UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

7° Dicembre

 

Il cuore di s. Giuseppe s'innalzò con la sua contemplazione al disopra di ogni altro.

 

Insegna s. Bernardo che vi sono stati nella Chiesa di Dio tre grandi contemplativi s. Paolo, s. Tommaso e s. Giovanni l'Evangelista. S. Paolo che nel suo rapimento penetrò nel terzo cielo; s. Tommaso che nel metter la mano nel costato del Salvatore si vide sopraffatto e penetrato da una moltitudine di celesti splendori; s. Giovanni che fu per qualche tempo in una dolcissima estasi mentre riposava in seno al divin Salvatore. Ora se noi confrontiamo s. Giuseppe con questi tre grandi contemplativi, vedremo che egli tutti e tre di gran lunga li superò. S. Paolo dimorò, è vero, nel terzo cielo, ma per poco tempo, mentre il nostro Santo visse trent'anni insieme con Gesù nella casa di Nazaret, ch'era un vero paradiso, al dire di Ruperto abate. E come disse certo cortigiano all'imperatore Commodo, che dov'è l'imperatore lì vi è Roma, cosi possiamo dire noi che il paradiso senza dubbio si ritrova, dove sta Gesù e Maria sua madre. Quindi questi due santissimi Personaggi avendo fatto il loro soggiorno in casa di Giuseppe, bisogna pur confessare che quella veramente fosse per lui un paradiso di delizie. È verissimo che s. Giuseppe non pose la mano nel sacro costato di Gesù come s. Tommaso invitato dal Salvatore, ma questo Salvatore tolse il cuore dal petto di s. Giuseppe per unirlo inseparabilmente al suo; ed in luogo dei giusti rimproveri ch'egli fece all'Apostolo incredulo, onorò il suo padre putativo di mille carezze per ricompensa della sua fedeltà, permettendogli di dire non solo: mio Signore e mio Dio, ma mio Signore, mio Dio e mio Figlio! Se il nostro santo non si riposò sul petto di Gesù come l'amato Discepolo, questo divin Salvatore si riposò dolcemente sopra quello di Giuseppe e mille volte si addormentò fra le sue braccia, nel qual tempo tutti i lumi divini ed umani che si racchiudevano nel Salvatore venivano in un certo modo a riconcentrarsi nell'anima di Giuseppe. Ah si, che Gesù non trattò Giuseppe solamente da amico come gli Apostoli, facendo loro parte dei suoi secreti, ma lo riguardò come Padre sollevando il suo spirito alla conoscenza dei più profondi misteri. Quindi, se vogliamo credere a s. Bernardino, conviene porre alla testa di tutti i contemplativi l'incomparabile s. Giuseppe, poich'egli visse in una continua contemplazione, e tale che gli Angeli stessi del cielo restavano attoniti in vista dei tanti splendori di luce che circondavano il cuore di Giuseppe quando s'innalzava verso il suo Dio, come gli Israeliti erano sopraffatti al rimirare il volto luminoso di Mosè quando discese dal monte e non potevano sostenere i raggi di una tale luce. Ammiriamo anche noi stupefatti quest'aquila generosa che seppe penetrare così alto con i suoi slanci sublimi, e fissare i suoi sguardi nell'eterno sole di giustizia. E conoscendo l'importanza di seguirlo, procuriamo di mettere in pratica ciò che dice l'autore dell'Imitazione di Cristo nel capitolo primo del libro secondo. «Siano i tuoi pensieri rivolti verso l'Altissimo, e siano le tue preghiere indirizzate a Cristo senza interruzione. Se con la contemplazione non sai sollevarti a cose alte e sublimi, fermati a considerare la passione di Gesù Cristo, ed abita volentieri nelle sue sacratissime piaghe.» Se con devozione ti rifugerai nelle preziose piaghe e stimmate di Gesù, da esse attingerai un gran conforto che ti sosterrà nel tempo della tribolazione». Buon per noi, se sapremo approfittare di tali avvertimenti.

 

Giaculatoria. 
O Giuseppe santo, padre putativo dell'unigenito Figlio di Dio, pregate per noi.

 

Affetti. 
O Giuseppe gloriosissimo, io vorrei lodarvi quanto voi meritate, ma conosco d'esserne incapace del tutto. Dirò non solo che voi foste innalzato da Dio al disopra di tutti gli uomini: dirò che foste simile ai beati spiriti di tutte le Gerarchie: che foste Angelo per l'innocenza della vita, Arcangelo per il posto sublimissimo che occupaste, Principato per le vittorie che riportaste su Erode, Potenza per le grandi meraviglie che avete operate, Virtù per la partecipazione delle perfezioni divine, Dominazione per l'esercizio della vostra autorità, Trono per l'umile servitù prestata al Verbo di Dio umanato, Cherubino per la cognizione che aveste dei divini misteri, Serafino per l'ardore della vostra carità. Ma con tutto ciò io non dissi abbastanza: credo di dire tutto con l'asserire che voi superaste all'altezza delle supreme intelligenze, perchè foste il Padre putativo del Dio fatto Uomo, e perchè poteste vantarvi con il ripetere in qualche maniera come l'Eterno Padre «Questo è il mio Figlio diletto, oggetto delle mie compiacenze.» Qui conviene tacere e prostrarsi innanzi a voi ammirando e benedicendo quel Dio che vi ha tanto esaltato.

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

FIORETTO: - Recita nove Ave Maria con la giaculatoria: "Sia benedetta la santa ed immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Madre di Dio"; soffri senza lamentarti.

 

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