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UN ANNO CON DON ALBERIONE

5° Febbraio

LA RISURREZIONE DELLA CARNE 

 

Ecco, vi rivelo un mistero: risorgeremo certamente tutti ma non tutti saremo cangiati. In un momento, in un battere d'occhio, al suon dell'ultima tromba: suonerà la tromba, e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo cangiati. Perché è necessario che questo corpo corruttibile si rivesta d'incorruttibilità, e che questo corpo mortale si rivesta d'immortalità (I Cor. 15, 51-53).

 

1. Credo la risurrezione della carne. Già gli Ebrei avevano questa fede. Marta sorella di Lazzaro parlando del fratello defunto dice a Gesù: «So che egli risusciterà nell'ultimo giorno» (Gv, II, 24). Il Divino Maestro annunzia che vi saranno due risurrezioni: «Viene l'ora in cui tutti nel sepolcro udranno la voce del Figlio di Dio e ne usciranno; quelli che avranno operato il bene, per la risurrezione della vita; quelli che avranno fatto il male, per la risurrezione di condanna» (Gv. 5, 28). Questo corpo subirà l'umiliazione e lo sfacelo della morte nel sepolcro, ma un giorno si riunirà all'anima: di nuovo si formerà l'uomo. Come Gesù Cristo è morto e poi è risorto; così sarà di ognuno di noi. Ecco le parole del Concilio Laterano IV: «Tutti gli uomini risorgeranno con i loro propri corpi che hanno attualmente, per ricevere quanto avranno meritato di premio o di castigo». 

 

2. Il vero amore al corpo consiste nel trattarlo secondo la sua posizione durante la vita presente; e preparargli un bel premio per l'eternità. L'uomo è composto di anima ragionevole e di corpo organico. Anima e corpo operano assieme e possono meritare o demeritare. L'anima è la parte più nobile, ha l'ufficio di guidare il corpo nei suoi atti, di servirsi di esso nel bene, di vietargli il male. Il disordine dipende: dalla ribellione dell'anima a Dio, dall'incapacità della volontà a guidare il corpo, e dalla ribellione della parte sensitiva alla ragione ed alla morale cristiana. Molti sono schiavi della carne e dei suoi desideri; accontentano le passioni; divengono schiavi dei sensi. Qualche volta sembra di trovarci di fronte non ad un uomo, ma ad un bruto. La scrittura dice: «L'uomo animale non capisce le cose dello spirito di Dio» (2 Cor. 2, 14). Perchè? «La carne desidera cose contrarie allo spirito...» (Gal. 5, 17). Ma quale sarà la fine? I Santi hanno frenato e guidato sapientemente il corpo come un buon figliolo: gli hanno preparata una felicità eterna, una sublimazione ineffabile, quasi una spiritualizzazione: «Tutti allora risorgeremo, ma non tutti saremo mutati» ( I Cor. 15, 51). I Santi mortificarono il corpo, lo affaticarono, gli negarono piaceri illeciti. Risorgeranno i loro corpi gloriosissimi. Ma che sarà dei golosi? Dei pigri? Dei lussuriosi? 

 

3. Crocifisso Signore, Voi siete il mio Maestro anche nel modo di amare veramente il corpo. Mi avete insegnato con l'esempio e con le parole. Avete faticato e siete vissuto nella povertà fin dall'infanzia. Avete predicato: «Beati i mondi di cuore perché vedranno Dio» (Mt. 5, 8). Le vostre piaghe risplenderanno come il sole. 

 

ESAME. - Come ho assoggettato il mio corpo, specialmente in queste tre tendenze: pigrizia? golosità? lussuria? 

 

PROPOSITO. - Voglio amare davvero il corpo, assoggettandolo alla volontà e mortificando i sensi. 

 

PREGHIERA. - Mediterò le parole di S. Alfonso: «Felice chi in questa vita sa mortificare la sua carne, negandole i piaceri vietati, e frenandola anche nei gusti leciti, affaticandola come hanno fatto i Santi. Quanto se ne troverà contento!» S. Pietro d'Alcantara, comparso dopo morte, disse a S. Teresa: «Oh, felice penitenza che mi fruttò tanta gloria». 

 

 

FIORETTO: — Recita un atto di dolore, soggiungendo: Signore, liberami da ogni peccato.

 

 

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