UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

17° Ottobre

 

S. Giuseppe, modello della carità verso il prossimo.

 

S. Giuseppe, ardentissimo nella carità, pregate per noi.

 

Gli argomenti dei passati giorni ci conducono a considerar s. Giuseppe nei suoi rapporti con il prossimo; capo di famiglia, artigiano, esule volontario, cittadino d’un paese e d'una città dov'era il suo parentado ci mostra con i suoi esempi quali sono le principali virtù che devono regolare tutte le nostre relazioni con il prossimo; la prima e più essenziale è la carità; essa sarà oggi il soggetto delle nostre riflessioni.

 

I. Da che proviene che la parola carità non varia, sia che trattisi di Dio, sia che si tratti del prossimo? La maestà infinita di Dio, sembra esigere l'uso d'una parola esclusiva per indicare l'amor supremo e assoluto che gli dobbiamo. Eppure no; il distinguere con nomi differenti la carità verso Dio e verso il prossimo sarebbe un misconoscere la natura dell'amore, che è sempre il medesimo, che impegna il cuore in ciò che vi è di più intimo e più profondo, disponendolo al sacrificio e alla dimenticanza di sè stesso per l'oggetto amato. Inoltre, sarebbe un misconoscere stranamente la subordinazione, la stretta dipendenza stabilita dal sovrano legislatore tra l'amore che dobbiamo a lui e l'amore che dobbiamo alle sue ragionevoli creature. «Il secondo comandamento è simile al primo, » ci dice il Salvatore, talmente simile che dal primo comandamento piglia la sua origine e la sua sorgente; così noi amiamo nei nostri fratelli Dio, la sua immagine, la sua somiglianza, la sua volontà, i suoi benefizi. Amare cristianamente un fratello, è amare Iddio. Oh! come il divino Salvatore ci raccomandò questo precetto! È suo espresso comando, e l'osservanza di tal comando è il segno sensibile per esserne riconosciuti discepoli (Giovann., XIII, 35). Come dovette ispirare al cuore di s. Giuseppe questo tenero, devoto, puro e divino amore per tutti i membri della grande umana famiglia! Percorriamone le diverse categorie.

 

II. Carità per gli amici e per i nemici. Ma perchè nominare gli amici? I pagani stessi, dice Nostro Signore possono essere fedeli nell'amicizia, riconoscere un beneficio, salutar quelli che li salutano, amare quelli che li amano. (Matt. V, 46). Appunto perchè la nostra amicizia non sia pagana, vogliamo chiamar su tal proposito l'attenzione, e por innanzi ai nostri spiriti e ai nostri cuori gli esempi di s. Giuseppe. Come era egli e come doveva essere nei suoi rapporti con gli amici? Oimè! per la sua umile condizione n'ebbe certo in scarso numero. Il Vangelo non ne parla affatto. Ma non possiamo noi dar almeno questo titolo ai pastori e ai magi venuti a Betlemme? Qui, nella povera stalla, brillò la gioia e la mutua benevolenza nelle scambievoli occhiate, e fra stringimento di mani si pronunziò affettuoso un addio. Le nostre amicizie siano formate su quel modello; e d'appresso o da lontano si rannodino alla culla di Gesù Cristo e siano santificate dal desiderio di far conoscere e amare Gesù Cristo a quelli che amiamo. Bando alle amicizie che ci distogliessero da Gesù Cristo! Povere amicizie quelle ispirate unicamente da un affetto tutto naturale, dalla simpatia del carattere, da rapporti di affari, di piaceri, di società, senza relazione alcuna ai grandi interessi dell'anima e dell'eternità? Quanto ai nemici, il Vangelo annunzia esplicitamente, che non basta solo il perdonar loro e pregar per essi, ma che bisogna amarli. S. Giuseppe ebbe come nemici i nemici di Dio e del suo figlio; e loro perdonò e li amò, come Gesù. Oh quanto è violato questo precetto, o se non altro mal compreso e mal applicato da molta parte di cristiani! Siamo noi di tal numero? Che segreti rancori! che freddezza e ripugnanza per quelli che ci hanno fatto torto od ingiuria! Noi diciamo ogni dì: “ Perdonateci le nostre offese, come noi perdoniamo a nostri offensori. Ebbene, le diciamo di cuore queste parole, in cui ci va tanto di nostro interesse a non mettere eccezione o riserva?

 

III. Carità per gli indifferenti, per il prossimo, per tutti. Indifferenti ve ne ebbe molti a riguardo della sacra Famiglia e in particolare di s. Giuseppe. Dovunque li conducevano i disegni della divina Provvidenza, a motivo della sua povertà, semplicità, oscurità, era guardato appena. Ma egli non se ne stava indifferente per alcuno; voleva bene a tutti, mirava con occhio di benevolenza e d’amore il prossimo, qualunque esso fosse, e tutti gli altri; e custodiva Gesù per salvezza dell'intero genere umano. Il suo cuore era come quello di Gesù, come quello di Dio, avrebbe voluto la salute e la felicità di tutti gli uomini. Non siamo indifferenti verso nessuno, siamo sempre pronti a fare a tutti bene, e facciamone in realtà ogni giorno almeno con le nostre preghiere, con i nostri esempi, con la nostra abituale e generale benevolenza. Facciamo del bene agli indifferenti, facciamo del bene persino a quelli che non possono saperlo e attestarcene riconoscenza. Dio e il suo sguardo ci devono sempre bastare.

 

PREGHIERA
O s. Giuseppe! sembra che il vostro nome sia sinonimo di dolcezza e di carità; ogni parola del Vangelo che vi riguarda sembra esalare il profumo di quelle amabili virtù; non vi si legge un motto d'asprezza, d'impazienza, di gelosia, d'odio, d'amarezza, di violenza, di risentimento, ma parole invece di indulgenza, di bontà di pazienza, d'affetto. Pregate per noi, affinchè v'imitiamo; ma è già una grazia il pregarvi e l'invocarvi, come conviene. Ci pare impossibile di pronunziare il vostro nome senza sentirci portati ad amare i fratelli, perchè voi tutti li amaste e li amate ancora nelle gioie stesse del paradiso. Così sia.

 

RISOLUZIONI
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: s. Giuseppe ardentissimo nella carità, pregate per noi.

 

SACRIFICI DA COMPIERE Spirito: Andar lieti del bene che fanno i nostri fratelli, e della gloria che procurarono a Dio e alla santa Chiesa.
Volontà: Perdonare ogni ingiuria, e se ciò si è già fatto, ripetere oggi dinanzi a Dio più volte tale perdono.
Sensi: Mortificazione del tatto. 
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.

 

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