamato per un movimento dello Spirito Santo: «Sii benedetta fra tutte le donne; e da dove mi viene questa felicità che la madre del mio Signore venga a visitarmi?». Ma Maria non pensa che a Dio. Ella canta il cantico di riconoscenza: «La mia anima glorifica il Signore, ed il mio cuore esulta di gioia in Dio mio Salvatore» Tutta inabissata nell'umiltà, essa rivolge a Dio tutte le lodi che le vengono attribuite. La si tratta da Madre di Dio, ed ella non vuoi essere considerata che come serva, e protesta con ringraziamento che è Dio che ha fatto tutto in lei; pubblica la santità del nome di Dio, l'estensione della potenza e la grandezza delle misericordie divine. Così il suo inno di ringraziamento è divenuto l'espressione ordinaria della riconoscenza dei fedeli. Ella s'ispirava allo spirito di Gesù, che pure ha voluto che le effusioni della riconoscenza verso il Padre celeste fossero riportate nel Vangelo, specialmente quelle da lui espresse prima e dopo la Cena eucaristica, la meraviglia dell'amore del Padre verso di noi. I santi si espandevano incessantemente in ringraziamenti, e la Sacra Scrittura ce ne dà tutte le prove. Di Tobia si dice che ringraziava il Signore tutti i giorni della vita (Tobia II, 14). David esclamava: «Che renderò al Signore per tutti i beni che ho ricevuto da lui?» (Salmo CXV). E si esercitava nella riconoscenza: «Anima mia, benedici il Signore, e non dimenticarne i benefici n (Salmo CII). Poi passava in rivista ì benefici innumerevoli di Dio: Egli perdona i peccati, guarisce le infermità, ci corona delle sue misericordie (Salmo CII). I salmi sono molte e molte volte sentiti ringraziamenti. San Paolo diceva: Ringraziamo il Signore senza interruzione (II Tess. II, 4); ed ancora: Ringraziate Dio in ogni cosa, questa è la volontà di Dio nel Cristo (I Tess. v). 

 

2° PUNTO: E' un debito del cuore. — La riconoscenza è un debito che noi assumiamo appena ricevuto un beneficio: sarebbe una grande ingiustizia non pagare questo debito o misconoscerlo. La riconoscenza è una virtù che ci porta verso Dio persuasi che tutti i benefici ci vengono da lui, e per lodarlo e ringraziarlo con le parole e con le opere. Un sacrificio, è l'ostia di lode che è cara a Dio, e che ci attira nuovi benefici. I motivi che ci impongono questa riconoscenza non sono forse innumerevoli? Iddio ci ha tratti dal nulla, noi gli dobbiamo l'essere e la vita; questa vita intera noi dovremmo consacrarla alla riconoscenza. E nostro Signore non ci ha data anche la vita della grazia? Non si è rivestito della nostra carne per soffrire e morire affine di meritarci la vita di gloria? Pensiamo a Betlemme, agli annientamenti, a Nazareth e alla laboriosità, alla vita apostolica di nostro Signore, al Getsemani ed al Calvario. Pensiamo all'Eucaristia, al battesimo, al sacramento della penitenza. Ciascuno di noi non ha anche ricevuto grazie speciali? Nostro Signore ci ha sopportato nelle colpe, ha atteso la conversione, ci ha chiamati ad una vocazione eletta. Ed intanto la nostra memoria lo dimentica, lo spirito non pensa a lui, il cuore è freddo, e la nostra bocca tace invece di prorompere in ringraziamenti. 

 

3° PUNTO: Le qualità e le condizioni della riconoscenza. — La nostra riconoscenza deve essere sopratutto affettuosa, e piena di tenerezza e d'amore. Potremmo amare troppo colui che ci ama con amore così paterno e che ci colma di tanti benefici? La riconoscenza deve essere continua: deve manifestarsi allo svegliarsi, al primo suono della campana che ricorda il messaggio dell'angelo Gabriele a Maria; dopo un'impresa coronata di successo, dopo il pranzo, apprendendo una notizia felice e gradita, in seno anche alla tribolazione ed alle avversità; la croce è così preziosa per purifidarci e meritarci le grazie! Facciamo in modo che la nostra vita sia un ringraziamento continuo. E finora ho praticata questa virtù? Il mio spirito vi ha pensato tanto quanto avrebbe dovuto? il mio cuore ne è penetrato? la bocca ne parla abbastanza frequentemente? Offre essa a Dio i sacrifici di lode che attende da me? Odo risuonare i lamenti così commoventi espressi da nostro Signore a santa Margherita Maria: «Non ricevo dalla maggior parte degli uomini che ingratitudini per i disprezzi, le irriverenze, i sacrilegi e le freddezze che essi hanno per me nel sacramento del mio amore... L'ingratitudine degli uomini mi è più sensibile di tutto quello che ho sofferto nella Passione». 

 

Risoluzioni. — O mio Dio, infiammate il mio cuore di riconoscenza e d'amore per voi: Voglio che la memoria e il pensierò si volgano spesso verso di voi, e che il cuore vi dica la riconoscenza al mattino, alla sera, nelle ore d'esame, dopo gli avvenimenti felici e anche dopo le croci che sono doni del vostro amore per purificarmi e santificarmi. 

 

FIORETTO: - Passa la giornata santamente: recita un Angele Dei.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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