UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

16° Ottobre

 

S. Giuseppe, modello degli artigiani e degli operai

 

S. Giuseppe, modello degli artigiani, dei coltivatori e degli operai pregate per noi.

 

I. Gesù e Giuseppe sono stati semplici artigiani; la divina Provvidenza aveva scelto per essi questo stato e quella condizione di vita, al fine di onorare e santificare nella loro persona il lavoro manuale così avvilito e degradato nell'antichità pagana; essi dovevano essere presentati agli uomini come loro modelli, e generalmente gli uomini guadagnano la vita di ciascun giorno con il sudore della fronte sparso nel quotidiano lavoro. Gli artigiani, i coltivatori e gli operai partecipano più agevolmente delle classi elevate della società alle benedizioni promesse nel Vangelo alla povertà, ed hanno meno a temere gli anatemi che pesano sull'abuso del godimento e della ricchezza. Ma la condizione loro ha il suo lato penoso, molesto alla natura, specialmente in certe circostanze o di lavoro che manca o di salario che scema; hanno quindi bisogno d'incoraggiamento, di consolazione, d'esempio. Deh! che si pongano s. Giuseppe a patrono, a protettore a modello. Gesù, nostro divin Salvatore, dovette abbandonare lo stato d'operaio e d'artigiano nei tre ultimi anni della sua vita per attendere alla sua missione apostolica. S. Giuseppe fu semplice operaio, semplice artigiano sino al fine dei suoi giorni, e i suoi concittadini lo chiamavano «Giuseppe il fabbro », e nei primordi del Cristianesimo si mostravano alcuni gioghi, ed aratri lavorati di sua mano.

 

II. Quali sono i peculiari doveri dell'artigiano e dell'operaio? l'attività, l'ordine e la regolarità nelle loro abitudini della vita, la perfetta onestà che non vuole guadagnare che secondo le regole della coscienza, che ha orrore del falso peso e della falsa misura, della menzogna. L'operaio nelle nostre costituzioni cristiane ha diritti e doveri di cittadino ch'egli deve esercitare con dignità e in vista del bene. S. Giuseppe ci predica eloquentemente tutte queste virtù; s. Giuseppe è stato l'operaio, il bravo artigiano nel senso più sublime e cristiano che può darsi a tali espressioni, è stato giusto per eccellenza. Quale elevazione di idee in questo discendente dal re di Giuda obbligato a un lavoro giornaliero e penoso per procacciare il vitto a sè e alla famiglia! Qual nobiltà di carattere, qual purità di coscienza, qual delicatezza di sentire in questo giusto sposato alla più pura delle vergini, il quale e lei e il figlio stesso di Dio nutriva con le sue fatiche? Quale altezza d'animo e qual mirabile semplicità in quest' oscuro cittadino che adempie i suoi doveri verso il sovrano e verso lo stato, a costo di eccessive fatiche, sia per lui, sia per questa venerata Sposa, che portava nelle sue caste viscere il destino del mondo!

 

III. Qual è dunque il segreto di santificare tutto, di tutto sublimare e nobilitare nella condizione più umile e più nascosta? Noi non comprendiamo benissimo che le virtù della Santissima Vergine e di s. Giuseppe nulla soffersero dall'oscurità della loro vita. Agli occhi di Dio, somma ed eterna verità, furono più grandi dei più gran potentati. Qual è dunque il mistero dell''illimitata devozione dei nostri atti e delle nostre virtù? È anzitutto la purità soprannaturale d' intenzione, e di motivo che ci fa agire. L'amor proprio basterebbe per macchiare, agli sguardi di Dio, la più meravigliosa e luminosa azione; le azioni oscure hanno meno a temere la funesta lega dell' amor proprio, ma non ne sono mai perfettamente scevre, senza una grande vigilanza da parte nostra. Altre macchie provenienti da altre viziose sorgenti potrebbero offuscare le virtù dell'artigiano e dell'operaio; egli faccia perciò dominar in sè stesso i buoni motivi che possono determinarlo ad agire; dico di più, rigetti studiosamente ogni motivo non buono. In secondo luogo i nostri atti crescono in merito, e le virtuose abitudini acquistano più pregio a misura che il motivo che ci fa agire è d'un ordine più elevato e ci determina con maggior intensità, fervore ed energia. Ora, la carità, l'amor di Dio è il motivo più sublime di tutti i motivi soprannaturali e più capace d'agir fortemente sull’anime nostre. Fa mestieri dunque che procacciamo d' agire quanto più è possibile, e nelle grandi e nelle piccole cose, per un motivo di carità e d'amor di Dio, dicendo, per esempio, dinanzi ad ogni nostra azione: “ O mio Dio, per amor di voi lavoro, mangio, mi ricreo ecc. ecc., Prima svelammo tutta la morale grandezza dell'oscuro artigiano chiamato Giuseppe. Operai! artigiani! coltivatori! voi potete essere grandi in meriti e in virtù come s. Giuseppe. Imitatelo come modello, invocatelo come protettore.

 

PREGHIERA
O s. Giuseppe! siate il protettore e il modello dei nostri artigiani, dei nostri coltivatori, di tutti i nostri operai. O s. Giuseppe! insegnate loro ad adempiere cristianamente la loro vocazione, e tutti i doveri del loro stato; ricordate loro che la vera grandezza è la grandezza morale, e additate loro con i vostri esempi dove trovarla. Apprendano da voi, come il segreto della felicità in terra, se ne sta nella moderazione dei desideri, nel coraggio, nella rassegnazione, nella speranza del cielo, nella gioia d'amare e servire Iddio. Così sia.

 

RISOLUZIONI
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: S. Giuseppe, modello degli artigiani, dei coltivatori e degli operai, pregate per noi.

 

SACRIFICI DA COMPIERE
Spirito: Esser contento del proprio stato, e intorno a ciò non nutrire l'animo di chimere e d'ambiziosi progetti. Fuggire le conversazioni che favorissero tale tendenza.
Volontà: Ringraziare più volte al giorno Dio d'averci chiamato a stare umile e modesto e se al contrario il nostro posto ci rende cospicui, scongiurarlo che ciò non torni a nostra eterna umiliazione.
Sensi: Schivare oggi ogni squisitezza nel cibo.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.

 

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