UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

28° Gennaio

 

Ultimi giorni di S. Giuseppe e sua preziosa agonia.

 

Giuseppe e Maria fortunati di aver trovato Gesù se ne ritornarono tranquillamente alla loro casa di Nazaret e quivi si godevano un paradiso anticipato. Gesù era loro pienamente sottomesso ed obbediente, aiutava mirabilmente il padre nel suo mestiere di falegname. Intanto passavano rapidi i giorni, volavano gli anni e giungeva ben presto il tempo in cui Gesù doveva abbandonare la sua vita nascosta e incominciare la sua predicazione ; ma prima doveva compiere il più pietoso ufficio, chiudere gli occhi al padre suo putativo S. Giuseppe, che toccava ormai gli ottant'anni e Dio lo chiamava a sé. Le fatiche e i travagli avevano logorato quella tempra robusta, e sentiva Egli stesso che la sua fine era ben prossima. D'altronde la sua missione sulla terra era terminata ; ed era giusto che Egli ricevesse la ricompensa che meritavano le sue virtù. Non vennero però le sofferenze, né la calamità, né le malattie, sebbene un angelo venne ad avvisarlo della sua prossima morte. Egli era pronto a comparire innanzi al suo Creatore ; tutta la sua vita l'aveva spesa per Lui, quindi tutto si consola e steso sul letto, avendo ai suoi fianchi Gesù e Maria, fu rapito in estasi. I suoi occhi videro chiaramente le verità che la sua fede aveva creduto sino allora senza comprendere. Egli penetrò il Mistero di Dio fatto uomo e la grandezza della missione che Iddio aveva confidato a Lui povero mortale. Assistette in spirito ai dolori della passione del Salvatore. Quando si risvegliò, il suo viso era illuminato e come trasfigurato da una beltà tutta celeste. Un profumo delizioso riempì la camera in cui Egli giaceva e si sparse anche al di fuori, annunziando così ai vicini del santo uomo che la sua anima si pura e si bella stava per passare in un mondo migliore. Egli volgeva lo sguardo da un lato e vedeva l'aspetto di Maria, e ne stringeva nelle sue le mani santissime, ne riceveva le ultime cure, e ne sentiva le parole di consolazione. Volgeva gli occhi dall'altra parte ed incontrava lo sguardo maestoso ed onnipotente di Gesù, e sentiva le sue mani divine sostenergli il capo, e tergergli i sudori, e raccoglieva dal suo labbro i conforti, i ringraziamenti, le benedizioni e le promesse. Una miriade di angeli, leggermente librandosi sull'ali attorno e dentro di quella stanza, scioglievano soavissime armonie. San Giuseppe aveva il paradiso davanti agli occhi ! Fortunato Giuseppe ! la tua non fu agonia, fu un deliquio d'amore ! l'anima tua sentiva in quell'ora una perfetta calma dolcissima. Non avevi di che rimproverare a te stesso : la tua coscienza taceva, e tutti gli affetti riposavano in seno a Dio e in seno a Gesù ed a Maria. Tu fosti giusto, ed ora vai a raccogliere i frutti soavissimi di una vita immacolata e pura ! All'opposto che sarà di noi in quel terribile punto ? quanto sarà per noi amara la memoria di una vita tutta seminata di peccati ? Come griderà la nostra coscienza, come tumultueranno i nostri affetti dati al mondo, ai beni terreni, alle creature ?! Riflettiamoci bene, o carissimi, e non vogliamo abusarci del tempo e delle grazie che Dio tuttora ci concede per meritarci la morte dei giusti , perché verrà giorno in cui ci mancherà il tempo, o non avremo la grazia e la volontà per farlo. 

 

PROPOSITO. 
Ascolterò una messa in suffragio di quell'anima del purgatorio che in vita fu più devota di S. Giuseppe, e ad essa raccomanderò l'anima mia.

 

ESEMPIO. 
Curiosa ospitalità. Viaggiando da Roma a Candia con un compagno un certo fra Girolamo da Pistoia, smarrì pienamente la strada in una oscurissima selva. Affranti dalla fatica egli ed il suo compagno, si posero in ginocchio ed invocarono il soccorso di Gesù, Maria e Giuseppe, verso dei quali professavano una tenera devozione. Dopo breve orazione, vedono non lungi un lume che indicava esservi una casa abitata. Frettolosi rivolgono colà i loro passi, e vedonsi amorosamente accolti nella povera casuccia da un vegliardo grave d'aspetto, da una donna e da un fanciullo, ambedue d' incomparabile bellezza. Ma quale non fu la loro sorpresa allorchè svegliati al mattino, si videro in mezzo ad un prato fioritissimo, e scomparsa la casa che li aveva albergati? S'avvidero allora che Gesù, Giuseppe e Maria furono appunto le persone che avevano loro dato un'ospitalità così opportuna, in quel frangente e, prostrati di nuovo gliene resero fervorose grazie. 

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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