UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

6° Ottobre

 

S. Giuseppe, modello d'attenzione alla presenza di Dio.

 

S. Giuseppe, l'ultimo e il più grande dei patriarchi pregate per noi.

 

I. Gli antichi patriarchi avevano un sentimento vivissimo e molto abituale della presenza di Dio, e n'era motivo quell'aspettazione e quella speranza delle misericordie infinite di Dio, di cui abbiamo parlato nella precedente meditazione, n'erano ragione le frequenti ed intime comunicazioni che l' Onnipotente si degnava di aver con loro, sia in sogno e con interne illuminazioni, sia per ministero degli angeli. N'era causa in una parola, la loro vita e il loro spirito di fede. Questo sentimento della presenza di Dio facea loro dire con una commovente famigliarità: «Il Dio dei nostri padri, «il Dio d' Abramo, d'Isacco, di Giacobbe. E a un tempo medesimo era possente mezzo a mantenerli e farli progredire nella virtù e nel perfetto adempimento delle divine volontà. "Camminate alla mia presenza, e voi sarete perfetto" (Gen. XVII, 1,) diceva Dio stesso ad Abramo. Il sentimento della presenza di Dio è stato sempre come il perno della perfezione in tutti gli stati, e in tutte le condizioni della vita. S. Giuseppe l' ultimo e il più grande dei patriarchi ha conosciuto e praticato più eccellentemente di tutti questo mezzo di perfezione. Basterebbe a convincersene il pensare che s. Giuseppe si è più occupato del pensiero del Cielo, di quel che potessero occuparsene gli antichi patriarchi; ch'egli più frequentemente favorito delle più intime comunicazioni con Dio; e che la sua vita tutta intera è stata più animata dallo spirito di fede. Ma noi abbiamo alle mani altre prove: prima di esporle, domandiamo a Dio per l'intercessione di s. Giuseppe di esser compresi del sentimento della sua presenza infinita, di renderci questo sentimento molto abituale e molto caro, soprattutto all'inizio delle nostre preghiere, e prima delle nostre principali azioni.

 

II. Per essere penetrati dal sentimento della divina presenza, e prescindendo dai mezzi particolari or ora indicati, fanno mestieri due cose: 1. Pensare a Dio, alle sue perfezioni, alla necessità e pienezza del suo essere; 2. bisogna ripiegare questo pensiero di Dio sopra noi stessi riflettendo che la sua infinita presenza in modo certissimo ed intimo gli fa conoscere le nostre azioni, le nostre parole, i nostri pensieri, e il fondo stesso dell'anime nostre. Ora s. Giuseppe iniziato in maniera speciale ai misteri dell'Incarnazione e della Redenzione aveva su Dio, sulla sua Provvidenza, sul suo amore per gli uomini, sulla sua presenza, sulla sua azione infinita sì numerose e forti testimonianze, che doveva averne continuamente occupato lo spirito e il cuore. Nè lo potevano distogliere le manuali fatiche, che curvavano il corpo senza abbassare e assoggettargli l'anima; anzi gli lasciavano maggior libertà e franchezza di spirito di quel che fatto non avrebbero gli studi scientifici, le preoccupazioni politiche e le agitazioni della vita pubblica. O cari artigiani, agricoltori, operai, donne di casa, voi tutti in fine che siete occupati in lavori manuali, voi potete più agevolmente pensare a Dio di quelli, di cui forse invidiate la sorte perchè appartenenti a condizioni più avvantaggiate. Perchè non meditate più di sovente, Dio, le sue perfezioni, il suo amore? Perchè non lo considerate come un padre che presiede alle vostre fatiche, incoraggiandole con la sua presenza e con la promessa delle ricompense che ve ne assicura, se gliele offrite, se le fate per lui?

 

III. Ma vi è ancora di più; S. Giuseppe non solo si preoccupava della divina presenza, e regolava con essa tutta la sua vita; aveva inoltre Dio presente sotto ai suoi occhi, viveva con Gesù Cristo! Noi abbiamo veduto il figlio unico di Dio pieno di grazia e di verità, Scrive s. Giovanni al principio del suo Vangelo. s. Giuseppe è stato il primo testimonio di questa meraviglia, di sorte che avrebbe udito per il primo, sotto questa forma novella, l'avviso dato ad Abramo "Guardami; io ti camminerò dinanzi, e imitandomi sarai perfetto." Di questo nuovo modo della presenza di Dio, quasi sconosciuto agli antichi patriarchi noi ne godiamo, o cristiani; noi vediamo Gesù Cristo nel Vangelo e nell'Eucaristia, noi possiamo ad ogni istante fruire di questa dolce e divina presenza, trovarvi tutti i tesori di grazia, di consolazione che dà vista d'un simile modello. Lo facciamo noi? Imitiamo noi su questo punto s. Giuseppe?

 

PREGHIERA
O s. Giuseppe! se io fossi vissuto con voi, mi sarebbe stato agevole di rammentarmi la presenza di Dio vedendovi così profondamente penetrato di questa augusta presenza, e guardando spesse volte Gesù il Dio incarnato. Ma perchè dunque io non vivrò con voi! Il mio pensiero mi può sovente ricondurre alla casa di Nazareth; una pia immagine posta sotto ai miei occhi mi ridesterà questa memoria, e io vi vedrò Gesù tra le braccia, o in atto di lavorare al vostro cospetto. O s. Giuseppe! deh! che tutto mi parli di Dio, e mi faccia ricordare la sua presenza!

 

RISOLUZIONI 
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: s. Giuseppe, l'ultimo e il più grande dei patriarchi, pregate per noi.

 

SACRIFICI DA COMPIERE
Spirito: Schivare nella conversazione lo spirito d'opposizione e di critica.
Volontà: Piegarsi oggi più riflessivamente e più assolutamente dell'ordinario all'altrui volontà.
Sensi: Una mortificazione speciale al pasto della sera.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.

 

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