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UN ANNO CON DON BOSCO

2° Maggio

154) I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, perchè sono dei più gravi e funesti? 

 

I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, sono dei più gravi e funesti, perchè direttamente contrari al bene dell'umanità e odiosissimi, tanto che provocano, più degli altri, i castighi di Dio. 

 

492. - Caino ed Abele. 

 

Adamo ed Eva ebbero due figliuoli, uno per nome Caino, l'altro Abele. Caino attendeva alla coltura dei campi, Abele alla custodia delle pecore; ma d'animo e di costumi erano molto diversi. Caino, guidato da avarizia, nei suoi sacrifici offriva a Dio i peggiori frutti della terra; Abele all'incontro con animo buono e sincero offriva i migliori agnelli del suo gregge. Iddio per altro, che conosce tutte le nostre buone e cattive disposizioni, mostrò di gradire le offerte di Abele e di sdegnare quelle di Caino, il quale, mosso da invidia, fu grandemente irritato contro del fratello. Iddio lo avvertì con bontà dicendogli: — Perchè sei così sdegnato? Opera bene, e mi sarai caro come Abele ; altrimenti il peccato non tarderà a farsi strada nel tuo cuore. Caino disprezzò l'avviso del Signore e roso da invidia, fingendo amore verso Abele, gli disse un giorno: — Vuoi tu venir con me alla campagna? All'invito l'innocente Abele accondiscese con allegrezza; ma, non sì tosto furono lontani dagli occhi dei loro genitori, Caino si avventò all'improvviso sul fratello e lo uccise. La voce del Signore non tardò a farsi udire domandando al fratricida: — Caino, dov'è tuo fratello Abele? Caino arrogantemente rispose: — Io non so: sono io forse il custode di lui? Il Signore soggiunse: — Che hai tu fatto? Il sangue di tuo fratello grida vendetta contro di te ; tu sarai maledetto su quella terra, che ha bevuto il sangue di Abele ; invano la coltiverai. Sarai errante e vagabondo senza poter trovare rifugio. Caino, preso da terrore e da disperazione, fuggì dal cospetto di Dio e menò il resto della sua vita in preda dei più crudeli rimorsi, finché (come comunemente si crede) la terminò trafitto da un dardo da Lameco suo pronipote, che lo aveva creduto una fiera. Credesi che Caino, introducendo la frode nel traffico, abbia dato origine ai pesi, alle misure ed ai termini dei campi. (Bosco, Storia Sacra, 12). 

 

493. - Assassinio di Nabot. 

 

Oltre l'idolatria, Acab si aggravò eziandio della più enorme ingiustizia. Invogliatosi della vigna di un certo Nabot situata vicino al suo palazzo, gliela chiese o per danaro o per cambio. Nabot non volle assentire, perciocché essendo quel podere retaggio dei suoi antenati, gli stava molto a cuore di conservarlo. Di ciò addolorato il re, anzi incollerito e fremente, si gettò sopra il letto con la faccia rivolta al muro, fermo di non voler più prendere cibo. Gezabele, vedendo Acab così attristato, scrisse ai suoi soggetti, che accusassero Nabot qual bestemmiatore, e come tale fosse lapidato. La qual cosa venne con prontezza eseguita, e così furono appagate le scellerate brame di Acab. Ma mentre questi andava al possesso della male acquistata vigna, gli si fece incontro Elia e gli disse : — Ecco ciò che dice il Signore : Qui dove i cani hanno lambito il sangue di Nabot, lambiranno similmente il sangue tuo. La stessa Gezabele sarà divorata dai cani, tutta la tua stirpe sterminata. (Bosco, Storia Sacra, 116). 

 

494. - Don Bosco piange. 

 

Don Bosco piangeva dal dolore al pensare che tanta gioventù andava in rovina per il peccato della disonestà. Anche in pubblico egli pianse parlando con grande calore su questo argomento: — Piuttosto — egli disse — che si commettano di questi peccati nell'Oratorio, è meglio chiudere la casa. Tali colpe portano la maledizione di Dio sulle intere nazioni. E i giovani andavano a riposo commossi e con la testa bassa, risoluti di custodire gelosamente puro il loro cuore per Dio. (M. B. V, 164). 

 

FRASE BIBLICA. - Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Desidero che ogni giovane si accosti alla confessione una volta al mese alla più lunga: non però più di frequente di una volta alla settimana, tolti i casi speciali indicati dal confessore.

 

PREGHIERA DEL MESE. - Venite, o Spirito di fortezza, e date forza al mio cuore, mantenetelo costante nelle tentazioni e traversie, datemi vigore e fortezza a respingere gli assalti dei miei nemici, affinchè non mi lasci mai indurre ad abbandonare Voi, mio unico bene. Così sia. Pater noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)

iesa. Che io sia un buon cittadino nella patria terrena; e possa essere un felice cittadino in cielo. 

 

FIORETTO: - Supplica Maria che ti ottenga la grazia di vincere un tuo difetto in questo mese.

 

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