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UN ANNO CON DON ALBERIONE

26° Gennaio

IL GIUDIZIO PARTICOLARE - I 

 

Io, dopo aver veduto sotto il sole nel posto del giudizio l'empietà, e l'iniquità nel posto della giustizia, dissi nel mio cuore: «Dio giudicherà il giusto e l'empio, e allora sarà il tempo d'ogni cosa» (Ec. 3,16-17). 

 

1. Subito dopo la morte il giudizio: «Post mortem iudicium» (Eb. 9, 27). E' la sentenza con cui Dio giusto assegnerà all'anima definitivamente il premio o la pena eterna. L'anima si presenterà a Gesù Cristo, che a nome del Padre, compirà il giudizio. Gesù Cristo sarà una tremenda maestà per il peccatore; sarà un padre amoroso per l'anima fedele. Sarà giudice inesorabile: nessuna preghiera, nessuna lacrima Lo placheranno. Gesù Cristo sarà giudice sapientissimo, che conoscerà tutto il male, tutti i peccati e la malizia dei tristi; che conoscerà pure ogni merito ed ogni atto buono dei giusti. Gesù Cristo sarà giudice onnipotente che eseguirà subito la sentenza: o sempre salvi in cielo, o sempre dannati nell'inferno. 

 

2. Dipende da noi renderci propizio il Giudice divino affinchè accolga l'anima nostra come amico per invitarla al cielo. Benevolo nell'incontro con gli apostoli, che spesero e spendono la loro vita nel predicare il vangelo; con i Martiri che fra i tormenti confessarono Gesù Cristo; con i confessori che imitarono il Maestro nei suoi esempi; con i Vergini che lo amarono con tutto il cuore; con i peccatori che nella penitenza hanno lavato le loro colpe. Ma quanto è terribile cadere nelle mani di Gesù Cristo giudice sdegnato! con chi ha rigettati i suoi inviti, ispirazioni, richiami, ostinandosi nel peccato. Con i bestemmiatori del Suo nome; i profanatori dei Suoi sacramenti; i nemici della Chiesa, del Vicario Suo e dei Suoi ministri; con quanti diedero scandalo con la parola e con le opere. Con chi fu violento contro il prossimo; od oppressore dei deboli e degli innocenti, degli operai; sorpreso dalla morte nel peccato. 

 

3. O Crocifisso mio Maestro, io contemplo il Vostro Costato aperto, per ricevervi i peccatori penitenti. Se la mia vita disordinata mi dà orrore e spavento, il Vostro cuore mi ispira fiducia. Io voglio placarVi e renderVi propizio, prima di incontrarVi giudice. 

 

ESAME. — Se oggi comparissi innanzi al Giudice, quale sarebbe l'incontro? Sono innocente o peccatore? E, se peccatore, ho già cercato di placare la divina giustizia? 

 

PROPOSITO. — Sono certo che ho peccato: voglio assicurarmi di avere ottenuto il perdono. Fard un buon esame di coscienza e mi ecciterò al dolore perfetto e, appena possibile, farò una buona confessione. 

 

PREGHIERA. — Ricordo le parole di S. Ilario: «Dopo la morte non vi è dilazione o ritardo: subito vi sarà la retribuzione o la pena eterna». Io esisto: e l'anima mia non sarà distrutta. Perciò: o mi assicuro un giudizio favorevole, oppure avrò una sentenza di condanna. Signore, ho peccato, ma sono pentito, datemi il Vostro perdono. Abbiate pietà di me, o Signore, secondo la Vostra grande misericordia, per l'immensa Vostra bontà, cancellate il mio peccato. 

 

 

FIORETTO: — Sii oggi umile con tutti.

 

 

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