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UN ANNO CON DON ALBERIONE

4° Febbraio

LA RISURREZIONE FINALE 

 

Or se si predica che Cristo è risuscitato da morte, come fanno alcuni di voi a dire che non v'è risurrezione dei morti? Ma se non v'è risurrezione dei morti, nemmeno Cristo è risuscitato, e se Cristo non è risuscitato è dunque vana la nostra predicazione, vana anche la vostra fede. Noi poi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, perché abbiamo contro di Dio testimoniato che Egli ha risuscitato Cristo, mentre non l'avrebbe risuscitato, se i morti non risorgono. Difatti se i morti non risorgono neppur Cristo è risuscitato... Ma ora Cristo è risorto da morte primizia di quelli che dormono nella tomba (I Cor. 15, 12-20). 

 

1. Tutti risorgeranno, ma non tutti risorgeranno trasformati. La trasformazione avverrà sul modello del corpo glorioso di Gesù Cristo: «Trasformerà il corpo della miseria nostra sì che sia conforme al corpo della Sua gloria» (Fil. 3, 21). S. Paolo enumera quattro doti proprie del corpo glorioso: impassibilità, splendore, agilità, sottigliezza. a) Impassibilità. Il corpo si semina nella corruzione, risorge incorruttibile (i Cor. 15, 42). Il corpo risorto non è più soggetto alla sofferenza, nè alla corruzione, nè alla morte. Non vi sarà più pianto nè dolore... Invece il corpo del dannato risorge per soffrire il fuoco eterno, ogni dolore, in ogni senso, in ogni parte. Avrà continue pene di morte, senza mai poter morire. Soffrirà specialmente il senso che avrà servito di più al peccato e si sarà preso maggiori soddisfazioni. La fede insegna che i corpi sono immortali: sia il corpo dei dannati, come quello degli eletti. b) Splendore. «Si semina ignobile, risorge in gloria» (I Cor. 15, 43). Il corpo degli eletti sarà splendente, luminoso: «I giusti splenderanno come il sole nel regno del padre» (Mt. 13,43). Questo splendore si diffonde dall'anima al corpo. Sarà più glorioso se l'anima è ricca di meriti: «Un astro è differente da un altro per splendore. Così è anche la risurrezione dei morti» (Cor. 15,41 ). All'incontro il corpo dei dannati sarà orribile a vedersi, puzzolente, portando impresso alla vista di tutti il marchio dei peccati. E questi segni del peccato saranno tanto più ignominiosi e profondi quanto più saranno stati gravi i peccati. 

 

2. c) Agilità. «Si semina debole, risorge in forze» ( I Cor. 15, 43). Il corpo senza alcuna difficoltà o fatica, secondo i desideri dell'anima si trasporterà da un luogo all'altro, velocemente. Obbedirà docilmente alla volontà. Il mondo intero sarà soggetto al beato; la bellezza dell'universo lo ricreerà. Invece il corpo del reprobo sarà immobile e pesante; schiacciato dall'enorme peso del peccato, come un macigno che non riuscirà a rimuovere da se. Questo peso tanto più soffocherà e stritolerà l'infelice quanto più gravi e numerosi furono i peccati. d) Sottigliezza. «Si semina corpo animale; risorge corpo spirituale» (I Cor. 15, 44). Il corpo beato non sarà spirito; si può dire spirituale in quanto soggetto allo spirito; capace di penetrare i luoghi chiusi nel modo con cui Gesù entrò nel cenacolo chiuso. Esso non avrà bisogno di cibo. In tutto sarà soggetto ed obbediente ai desideri santissimi dell'anima; ne parteciperà pure gli ineffabili gaudi e tutto l'uomo avrà un accrescimento di felicità. Avrà una triplice perfezione: anatomica, fisiologica, estetica. 

 

3. Mio Gesù, risorto dal sepolcro, fatemi comprendere che cosa mi aspetta nel giorno finale. Considero la grande scena: quando il corpo glorioso del beato si incontrerà con l'anima sua; quale vicendevole gioia! Quando invece l'anima del dannato ritroverà il proprio corpo deforme e fracido: quale tremenda disperazione! quale angoscioso epilogo di una cattiva vita! 

 

ESAME. — Che sorte preparo al mio corpo? Santifico il corpo con la illibatezza della vita? O lo avvilisco in basse soddisfazioni? E' fervorosa la mia unione con Gesú nella S. Comunione? 

 

PROPOSITO. — Voglio comunicarmi santamente e spesso: nella Comunione Gesù Cristo mette in me il pegno della sua risurrezione. «Futurae gloriae nobis pignus datur».

 

PREGHIERA. — Signore, Voi mi avete plasmato un corpo perché sia compagno di merito nella vita e compagno di gloria all'anima nell'eternità. Voglio trattarlo con grande amore come un figliuolo che spesso tende a ribellarsi. Fate che io vigili sulle sue tendenze, che lo renda docile all'anima, che lo conduca all'eterna felicità. 

 

 

FIORETTO: — Organizza la tua vita in modo che nulla sia contrario al tuo ultimo fine, ma tutto concorra a conseguirlo.

 

 

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