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UN ANNO CON DON ALBERIONE

9° Marzo

(DOMENICA DI PASSIONE)

 

Tu hai trattato con bontà il tuo servo, o Signore, secondo la tua parola. Insegnami la bontà, la disciplina e la scienza, perché io ho fede nei tuoi comandamenti. Prima di essere umiliato mancai, ma dopo questo ho custodita la tua parola. Tu sei buono: nella tua bontà insegnami le tue leggi (Sal. 118, 65-68). 

 

1. La Chiesa c'invita a contemplare i dolorosi avvenimenti dell'ultimo periodo della vita di Gesù Cristo. L'odio dei Suoi nemici crebbe di giorno in giorno: man mano che cresceva il favore popolare. E ciò fino al culmine. Nel Venerdì Santo, più orribile delitto: il dramma del Golgota; non avvedendosi che contribuivano all'opera per cui Gesù era venuto, la redenzione; ed a preparare il più grande Suo trionfo, la risurrezione; e la loro definitiva rovina e riprovazione. Il Vangelo (...) lo indica chiaramente: «Gesù diceva alle turbe dei Giudei: Chi di voi mi potrà convincere di peccato? Se io vi dico la verità, perchè non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio. Replicarono i Giudei: Non diciamo con ragione che Tu sei un samaritano e indemoniato? Gesù rispose: Io non sono indemoniato, ma onoro il Padre mio e voi mi vituperate. Ma io non cerco la mia gloria, c'è chi ne prende cura e ne giudica. In verità, in verità vi dico: chi osserva i miei comandamenti non vedrà morte in eterno. Gli dissero allora i Giudei: Or vediamo bene che Tu sei posseduto da un demonio. Abramo è morto, così i profeti e tu dici: Chi osserva i miei comandamenti non vedrà morte in eterno? Sei forse da più del padre nostro Abramo, che è morto? Ed anche i profeti sono morti. Chi credi mai di essere? Gesù rispose: Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla: c'è a glorificarmi il Padre mio, il quale voi dite che è vostro Dio; ma non lo avete conosciuto. Io sì che lo conosco, e se dicessi di non conoscerLo, sarei come voi, bugiardo. Ma io Lo conosco ed osservo le Sue parole. Abramo, padre vostro, sospirò di vedere il mio giorno: lo vide e ne tripudiò. Gli opposero i Giudei: Non hai ancora cinquant'anni e hai veduto Abramo? Gesù rispose loro: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse nato, io sono. Dettero allora di piglio alle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose ed uscì dal tempio» (Gv. 8, 46-59). 

 

2. Gesù venne nel Suo popolo e questi non L'accolse: nè bambino, nè maestro, nè redentore; eppure L'attendeva; e nei profeti aveva i segni di riconoscimento; e seppero i sacerdoti indicarLo ai Magi. Anzi i farisei prendevano pretesto da ogni parola per calunniarLo; spesso Gli tendevano insidie con domande e quesiti sibillini, sperando prenderLo in parola; innanzi alla moltitudine dei Suoi miracoli, prendevano, in assemblea la decisione di farLo morire. La volontà cattiva genera l'ostinazione: e questa indurisce il cuore ed accieca la mente. Mancando le ragioni, ricorre alla violenza. E guai! quando fanno lega scienza religiosa, superbia, odio, ostinazione; si arriva a dire: il suo sangue sopra di noi, e sui nostri figli. Chi si lascia dominare da una passione, qualunque essa sia, può arrivare ad eccessi, ad abissi; a perdizione. La passione può essere: superbia, avarizia, sensualità, pigrizia, golosità, invidia, ecc. 

 

3. Signore, mandatemi la Vostra luce, fatemi conoscere la Vostra volontà; esse mi guideranno al Vostro santo monte ed ai Vostri tabernacoli. Chi è da Dio ascolta la Sua parola e la pratica; io posso quindi giudicarmi dalle opere. Orribile cosa essere contro Dio: inestimabile bene essere con Dio! Gli inviti di Dio non commuovono, ma induriscono i cuori ostinati: fanno invece, sciogliere i cuori buoni in lacrime di dolore e di amore. 

 

ESAME. - Quali effetti producono in me: la parola di Dio? Le correzioni dei superiori? Le ispirazioni interne? 

 

PROPOSITO. Ripetere spesso: «ab omni malo, ab omni peccato, a subitanea et improvvisa morte, ab insidiis diaboli, a morte perpetua, libera nos, Domine». 

 

PREGHIERA. - Divin Salvatore, il Vostro Sangue è la mia speranza. Non permettete che l'ostinazione mi avvolga e domini. Datemi un cuore sensibile alle impressioni della grazia Vostra. Se merito i castighi per i miei peccati; la speranza per me è la vostra misericordia. Non voglio tornare al peccato: che sarebbe di me se poi mi abbandonaste? Soccorretemi, dunque, per il Vostro Cuore; io mi rifugio in esso; tutte le ragioni della mia speranza sono nelle Vostre sante piaghe. 

 

 

FIORETTO: — Nelle piccole contrarietà della tua vita prova a tacere perdonando in ricordo del grande perdono di Gesù.

 

 

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