UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

7° Ottobre

 

S. Giuseppe che raccoglie tutte le benedizioni della legge antica, trasformate nelle benedizioni meravigliose ed abbondanti della legge nuova. 

 

S. Giuseppe colmo di ineffabili benedizioni, pregate per noi.

 

I. S. Giuseppe è l'Israelita per eccellenza; discendente d'Abramo, d'Isacco, e di Giacobbe, raccoglie tutte le benedizioni che gli antichi patriarchi davano al loro primogenito; ma per lui hanno preso un carattere nuovo, che i più santi personaggi difficilmente compresero, e raramente conobbero per una personale esperienza. S. Giuseppe, nell'oscurità di una vita nascosta agli occhi di tutti, vive dello spirito della legge nuova, che gli esempi e la predicazione di Giovanni Battista faranno ben presto conoscere a tutta la Giudea. (Matt. XI, 12, 13.) Che cosa prometteva la legge vecchia agli Israeliti fedeli nell'adempirla? Prosperità temporali, felicità terrestri. S. Giuseppe è stato il primo dopo la Santissima Vergine Maria a mostrare questo cambiamento e questa trasformazione delle benedizioni antiche; circonciso nella carne secondo il paterno rito è stato eminentemente circonciso di cuore. La sua parte nelle benedizioni di famiglia fu la povertà, l'esilio, la persecuzione, e le beatitudini del Vangelo sono state quaggiù l'impronta della sua vita. Comprendiamo noi queste benedizioni? Abbiamo gustato mai la felicità che procurano? Siamo noi circoncisi di cuore? Sappiamo noi sopportare la povertà e i patimenti, e trovarci le sante dolcezze che un Dio onnipotente e nelle sue promesse infallibile vi ha nascoste? Non chiamiamo noi forse felici quelli che sono ricchi, cui nulla manca, che mai non piangono? Ora qual cosa v'è più contraria allo spirito e alla lettera del Vangelo?

 

II. S. Giuseppe era il figlio di Davide; i suoi antenati furono re, ed era stato promesso come un'eterna benedizione il trono, alla stirpe, di cui era egli rampollo. Ed egli tuttavia è operaio, vive oscuro, senza onore, senza alcuna di quelle influenze cui dà il ceto, la condizione, la fortuna. Si; ma ha un cuore da re, che lo mette al di sopra dell'umile sua posizione; ma che dico io? Calpestando tutte le umane grandezze, ha per trono il cuore stesso di Dio; chè tale è la novella benedizione e la vera regalia promessa alla cristiana famiglia, della quale egli è uno dei più illustri rappresentanti. La stirpe reale di Davide, che sembrava estinguersi nella persona di Giuseppe, rinasce, al contrario nobilitata e trasformata per suo mezzo e per Maria rannodandosi a Gesù Cristo. E noi che apparteniamo a questo regale sacerdozio inaugurato dall'adottivo figlio di Giuseppe, ne comprendiamo noi ne apprezziamo noi, la sublime elevazione? Abbiamo noi un cuor nobile, grande, generoso, regale in una parola, in un'umile e modesta condizione? Non ci sentiamo noi pungere di rammarico, e d'invidia per gli onori e per i privilegi, che godono i nostri fratelli? E se dalla Provvidenza siamo chiamati a parteciparne, non li stimiamo forse oltre il dovere? Come se Dio, la sua grazia e il suo amore non fossero bastevoli a soddisfare la più alta ambizione di un'anima fatta a divina immagine.

 

III. S. Giuseppe è l'ultimo giusto dell'antica Legge onorato di sogni e di visioni profetiche. Nessuno prima di lui ricevette somiglianti favori, con quella famigliarità e quella specie d'intimità che è in certa guisa il passaggio dalle rivelazioni antiche alle comunicazioni e alle estasi del tempo novello. Essendo in continui rapporti con la santissima Vergine e segnatamente con Gesù Cristo, la sorgente stessa delle grazie e il sovrano mediatore, quali preziose e abbondanti benedizioni non ha egli dovuto attingere da questo assiduo commercio con Gesù e con Maria? S. Giuseppe non sembra nè inorgoglito, nè turbato di così misteriosi favori. Ne profitta con scrupolosa fedeltà, e le grazie gli si moltiplicano per il buon uso che ne sa fare. Anche poi, o cristiani, abbiamo con il cielo le più frequenti ed intime comunicazioni. Vi pensiamo, ce ne profittiamo noi? I nostri angeli custodi vegliano su di noi, e mille grazie ci ottengono; lo Spirito santo è in continua ed ineffabile unione con l'anima fedele per la grazia santificante e per la carità. I Sacramenti e l'Eucaristia ci mettono in rapporti molto intimi con Gesù Cristo. Cristiani, riconoscete la vostra dignità? Vivete, come è dovere, per corrispondere a così nuove preziose sovrabbondanti divine benedizioni.

 

PREGHIERA.
O s. Giuseppe! Ottenetemi la grazia di approfittare delle benedizioni, onde foste ricolmo, e a cui noi partecipiamo come cristiani. Noi siamo della stirpe sacerdotale e regale; abbiamo ricevuti i più gloriosi privilegi; ma vi pensiamo noi? Ci stimiamo? Ce ne approfittiamo? Le grandezze in voi diventano virtù per l'uso che ne fate; otteneteci di non volgere, per colpevole abuso, in vizi e difetti, le più pregiate grazie e i più onorevoli privilegi.

 

RISOLUZIONI.
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: s. Giuseppe, ricolmo d'ineffabili benedizioni, pregate per noi.

 

SACRIFICI DA COMPIERE.
Spirito: Ascoltare gli altri con attenzione, benevolenza ed anche rispetto, e se cadono in errore evidente, non esultarne, ma scusarne l'intenzione.
Volontà: Dite sovente: «Sia fatta la volontà vostra, o mio Dio.
Sensi: Digiunare un giorno di questa settimana in onore di s. Giuseppe, e se siamo in tempo di Quaresima, digiunar oggi più strettamente dell'ordinario.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.

 

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