UN ANNO
CON DON BOSCO
4° Maggio

CAPO VIII.
Risurrezione della carne. - Vita eterna. - Amen.
156) Che cosa ci attende alla fine di questa vita?
Alla fine di questa vita ci attendono i dolori e lo sfacelo della « morte » e il « giudizio » particolare.
513. - Gesù parla del giudizio universale.
Il Salvatore un giorno parlava del giudizio universale, e gli Apostoli
gli domandarono quando sarebbe questo avvenuto e da quali segni sarebbe stato preceduto. Gesù rispose: « Badate bene che nessuno v'inganni,
perché verranno parecchi, i quali diranno : " Io sono il Cristo ", e sedurranno molti. Udirete
parlare di guerre, di sedizioni ; si ribellerà nazione contro nazione, in vari luoghi. Il Cielo darà segni di terrore grande, ma ciò non sarà che il principio dei mali. Quando il Vangelo sarà predicato per tutto il mondo, allora verrà la fine. Vedrete l'abominio nella città santa, la tribolazione sarà grande, quale
non fu mai dal principio del mondo, nè sarà mai più. Si leveranno falsi Cristi e falsi Profeti i quali faranno meraviglie e
prodigi da ingannare gli stessi eletti, se fosse possibile. Ma ricordatevi che ve l'ho detto, non credete loro. Se vi diranno : " Cristo è qua, Cristo è là ", non uscite fuori. Dopo la
tribolazione di quei giorni si oscurerà il sole, la luna non darà più chiarore, cadranno le stelle dal firmamento, gli elementi dell'aria saranno in scompiglio e gli uomini tremeranno per lo spavento. Apparirà quindi nel Cielo il segno del Salvatore, cui tutte le tribù della terra, battendosi il petto, vedranno venir sopra le nuvole in grande maestà. Egli manderà i suoi Angeli, i quali a suono di tromba e con gagliarda voce raduneranno gli eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei Cieli. Verranno numerosissime schiere di Angeli assisi con lui sul trono della sua gloria. Mentre tutte le nazioni si
raccoglieranno dinanzi a lui, dividerà i buoni dai cattivi; e il Re della gloria dirà a coloro che sono alla sua destra : " Io aveva fame e voi mi avete dato da mangiare; aveva sete e mi avete dato da bere; era nudo e mi avete
vestito ; era pellegrino e mi avete ricevuto a casa vostra.
Diranno i giusti : " Quando mai abbiamo noi fatto tali opere ?
Gesù risponderà: "Ciò che faceste agl'infelici, faceste a me stesso. Voi pertanto, o benedetti dal mio celeste Padre, venite a possedere il regno che vi fu apparecchiato dal principio del mondo". Si volterà poi a coloro, che sono alla sinistra, farà loro un aspro rimprovero, perchè non usarono carità verso i poveri, e appresso dirà : " Lungi da me, o maledetti,
andate nel fuoco eterno Quant'è al giorno in cui avverranno queste cose, nessuno lo sa, eccetto il Padre celeste e coloro cui gli piacerà di rivelarlo. Perciò vegliate e pregate, acciocché non siate colti all'improvviso. In verità vi dico che passeranno Cielo e terra, ma le mie parole non
verranno meno ». - (Bosco, Storia Sacra, 207).
514. - Ricorda che sei polvere.
Presso i Romani era il trionfo l'onore più grande che si potesse dare ad un generale. Montava egli sopra un carro magnifico tirato da quattro cavalli,
vestito di porpora ricamata d'oro, tenendo in mano uno scettro d'avorio, cinto il capo d'una corona d'alloro. Dinanzi al carro camminavano i prigionieri vinti in guerra, ed alcuni soldati portavano le spoglie dei vinti con grandi cartelli, su cui erano scritti i nomi delle città e dei popoli conquistati. Da ogni parte i fanciulli bruciavano
preziosi profumi. Tutto il popolo, i senatori, i sacerdoti, e tutti gli altri magistrati vestiti delle insegne delle loro dignità, fra i più clamorosi applausi accompagnavano il trionfatore. Ma in mezzo di tanta gloria sul carro dello stesso trionfatore stava assiso un povero schiavo, il quale, a bassa e cupa voce, andava ripetendo : Ricordati che sei uomo. Ciò era per avvisarlo che nulla sono le
grandezze del mondo senza la virtù, e che si guardasse bene dal lasciarsi
entrare in animo punto d'orgoglio nell'ebbrezza dell'onore. (Bosco, Storia d'Italia, IV Ed., 1863, pgg. 39-40).
a) Lo sfacelo della morte.
515. - Un apologo.
Nel 1881 Madre Maria Mazzarello, confondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice era a letto inferma nella casa di Nizza Mare. Don Bosco andò a visitarla ed essa gli domandò se avrebbe ricuperata
interamente la salute. Il Servo di Dio le rispose raccontando un apologo: — Un giorno la Morte andò a bussare alla porta di un monastero. La
portinaia aprì e quella là disse: « Vieni con me! ». Ma la portinaia rispose che non poteva perchè non c'era nessuna che la sostituisse nel suo
ufficio. E la Morte senza dir nulla entrò nel monastero e ripeteva il suo « Vieni con me ! » a quante incontrava, ma tutte dicevano che non
potevano accettare l'invito. Allora la Morte si presentò alla Superiora e: « Vieni con me » le disse. Anche la Superiora tirò fuori le sue scuse. La Morte invece questa volta tenne duro e insistette dicendo : « La
Superiora deve andare innanzi a tutte nel buon esempio, anche quando si tratta del viaggio dell'eternità: dunque vieni
senz'altro, perchè io non posso accettare le tue ragioni». Che farci? La Superiora dovette abbassare il capo e seguirla. La Madre capì, ma fece le viste di prendere la cosa in scherzo per non contristare le suore presenti. Infatti morì pochi mesi dopo. (M. B.
XV, 355).
516. - Trapasso confidente.
Agli amatori del mondo parrà che il ricordo della morte dovesse riempire di funesti pensieri la fantasia dei giovanetti ; eppure questa era la
ragione della loro pace e della loro allegrezza. Ciò che turba le anime è l'essere in disgrazia di Dio: togliete il peccato e la morte non fa più paura; perciò diceva Don Bosco:
— Quando il giusto muore, quel Dio che egli ha servito ed amato, corre in suo soccorso
con la Vergine
Santissima e lo conforta nell'agonia, lo riempie di coraggio, di confidenza, di rassegnazione e lo conduce trionfante in Paradiso. (M. B.
III,
355)
a) Giudizio particolare.
517. - Morte allegra.
Il chierico Giovanni Bosco scrive : « Essendo gravemente malato il mio compagno Luigi
Comollo, mi recai a visitarlo. Appena mi
vide,
mi disse : — Debbo presentarmi presto al cospetto di Dio : abbiamo da lasciarci; penso che debbo andare al gran giudizio inappellabile e questo agita il mio interno. La notte seguente, l'assalì un accesso di febbre convulsiva
così
gagliardo, che gli tolse l'uso della ragione. Sulle prime faceva un lamento prolungato, come se fosse atterrito da spaventevole oggetto
o tetro
fantasma. Tornato alquanto in sè gridò ad alta voce : — Ahi giudizio ! Quindi cominciò a dibattersi con forze tali, che cinque
o sei che eravamo astanti appena lo potevamo trattenere a letto. Tali dibattimenti durarono ben tre ore, dopo le quali ritornò in piena cognizione di se stesso. Gli fu chiesto da che provenisse un tale
cambiamento. — Finora paventai di morire per il timore del giudizio divino, ma ora son tranquillo. Mentre era estremamente agitato
per il timore dei
giudizi divini, mi parve di essere trasportato in un'ampia valle, in cui
era un grande abisso donde uscivano fiamme avvampanti. Spaventato mi posi a gridare
per il timore di dover precipitare in quella spaventosa fornace. Mi voltai per fuggire, ed ecco una turba di mostri che tentavano gettarmi in quell'abisso : gridai più forte e mi segnai col segno della santa
Croce. A quell'atto religioso tutti quei mostri volevano chinare il capo, ma
non potendo si contorcevano, scostandosi alquanto da me. Tuttavia non potevo ancora fuggire e allontanarmi da quel malaugurato luogo, allorché
vidi una moltitudine di uomini armati che a somiglianza di forti guerrieri venivano in mio soccorso. Essi assalirono vigorosamente quei mostri.
Liberato da quel pericolo, presi a camminare per quella spaziosa valle,
finché giunsi ai piedi di un'alta montagna, su cui solo si poteva salire per una scala. Ma questa aveva gli scalini tutti occupati da grossi
serpenti, pronti a divorare chiunque vi ascendesse. Qui abbattuto dalla
stanchezza e dagli affanni, privo di forze, già venivo meno, quando una
Donna vestita in gran pompa mi prese per mano dicendo : " Vieni con
me.
Hai lavorato in mio onore e mi hai tante volte invocata: è giusto che ora ne abbia la dovuta mercede. Le Comunioni fatte in mio onore ti meritano lo scampo dal pericolo, in cui ti ha posto il nemico delle anime " e tosto mi
fece cenno di seguirla per quella scala. Come Essa pose piede sugli scalini, tutti quei serpenti voltavano altrove la mortifera loro testa; nè si volgevano verso di noi se non quando eravamo da loro lontani... In cima a quella scala, mi trovai in un delizioso giardino, dove io vidi
cose che non mi sono giammai immaginato che esistessero. La benefica
Signora mi aggiunse queste parole : " Ora sei in salvo. La mia scala è quella che deve condurti al sommo bene. Animo, figlio mio, il tempo è breve. Ciò detto disparve. Queste cose —
concluse il Comollo —
appagarono talmente il mio cuore e mi resero così tranquillo, che ben lungi dal temere la morte, io desidero che venga presto, per potermi unire
con gli Angioli del Cielo a cantare le lodi del mio Signore ». (M. B.
I, 461-464).
FRASE BIBLICA.
- Quando vedrò il volto di Dio?
UNA MASSIMA DI DON BOSCO.
- Ogni parola del prete deve essere sale di vita eterna e ció in ogni luogo e con qualsivoglia persona.
PREGHIERA
DEL MESE. - Venite, o Spirito di fortezza, e date forza al mio cuore, mantenetelo costante nelle tentazioni e traversie, datemi vigore e fortezza a respingere gli assalti dei miei nemici, affinchè non mi lasci mai indurre ad abbandonare Voi, mio unico bene. Così sia. Pater
noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)
FIORETTO: - Con un atto di fervida contrizione domanda perdono dei tuoi peccati, ed oggi procura di passare la giornata senza commetterne
alcuno.