.

.

Cappellina Home  

 

UN ANNO CON DON ALBERIONE

17° Febbraio

L'ETERNITÀ' 

 

E questi andranno al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna (Mt. 25, 46). 

 

1. S. Ireneo dice: «Tutti coloro cui il Divin Giudice avrà detto: Andate lontani da me, o maledetti nel fuoco eterno, sempre saranno dannati. Tutti coloro cui il Divin Giudice avrà detto: Venite, o benedetti, nel regno del Padre mio, sempre godranno il premio celeste». Così è: Dio ha creato l'anima; e questa non sarà mai più distrutta. Il nostro corpo risorgerà alla fine del mondo; e la fede insegna che esso si presenterà con l'anima al giudizio finale. Si presenteranno i buoni ed i cattivi; questi andranno all'eterno supplizio; i giusti, invece alla vita eterna. L'uomo dunque sarà, eterno come Dio. Una gioia non è completa se finisce. Una pena non è terribile se termina. Ciò che rende il cielo vera beatitudine, è la certezza che quei gaudii non finiranno mai. Ciò che rende l'inferno stato di disperazione è la certezza che laggiù non vi sarà più mutazione. 

 

2. La pena per quanto grande, se non dura molto, non è gran pena: per es. una operazione. Ma quando una pena è lunga è interminabile, per quanto leggera, è sempre un gran tormento. Anzi, lo stesso sollievo, come una passeggiata, che si protraesse per settimane, mesi ed anni si risolverebbe in un tormento penosissimo. Orbene che sarà dell'inferno ove ogni senso soffre la sua pena; ogni potenza è tormentata; tutto il corpo è immerso nel fuoco? Ivi la fiamma arde, ma non consuma. E non si tratta di anni nè di secoli, nè di miliardi di secoli; ma si tratta di un' eternità che non finisce. Là il peccatore non potrà più detestare il male, non avrà più perdono nè mitigazione di pena. La gloria del Paradiso è pure eterna. L'anima non potrà più peccare nè perdere Dio. Il beato godrà per sempre quella felicità, che si rinnovellerà ogni momento come se in ogni momento cominciasse. Sempre avrà sete di gaudio; e sempre ne sarà saziato. I beati sono vasi pieni di contento. Dice San Paolo: «Sic semper cum Domino erimus» (I Ts. 4, 16). 

 

3. Signore, che cosa è dunque il piacere di un momento di fronte ad un eterno fuoco? E se quel piacere durasse pure una vita intera? che sono mai cento anni di gioia innanzi a miliardi di anni e di secoli di spasimi indicibili. E se un sacrificio è grave, ma merita il Paradiso eterno perchè non farlo? 

 

ESAME. - Quando sto per gustare un piacere illecito, penso che il piacere di un momento mi può procurare un'eternità di tormenti? Sono saggi, furbi, prudenti i santi? Oppure lo sono i cattivi? Ed io fra chi sono? La Scrittura dice che il numero degli stolti è infinito; appartengo forse a questo numero? 

 

PROPOSITO. - Ricorderò la parabola delle cinque vergini prudenti e delle cinque vergini stolte. 

 

PREGHIERA. - Signor mio e Dio mio, datemi la saggezza. Infondetemi il dono del consiglio. Che io sappia operare con coraggio il bene, sapendo che eterno sarà il premio. Dice S. Agostino: Dio sarà il compimento dei nostri desideri; Lo vedremo senza fine; Lo ameremo senza fastidio; Lo loderemo senza fatica, Ivi riposeremo e contempleremo il Sommo Bene, vedremo e ameremo, ameremo e loderemo. 

 

 

FIORETTO: — Ascolta oggi le ispirazioni di Dio, come le ascoltò la Sacra Famiglia che al cenno dell'Angelo fuggì in Egitto con tutta prontezza.

 

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa a Gesù e Maria SS. CLICCA QUI

 

 

il Chiostro: indice meditazioni