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UN ANNO CON DON ALBERIONE

31° Maggio

(IL CONVITO)

 

Ti amo, o Signore, mia forza. Il Signore è la mia rocca, il mio rifugio, il mio liberatore, il mio Dio, il mio aiuto: in lui potrò sperare: è mio protettore, mio salvatore potente, mio asilo (Sal. 17, 2-3). 

 

1. «In quel tempo disse Gesù ai Farisei questa parabola: Un uomo preparò un grande convito e invitò molti. E mandò un servo all'ora della cena a ricordare agli invitati di venire, perchè ogni cosa era preparata. Ma tutti cominciarono senz'altro a scusarsi. Il primo gli rispose: Ho comperata una villa e debbo uscire per vederla; ti prego di avermi per scusato. E un altro disse: Ho comperato cinque paia di buoi e ora vado a provarli: abbimi per scusato, te ne prego. E un altro disse: Ho preso moglie, perciò non posso venire. E il servo ritornato riferì queste cose al padrone. Allora il padre di famiglia, irritato, disse al servo suo: Va subito nelle piazze e nelle vie della città, e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi, gli zoppi. E disse il servo: Signore, è stato fatto come tu hai comandato e ancora v'è posto. E disse il padrone al servo: Va per le strade e per le siepi e costringi a venire, affinchè la mia casa si riempia. Poichè vi dico che nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena» (Lc. 14, 16-24). Questo signore ricorda il Divino Salvatore. La grande cena indica la Mensa Eucaristica. Essa è una grande cena considerando che chi invita è Dio stesso. E' grande per il cibo che vi si appresta: le carni dell'Agnello immacolato, Gesù. E' grande per gli effetti che questo nutrimento porta alle anime: gioia spirituale, ristoro nelle fatiche, aumento di grazia e santità, unione più intima tra l'anima e il suo Dio. «La carne mia è veramente cibo» (Gv. 6, 56). «Venite a me, tutti voi che siete affaticati e dolenti: io vi ristorerò» (Mt. 11, 28). 

 

2. Gli invitati sono gli uomini. Ma di questi: chi si astiene dalla comunione per orgoglio: «Ho comperata una villa, vado a visitarla» (Lc. 14, 18). Molti infatti credono un'umiliazione accostarsi alla balaustra con le pie donne ed i poveri. Vi è chi rifiuta l'invito di Gesù per avarizia: «Ho comperato cinque paia di buoi, vado a provarli» (Lc. 14, 19). Coloro che hanno il cuore, il pensiero e tutta l'attività rivolta alle ricchezze non possono sentire fame di questo cibo celeste. Ancora: la lussuria tiene molti uomini lontani dalla Comunione: «Ho preso moglie, non posso venire» (Lc. 16, 20). L'uomo animale non gusta i beni spirituali. 

 

3. Il Signore della parabola, sentito il rifiuto degli invitati, ordina ai servi, ripetutamente, di chiamare alla grande cena i poveri, gli zoppi, gli infelici; finchè tutti i posti siano occupati. Gesù ordina ai sacerdoti di invitare alla comunione tutti: poveri, donne, fanciulli. Gli umili capiscono e corrispondono al divino invito. Se saremo umili, il Signore ci farà capire le gioie, le verità, i beni dello spirito; quali tesori di grazia si trovi nell'Eucarestia; la caparra di salvezza che si ha nella comunione frequente e ben fatta. Il padrone usò questa espressione per indicare quale insistenza doveva farsi ai poveri perchè intervenissero alla cena: «forzate a venire a (Lc. 14, 23) forzali ad entrare. Così devesi dai sacerdoti mettere in pratica, anche a riguardo della Comunione, l'avviso generale dell'Apostolo per il suo discepolo: «Predica la divina parola; insisti a tempo opportuno ed anche non opportuno; riprendi, esorta, sgrida con tutta la pazienza e la dottrina » Gesù Maestro, Tu hai parole di vita eterna. Annunziandoci l'Eucarestia tu ci promettevi il pane che alimenta la vita spirituale. 

 

ESAME. - Mi comunico spesso? Con le dovute disposizioni? Ho una fede viva? Mi accosto con umiltà? Ho fiducia nella bontà di Gesú? 

 

PROPOSITO. - Mi comunicherò spesso, e con fede viva. 

 

PREGHIERA. — Gesù amorosissimo, ecco che tutto ciò che Voi siete l'avete donato a noi nell'Eucaristia. Io tutto mi dono a Voi, mio Bene sommo ed eterno. Fatemi sentire la soavità del Vostro amore, attiratemi a Voi; nutrite l'anima mia; accendete in me il Vostro amore; non permettete che ancora mi separi da voi. 

 

FIORETTO: - Ripetiamo sovente: Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia.

 

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